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Il nuovo sito dedicato allo studio e all'analisi scientifica di Marte, delle sue "anomalie" e le altre caratteristiche planetarie.

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Potrebbe suonare come una provocazione, ma non lo è affatto! In realtà si tratta di una domada-riflessione che vorrei  lanciare, onde aprire un possibile dibattito relativo al periodo storico che precedette il cosiddetto “Diluvio Universale”. Premetto che molti ritengono il Diluvio come un bel racconto per bambini, quindi inviterei anzitutto alla lettura seria, e scevra da pregiudizi, del libro dell’Associazione Narkas “Il Diluvio Universale – tra mito e scienza” (www.narkas.org). 

Soffermiamoci primariamente su questo presupposto: ciò in cui crediamo e/o non crediamo da cosa scaturisce? Da profonde convinzioni oltretutto dimostrabili? Oppure nasce da timori radicati nel cuore del nostro retaggio familiare e sociale? Siamo abbastanza maturi e pronti ad allargare la nostra mente e le nostre vedute davanti a nuove idee, ipotesi e scenari alternativi alla “tradizione” tipica della cultura scientifica, religiosa e sociale odierne?

Per certo sappiamo che circa 1500 anni di storia umana sono praticamente racchiusi in 8 capitoli del libro biblico della Genesi. Vi sono indubbiamente alcuni frammenti storici esterni, ma comunque pochi. Da dopo il Diluvio in poi abbiamo una descrizione ben accurata di molti fatti relativi a popoli, culture, religioni, vizi e virtù….fino ad arrivare ai dolorosi giorni attuali. Del periodo anti-diluviano invece abbiamo a disposizione tutta la storia racchiusa nella mitologia e nelle antichissime religioni. Il guaio è capire cosa è veritiero e cosa e distorto….Ma con buona probabilità posso affermare che la Genesi e i miti antichi indicano, per il Diluvio Universale, un atto di punizione da parte del “Dio” o di qualche presunta fonte intelligente superiore. In poche parole sappiamo indicativamente chi. Ma sarebbe interessante sapere come e perché (inteso come insieme di fattori a noi sconosciuti). Il motivo è presto intuibile: sapere il come e il perché ci permetterebbe di comprendere che cosa accadde in quel periodo così poco chiaro.

Dai brandelli di storia di allora sembrerebbe che la giovane civiltà umana subì una forte interferenza da parte di una cultura superiore di natura non umana.. La Genesi definisce questi come “figli di Dio”, mentre la mitologia li definisce come “dèi”, divinità e simili. In tutti i casi sembrerebbe che tali esseri generarono una progenie ibrida sulla Terra, pertanto dovevano, per logica, possedere caratteristiche e sembianze umane. Dovremmo altresì considerare  che la teoria dell’evoluzione possa essere pienamente verificabile, abbastanza da porre fine ai “miti” della creazione. Ma, a quanto pare, il dibattito è tuttora aperto e le prove a favore dell’evoluzione sono in realtà molto discutibili. Per tutto il tempo che convissero con la razza umana dovettero adeguarsi alle condizioni di vita da esseri umani (dal punto di vista biologico).

Ma da dove provenivano? Occorre mettere da parte la nostra cara fantascienza perché, stando alla storia della Genesi e alla mitologia, non ci sono prove davvero soddisfacenti a favore dell’ipotesi di una civiltà giunta da un altro pianeta in senso assoluto. E’ più probabile che provenissero da un universo parallelo o altre dimensioni. Poiché non ho molto spazio per descrivere questi concetti, posso solo brevemente affermare che, nell’ambito della fisica moderna, si stanno approfondendo gli studi su modelli teorici di universi multipli. Chiunque sia interessato può fare ricerche su internet per trovare ricca letteratura al riguardo. E’ ovvio che alla fine del gioco il risultato non cambia la sostanza; c’è solo un termine per descrivere esseri intelligenti non terrestri: extraterrestri. E’ una parola come un’altra, non occorre scandalizzarsi e sbattere la tasta in segno di irritazione.

Al di là delle favole, quello che davvero deve starci a cuore è la verità, ossia la reale ricostruzione della storia, senza nascondere nulla e accettandola umilmente e a mente serena.

