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Abbiamo voluto dare spazio non solo alle nostre opinioni, ma anche a quelle, diciamo, pi� pragmatiche e in linea al pensiero "contrario". E lo faremo ancora. Infatti daremo spazio anche ad alcune importanti premesse e considerazioni dei Colleghi Lunexit. Ora per� � il momento di esprimere qualche nostra riflessione sui documenti tradotti ed inseriti nelle due precedenti pagine.


Cominciamo a ragionare sul documento inserito nella pagina "orizzonte(1)".

La limonite ha la seguente formula: FeO(OH)�nH2O. Si tratta, dunque, di un minerale le cui molecole non sono certamente cos� leggere se messe in raffronto con quelle di CO2, costituenti presumibilmente l'atmosfera marziana. Come  facilmente intuibile esse peseranno senza dubbio pi� dell'aria di Marte e, conseguentemente a ci�, non potranno rimanere in sospensione se non per un breve tempo prima di ricadere al suolo. Tanto pi� se l'atmosfera � (parole non nostre) "estremamente sottile". E di questa argomentazione gi� ne parlammo... Rammentate?

Ma il problema non risiede nelle disquisizioni fisiche sulle lunghezze d'onda luminose assorbite dalla limonite, perch� � vero quello che si dice, lo sappiamo benissimo. Tuttavia sul fatto che il cielo di Marte appaia perennemente giallo-marrone � un dato altamente discutibile: molti frames NASA mostrano variet� di tonalit� molto differenziate e, spesso, contraddittorie.

Lo stesso documento che abbiamo tradotto lascia trasparire una discreta incertezza nella carrellata di presunti colori assunti dal cielo marziano, passando dal giallo-marrone, al giallo, rosa, rosso e infine blu.

Spendiamo due parole sulla presenza "permanente" di polveri in quota. In realt� ci� non � del tutto errato, ma sempre in proporzione alla quantit� d'aria capace di sollevarle e mantenerle in sospensione. Ma aggiungiamo un ulteriore aspetto che non sempre viene apprezzato. Notate bene:

Marte dall'Hubble ST (credits NASA)

Sappiamo che la superficie di Marte � pari, grossomodo, all'estensione delle terre asciutte sul nostro pianeta. Dovremmo quindi tener conto che le regioni polari saranno costantemente sottoposte a temperature bassissime e, conseguentemente, avremo terreni molto irrigiditi dal freddo intenso. E' probabile che, quando il CO2 sublima, il terreno adiacente e/o intriso dai ghiacci potrebbe subire qualche smottamento e/o frattura localizzata. La sublimazione del CO2 dovrebbe fungere da "motore" delle correnti d'aria alle latitudini inferiori, le quali smuoveranno, nel complesso, ingenti quantitativi di polvere. Tuttavia abbiamo terreni "compattati" dalla presenza di permafrost ed altre sostanze, che renderanno il suolo difficile da scrollare in modo apprezzabile. Ma abbiamo infine una discreta porzione di superficie dove il vento sar� in grado di sollevare la polvere e trasportarla altrove. Visto nell'insieme il quadro generale sembra questo: in funzione delle ridotte dimensioni del pianeta il volume d'aria, per forza di fatti, sar� inferiore se lo confrontiamo con la Terra, quindi, la presenza di polveri in sospensione risulter� proporzionalmente ridotto.

Per contro, sulla Terra, tenendo conto della superficie asciutta e dei suoi vari costituenti, degli oceani rilascianti vapore acqueo in modo costante e della maggior densit� (e forza) dell'atmosfera, avremo sempre (ergo perennemente) una quantit� di polveri in sospensione ben superiore a quelle di Marte, oltre al vapore acqueo. Eppure sulla Terra possiamo vedere, fondamentalmente, un cielo azzurro.

La presenza permanete di polveri atmosferiche su Marte non � poi cos� speciale da quelle presenti sulla Terra. Cos�, la domanda "perch� il cielo di Marte � rosso?" non ha pi� pregio della domanda "perch� il cielo � rosso sulla Terra?": le cause saranno esattamente le stesse in entrambi i pianeti. Lo insegna la Fisica, non noi!

Che poi la riflessione-dispersione dovuta alle particelle di polvere possa sembrare pi� complessa del  "semplice" Rayleigh Scattering non rende il problema pi� complesso, di per s�, al punto da giustificare i cieli perennemente rossi di Marte. E' una scusa che non regge, in quanto sono proprio le molteplici variet� di tonalit� del cielo terrestre che rendono il Rayleigh Scattering cos� affascinante e complesso. Lo stesso discorso potrebbe valere, entro certi limiti, anche per Marte. 

Se, dunque, su Marte abbiamo una rilevante presenza di polveri in sospensione vuol dire che l'atmosfera non � affatto cos� sottile e rarefatta come si fa credere. Non si scappa: poca aria = poca polvere (quindi cielo blu scuro); tanta aria = pi� polvere (quindi cielo variegato dal blu al rosa).

 Le "famose" immagini Viking

Passiamo adesso a esaminare il problema delle immagini Viking che mostravano un paesaggio marziano simile a quello terrestre. Dato che la NASA ha ammesso che esse furono effettivamente trasmesse dalle TV, significa che non furono partorite dalla fantasia di qualche bontempone. Le potete vedere qui esposte. Alcune sono tuttora conservate negli archivi NASA, mentre le altre sono state preservate dalla sparizione in modo diverso.

