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Nel ringraziare l’amico Matteo Fagone per avermi sollecitato a trascurare la mia proverbiale pigrizia nello scrivere, prometto che farò del mio meglio
per non ripetere stancamente i soliti concetti, ma cercherò invece di introdurne di relativamente nuovi, prendendo ad esempio l’ultima spedizione umana sul nostro
satellite. Prima di esprimere pareri sulle immagini lunari, la cosa da capire anzitutto è che le fotografie Apollo (e non solo quelle) date al pubblico sono talora
incongruenti, non perchè sulla Luna non ci siamo mai stati, ma perchè è stato necessario occultare la presenza di elementi per così dire "impresentabili". Queste
mascherature - in gergo dei Servizi "salvaguardie"- non si limitano solo a dettagli, ma in certi casi a situazioni macroscopiche. Guardiamo per esempio questo
estratto del filmato originale dell'atterraggio di Apollo 17 nella piana di Taurus-Littrow:
Le due ombre sulla destra non identificano (forse) una base aliena, ma due fenditure situate nel North Massif, un rilievo che si erge per 2500 metri sulla piana.
L'aspetto divertente è che per la NASA le fenditure non esistono. L'immagine qui sotto rappresenta sempre il North Massif visto frontalmente dal basso,
sostanzialmente come lo avrebbero percepito gli astronauti dopo l'atterraggio:
Come si può notare non ci sono fenditure frontali visibili. Però si deve ricordare che nel 1972 (anno dell'atterraggio), le mappe topografiche erano fornite alla NASA
dal Dipartimento della Difesa USA e solo successivamente la NASA elaborò planimetrie quotate dell'area. Questo è un confronto tra la topografia originale usata
dagli astronauti (in grigio) e quella fornita al pubblico (in rosso):
Ho indicato in giallo le fenditure "scomparse". A e B sono quelle del video mentre C è quella che divide il North Massif dalle Sculptured Hills. In D è indicata la
posizione del modulo lunare. Come si può vedere le fenditure sono larghe in media 100 metri, lunghe oltre un kilometro ed alte come il North Massif, cioè 2500
metri. Per praticità, ricordo al Lettore la posizione di A e B in un frame del filmato precedente, ripreso dal finestrino del modulo lunare e pubblicato dalla NASA.
Dalla direzione dei raggi solari (sunlight) si arguisce che tali ombre possono essere prodotte solo da fenditure ad imbuto, cioè quelle della mappa originale del 1972.
Qualche ulteriore delucidazione a proposito della mappa prospettica e di eventuali incomprensioni tecniche. In realtà le cose sono collegate. Per la mappa ho usato
l'orthofotomap dell'USGS da cui ho estrapolato le curve di livello:
Poi ho sovrapposto la mappa del PSR che approssimava le pendenze usando l'albedo delle immagini panoramiche di Apollo 15, 9957 e 9959:
L'immagine di prima (quella bruttina) nel PSR è sfocata perchè scannerizzata malamente, ma ne ho una versione tratta dalla 9959. Purtroppo la 9957 e tutte le
altre immagini che potevano fare "stereo pair" con la 9959 sono state ritirate da Internet, probabilmente per evitare che qualcuno ne facesse il 3D.
Il ripristino di dinamica rivela le pesanti coperture operate (ovvero le aree sfocate). I dati più interessanti riguardano la strana formazione radiale posizionata alla
fine della Lincoln Scarp (sopra la A), la strana geometria alla sommità di B, il crepaccio in C (Sculptured Hills), molto più marcato di quanto sembrerebbe guardando
le immagini da terra. Comunque, chi fosse interessato può vedere gli originali scannerizzati a pag.153 del PSR (Preliminary Science Report) di Apollo 17.
Tornando per un attimo alla mappa dell'USGS, così come ho estrapolato le curve di livello, ho provato anche ad attenuarle per vedere meglio la foto sottostante e
ne sono usciti particolari interessanti, non presenti nelle altre foto, come questa intrigante formazione sul South Massif:
Senza il 3D è impossibile dire che cosa sia, ma di sicuro nelle altre foto la parete del South Massif è bianca uniforme, mentre dalle curve di livello di questa foto si
nota come la formazione si estenda per circa 1 Km. (!) lungo le pendici del South Massif. Non c'è da stupirsi che gli astronauti abbiano "bombardato" il South
Massif per vedere cosa c'era dentro...
Naturalmente questa incongruenza iniziale ha provocato una reazione a catena con la necessità di provvedere a 1) "riempire" le fenditure e 2) "rifare" le linee di
crinale in modo da allinearsi alla mappa senza fenditure. Il risultato finale è quella specie di panettone biancastro che ho mostrato prima. Tuttavia, sottoponendo a
stretching selettivo le immagini, queste mascherature, effettuate un po' artigianalmente dalla NASA, saltano fuori facilmente.