Una fiorente cultura dei paradossi. La civiltà pre-diluviana per quello che possiamo comprendere fu paradossale proprio come la nostra, forse anche peggio, a causa della presenza “aliena” di allora. Non sappiamo con esattezza di cosa furono capaci di fare gli uomini, nell’impiego di probabili tecnologie e nello sfruttamento delle risorse terrestri. Sembrerebbe che in alcuni antichi miti (per esempio quelli della cultura indiana Vedica) ci siano riferimenti a mezzi moderni simili ai nostri, ma difficile è dimostrarlo, e quindi, occorre tanta prudenza nel dare per certo questi concetti. Possiamo però ragionare di logica, da persone intelligenti. Inevitabilmente una intelligenza superiore è sinonimo di conoscenza scientifica, tecnologica e (chissà) etica superiore. Significa avere la capacità di dominare, imporre la propria volontà e persuadere chi, suo malgrado, ne verrebbe a contatto. L’esperienza ci ha insegnato che culture superiori hanno sempre dominato e schiavizzato quelle meno avanzate. Non occorre andare lontano nel tempo per verificarlo: basta prendere i libri e leggere la storia del colonialismo post-colombiano (solo per fare uno squallido esempio).

E’ altresì assai probabile che la razza umana di allora degradò proprio a causa di questa indebita interferenza. Sappiamo dal libro di Genesi che “la Terra si riempì di violenza”. Cosa facevano allora? Difficile tentare di ricostruire i particolari. Ma dall’insieme di certi miti tipici dell’epoca e del racconto biblico potremmo avanzare l’ipotesi che ci sarebbe stato un rapido ed incontrollato progresso tecnologico e scientifico, proprio come è accaduto nei nostri tempi, in cui il progresso tecnologico vero e proprio si è verificato in soli 100 anni circa. Non ci è dato di sapere con esattezza che tipo di tecnologia esistette (semmai ci fu davvero) e non è facile dimostrare se l’uomo si spinse ad esempio nell’ingegneria genetica, come sta facendo oggi. Non si può tuttavia escludere a priori, ma andiamoci cauti.

Usiamo sempre la logica…. e cerchiamo di giungere alla probabile realtà per deduzione. Se il Diluvio Universale fu davvero un atto punitivo, perché mai proprio un Diluvio, una catastrofe planetaria? E’ evidente che forse l’uomo, dominato da questi esseri superiori, stava andando molto oltre il proprio passo ed il proprio tempo. Tale civiltà andava quindi completamente eliminata, ed occorreva allontanare in modo permanete la causa di tale interferenza.

A caccia di indizi. Adesso dobbiamo perlomeno cercare, non dico, le prove schiaccianti ma. almeno qualche stralcio di indizio. Avete mai sentito parlare di OOPARTS? Sebbene tali oggetti siano molto contestati hanno il prego di gettare fumo sulla radicata credenza che la civiltà umana sia  evolutiva in tutti i sensi, passando da una cultura primitiva fino a giungere a livelli progrediti. Alcuni di questi oggetti ricordano mezzi volanti moderni (solo per fare un esempio), ma ve ne sono di vari generi: pile elettriche, disegni che mostrerebbero sistemi di illuminazione artificiale moderna, che mostrerebbero conoscenze mediche avanzate e molto altro…Con questo voglio solo far riflettere sulla non impossibilità che prima del Diluvio ci fu una civiltà tecnologica folle.

La conquista dello spazio. Sono ormai oltre 40 anni che l’uomo cerca di esplorare lo spazio interplanetario e tenta di individuare probabili segnali (o segni) di civiltà extraterrestri. La domanda che vorrei porre è questa: siamo certi che l’uomo non abbia mai varcato la soglia dell’atmosfera terrestre nel passato? Questo certamente infliggerebbe un altro bel colpo alle teorie che vogliono l’uomo come un essere prettamente evolutivo. Allora dovremmo cercare evidenze anche su questo argomento. La luna non possiede caratteristiche adatte alla vita e non ci sono evidenze di tracce umane. Venere tanto meno: è una fornace ardente e neanche Mercurio. I pianeti esterni sono troppo freddi e gassosi. Gli asteroidi sono piccoli e poco conosciuti. Resta solo Marte.

