Nel 1990 usciva nei cinema "Total Recall" (in italiano "Atto
di forza"). I diritti di Copyright del film e delle relative
immagini appartengono ai rispettivi Proprietari del materiale
stesso. Questo fotogramma � stato estratto, a titolo dimostrativo,
dal DVD originale.
Perch� ne vogliamo parlare nella Mars Gallery? Perch� questo film,
certamente un vero capolavoro sul panorama della fantascienza, �
stato realizzato, tra l'altro, con la consulenza dell'Ente Spaziale
Americano. Non si tratta semplicemente di un film e basta:
potremmo definirlo come un'immagine culturale che rifletteva le
conoscenze scientifiche (e pseudoscientifiche) riguardanti Marte fino agli
inizi degli anni 90 del secolo scorso.
A
quel tempo (16 anni fa, dato che scriviamo nel luglio 2006) le
nostre conoscenze riguardo il Sistema Solare erano state arricchite
dalle missioni Voyager 1 e 2 (si pensi ai sorvoli avvenuti nel 1986
con Urano e nel 1989 con Nettuno). Le missioni sovietiche Phobos 1 e
2 furono, nel complesso, molto sfortunate; inoltre, le uniche
immagini della superficie marziana allora disponibili erano quelle
delle due sonde Viking. Si tent� in qualche nodo di ricostruire
l'aspetto di Marte per la scenografia del film.
Su
quali presupposti venne operata tale ricostruzione? Poich� Marte
avrebbe un'atmosfera tanto rarefatta (eppure carica di polvere (!)
rossiccia) con una pressione al suolo di circa 6-7 millibar, lo
scenario era di un cielo dall'aspetto estremamente cupo e rosso, pi�
chiaro all'orizzonte e sempre meno chiaro salendo verso l'alto. Il
terreno era rossastro e tutto appariva tinto di quel colore. Occorre
precisare che, se davvero un'atmosfera fosse tanto rarefatta,
� giusto affermare che il cielo appaia molto scuro: ci� � dovuto alla
scarsit� di gas e polveri sottili, le quali generano il Rayleigh
Scattering ed il Mie Scattering.
Ma di
tanta scienza applicata alla cinematografia non dobbiamo stupirci
perch� il film � straordinariamente ben riuscito sotto tutti gli
aspetti. Il sottile messaggio psicologico inculcato nello spettatore
ha avuto pieno merito: esso era fin troppo convincente in quanto a "realismo"
scenografico e paesaggistico.
Eppure, per demolire il mito del Pianeta Rosso basta prendere
un frame originale NASA delle sonde Viking e metterlo a confronto con
l'immagine tratta dal film. Guardate e giudicate:
Dunque ricapitoliamo: la cinematografia di allora ci ha presentato
un Marte buio, tetro e dall'aspetto meritevole di un film horror.
Diversamente, il panorama che ci giunse dalle missioni Viking era
molto diverso: relativamente chiaro e luminoso, con terreno rossiccio, rocce
grigiastre ed un celo bianco-celestino. Non possiamo certamente
avercelo inventato e non possiamo altres� prendere in giro nessuno
dal raffronto della ricostruzione cinematografica con il frame
NASA. E allora come la mettiamo?
�
2004 - 2008 Pianeta Marte.net. All right reserved.
|