Credits NASA per tutte le immagini

Ma quanto sono credibili le scuse addotte per quelle famigerate immagini diffuse dai media 30 anni fa? Notate: giungono le prime foto di Marte dalle Viking, vengono (con meritato orgoglio) presentate al Pubblico e, poche ore dopo, vengono rimpiazzate da presunte "correzioni in rosso" a motivo di incertezze sulla calibratura, perch� le ottiche si erano sporcate di polvere durante l'atterraggio e chiss� cos'altro... Va bene, ammettiamo che sia cos�. Allora parliamo di prassi scientifica e di pragmatismo. Prendiamo come primo esempio la Medicina: prima di mettere in commercio un farmaco, questo deve superare anni di sperimentazione e SOLO DOPO si immette sul mercato. Altro esempio: le Pubblicazioni Scientifiche. Quando si rendono pubblici determinati articoli nelle Riviste Specializzate (sia quelle disponibili nelle edicole che, sopratutto, quelle riservate agli Addetti ai Lavori) devono essere PRIMA approvati e, solo DOPO, verranno pubblicati. Questa � una collaudata prassi che si segue ormai da parecchi decenni (salvo eventuali dubbie eccezioni).

Torniamo alle nostre fotografie Viking: dunque sarebbero state diffuse immagini errate e/o mal calibrate... Subito dopo scaturivano misteriosi "mea culpa"... e nel giro di poche ore sbucarono fuori le versioni "corrette in salsa rossa"! E questo lo chiamiamo comportamento professionale, degno di Persone di Scienza nonch� Paladini dell'Esplorazione Spaziale? Questo sarebbe pragmatismo scientifico? Triste doversi, e dover, porre interrogativi del genere; interrogativi che non fanno onore a nessuno...

E che dire delle ottiche impolverate durante l'atterraggio? Vi proponiamo un esperimento: provate a sporcare i vetri di casa e dite cosa ci vedete attraverso. Oppure provate a sporcare le ottiche di un binocolo e dite cosa vedete. Scommettiamo che, a parte la peggiorata visione dovuta alle impurit�, vedrete comunque i colori e gli oggetti inquadrati correttamente e senza cambiamenti drastici? A meno che non gettiate fango o vernice... o applichiate lenti colorate e filtri polarizzanti...  

 
La sonda Viking 1 (credits NASA)

Nonostante tutto, nel sito NASA dedicato alle Viking 1 e 2 non abbiamo riscontrato nulla di apprezzabile circa presunti problemi di polvere sulle telecamere. Semmai il contrario: leggiamo che le Viking iniziarono ad inviare immagini gi� pochi secondi dopo l'atterraggio (peraltro riuscito perfettamente)! Se qualcuno trovasse eventuali riferimenti specifici ci faccia sapere. Il sito NASA dedicato alle missioni Viking 1e 2 lo potrete reperire in modo semplice anche da PianetaMarte.net.

La contraddizione arriva al suo culmine quando leggiamo che, se l'aria di Marte fosse completamente pulita dalle polveri, vedremmo il cielo blu. Ed infatti � vero. Ora torniamo un momento alla Terra. Su di essa l'aria non � mai completamente libera dalle polveri in sospensione, infatti sussistono permanentemente; eppure il cielo rimane basilarmente blu. Quindi non comprendiamo il perch� su Marte la situazione dovrebbe essere tanto forzatamente diversa. Inoltre, cosa vorrebbe significare che le future missioni potrebbero trovare un cielo dal colore diverso? Non sar� che qualcuno voglia giocare a "salviamoci le facce da potenziali figuracce"? Cos�, magari, davanti ad un paesaggio che non mostrasse le belle "monotinte rosse", un giorno sentiremo (o leggeremo) frasi del tipo: "Eh, ma noi ve lo avevamo detto che le cosa potevano essere diverse...".

Soffermiamoci sul documento inserito nella pagina "orizzonte(2)".

Questa � una trattazione molto ben curata, ricca e particolareggiata nei contenuti, che ci aiuta a comprendere i meccanismi alla base del colore del cielo. Ma non c'� "nulla di nuovo sotto il sole" perch� (unito al coro di altri Ricercatori) Pianeta Marte.net ne aveva gia parlato un anno e mezzo fa; poi ne aveva riparlato sulla Mars Gallery. Quindi tutto materiale validissimo che, tuttavia, non pu� essere addotto a prova della perenne presenza di polveri rosse in sospensione su Marte, tanto da tingere il cielo 24 ore su 24 (� proprio il caso di dirlo!). Al contrario, rileggiamo che: "Il colore del cielo marziano cambier� secondo le condizioni atmosferiche. Dovrebbe essere blu quando non ci sono state tempeste recenti, ma sar� comunque pi� scuro del cielo diurno terrestre a causa dell'atmosfera pi� rarefatta di Marte".

Ma non avevamo letto che Marte ha una copertura permanente di polveri rosse-narroni-gialle-rosa ecc...? Capito come si fa scienza, divulgazione e, sopratutto, a che livelli di grande professionalit�?

 

 

Riprendiamo questa illustrazione. Credete forse che su Marte la situazione sarebbe tanto diversa? Come apparirebbe il cielo, osservando la parte pi� breve di atmosfera (lo zenit e dintorni), anche se ci fosse una certa presenza di polveri sottili? 

Quando aumenta l'opacit�, a causa delle polveri, avremo cieli dalla tonalit� rosa. Quando invece il clima � calmo avremo cieli blu chiari all'orizzonte e sempre pi� cupi salendo verso lo zenit. Finora non abbiamo mai avuto modo di osservare una tempesta di sabbia dalla superficie; pertanto l'unico dato abbastanza certo disponibile � che la dominante rosa aumenta su quella blu.

 

 

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