Lo strato biancastro in alto e ciò che sembra una luce dietro la roccia in basso rappresentano in realtà le tracce della mascheratura fotografica. Le fenditure A e B
sono situate a sinistra nella foto, ma non sono loro il punto centrale dell'argomentazione. Quello che più conta è che incrementando la dinamica dell'immagine
"saltano fuori" per così dire gli interventi eseguiti in sede di pubblicazione.
Nella fattispecie le chiazze biancastre lungo i contorni servono a mascherare le sporgenze che ci sono e che si intravvedono nelle foto orbitali. Questo "lisciamento"
dei contorni rende anche ragione del perchè il cielo lunare sia sempre nero profondo. Non è perchè manchi l'atmosfera e nemmeno per cancellare eventuali
oggetti volanti non identificati o fenomeni transienti, ma semplicemente perchè non si deve vedere cosa c'è lungo i crinali. La chiazza invece vicino al masso in
primo piano ci dice che lo stesso è stato inserito o comunque modificato nella forma posteriormente. In altre parole nella foto originale il masso o non c'era oppure
è stato ritoccato. Accentuando la dinamica dell'immagine tutti gli elementi costitutivi dovrebbero mostrare un andamento coerente. Se questo non avviene è perchè
l'immagine ha subito delle modifiche a posteriori.
Rimanendo in zona posso fare un altro esempio utilizzando queste immagini del CSM (l'acronimo NON è riferito all'organo di autogoverno dei magistrati) ripreso dal
modulo lunare durante l'approccio di Apollo 17 alla piana di Taurus-Littrow.
Nelle foto in alto, riprese sulla verticale del cratere Peirce C, si nota come l'incremento di dinamica (a destra) porti ad una migliore visibilità di tutti i dettagli, mentre
nelle foto in basso, riprese su Littrow, lo stesso intervento non solo non migliora significativamente la percezione dei dettagli stessi, ma anzi evidenzia come il nero
dell'abitacolo vicino al finestrino, quello del cielo lunare e quello di alcune ombre siano perfettamente identici. La spiegazione più logica è che in questo caso non
siamo in presenza di una foto, ma di un disegno ricavato dalla foto stessa e con essa mixato (naturalmente dopo avere rimosso tutti gli elementi "imbarazzanti").
Basta osservare quanti dettagli in più si vedano nella foto in alto per capire che quella in basso non è reale, ricordando che ufficialmente le due foto sarebbero state
effettuate a breve distanza l'una dall'altra e con la stessa apparecchiatura. Ovviamente non è un segreto per nessuno che le foto di Littrow siano da sempre
secretate. Il fatto è che qualcuno ogni tanto ha difficoltà a ricordarselo.
Naturalmente questa "balla spaziale" ha costretto la NASA a modificare anche le immagini satellitari e, dal momento che di foto ce n'erano tante, qualcuno ha avuto
un colpo di genio (si fa per dire) utilizzando quelle scattate da Apollo 15 per tutte le altre sonde. Così si è arrivati al paradosso che le foto satellitari negli ultimi 40
anni fossero sempre congruenti l'una con l'altra semplicemente perchè si usava sempre la medesima foto...
NB: le lievi differenze riscontrabili nella sequenza animata sono dovute al fatto che ho sovrapposto le foto senza curare troppo i dettagli. Il North Massif è quello in
alto al centro-sx. Le fenditure sono quasi invisibili e comunque nessuno se n'è mai accorto. Ma non è tutto. Anche la sonda Clementine (qui in basso) ha "scattato"
la stessa foto!
Quante sono le probabilità che le Apollo, Clementine ed il telescopio Hubble abbiano potuto riprendere la medesima zona con la stessa angolazione e le stesse
condizioni di luce? Paperino avrebbe risposto: "Una su un fantastilione". Nel caso vi fossero eventuali obiezioni riguardo il fotomosaico animato va detto che
sarebbe troppo lungo e complesso mettere tutte le singole sequenze perfettamente allineate, in quanto la foto originale di Apollo 15 proviene dal mosaico di
queste "strisciate":
La sezione riquadrata è quella in cui le distorsioni si riducono e quindi può essere usata tranquillamente. Come si vede l'immagine non è presa sulla verticale del
luogo, per cui si deve operare una trasformazione prospettica. Tale trasformazione può presentare lievi differenze in funzione del software impiegato e io non posso
sapere quale software la NASA abbia impiegato per la circostanza. Ad ulteriore conferma bisogna rilevare che prima dell'Apollo 15 avevamo solo le foto Lunar
Orbiter, che come logico erano totalmente diverse, come si evince da questo 3D:
Questa è invece la foto originale. Anch'essa probabilmente ha subito qualche "aggiustamento", ma almeno le fenditure sono ben visibili al loro posto.
C'è da chiedersi perchè prendersi tanta pena, spendere molti soldi e rischiare di far fare la figura dei babbei a tanti scienziati che negli anni hanno in buona fede
pubblicato fior di articoli su questo argomento. Esistono al riguardo documenti e atti di commissioni ONU, ma questa è un'altra storia...
PS: tutto il materiale originale è NASA e liberamente consultabile in rete.
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