Stranamente Marte ha rotazione e inclinazione dell’asse praticamente uguali alla Terra, possiede caratteristiche di superficie molto simili alla Terra, vi sarebbero un gran cumulo di prove a sostegno del fatto che dovette possedere atmosfera e acqua in quantità abbondanti e, per rendere la cosa inquietante, una notevole mole di strane “cose” sulla superficie che sembrano di natura artificiale. Strutture a piramide, resti che vagamente ricordano insediamenti urbani (rasi al suolo), condutture di tubi ben strutturati, sorgenti di luce anomale, oggetti che ricordano veicoli precipitati, aree che sembrano ricoperte di qualcosa simile a alberi e vegetazione  e molto altro ancora.

Tutto questo ovviamente ha dell’assurdo, oltretutto, se fosse vero, sia la teoria dell’evoluzione che la maggior parte delle dottrine religiose prenderebbero una stoccata colossale! Ecco perché la storia sarebbe da riscrivere, nel caso fosse tutto corrispondente al vero. La mia impressione, triste, è che la minestra sia talmente amara da inghiottire che l’uomo preferirebbe fare come lo struzzo, infilando la testa sotto la sabbia, piuttosto che affrontare la realtà, ammesso che si possa dimostrare.

Dal momento che la storia documentata non sostiene minimamente i viaggi spaziali, devo ritenere che ciò dovette accadere in concomitanza della presenza degli esseri superiori prima del Diluvio. E se le cose stanno così allora potrebbe darsi che Marte fino a quel periodo era un pianeta completamente diverso da quello che conosciamo noi oggi. Questa sarebbe una bella legnata per gli astro-geologi o i planetologi che hanno sempre avuto la mania di datare tutto con numeri di anni dell’ordine seguiti da 6-8 zeri! Ovviamente si tratta di ipotesi, ma anche quelle dei planetologi sono ipotesi. Non so se avete mai sentito parlare di concetti legati alla geologia come “attualismo”, uniformismo, gradualismo e catastrofismo. Se volete approfondire qualcosa, nel libro “I Diluvio Universale – tra mito e scienza” c’è una sezione che affronta i problemi pratici di queste “dottrine” scientifiche. Si noterà come non è affatto semplice, come si vuol far credere comunemente, tracciare un accurato percorso storico sulla geologia dei pianeti, come la Terra, Marte, i satelliti di Giove e altri corpi rocciosi.

Fino a prova contraria chi può allora ragionevolmente dimostrare che i pianeti Terra e Marte hanno 4,5 miliardi di anni? Un altro spinoso problema è capire cosa accadde e quando accadde il fatidico evento, allorché Marte divenne il pianeta che conosciamo oggi. Poiché l’evidente difficoltà a dimostrare con sufficiente approssimazione questi eventi è mirabilmente lampante, diversi ricercatori hanno avanzato ipotesi alternative altrettanto difficili da dimostrare in modo certo, ma molto interessanti. Chi volesse approfondirle potrà seguire ad esempio www.firmament-chaos.com, del dott. John Ackerman, www.metaresearch.org del Dott. Thomas Van Flandern oppure www.palermoproject.com di Efrain Palermo. In ultimo potete seguire anche il mio sito, che è attivo dal 12 luglio 2004, www.pianetamarte.net, nel quale ospito tutti questi ricercatori e sto traducendo e approfondendo tali studi.  

La mia ipotesi parte dal presupposto che le teorie tradizionali siano da rivedere in molti punti, perché frutto di pregiudizi e preconcetti dettati dalla volontà, inconsapevolmente o meno, di mantenere tutto com’è.

La civiltà mista anti-diluviana durò probabilmente diversi secoli e fu abbastanza lunga da permettere lo spostamento verso Marte, nel tentativo di realizzare qualche progetto di dominio maggiore. Solo con l’analisi diretta delle cosiddette “anomalie marziane” potremo avere una conferma definitiva. Basterebbe trovare anche solo qualche resto umano o simile per far tracollare l’intero castello di filosofie che ci siamo costruiti nel corso del tempo! Se, ad esempio, le immagini che mostrano quegli “alberi” su Marte fossero davvero alberi…..come ci sono arrivati? Furono portati dalla Terra? Come hanno potuto sopravvivere in quelle condizioni avverse su Marte, da migliaia di anni?

Poiché gli effetti del Diluvio sulla Terra furono devastanti e totali, non è da escludere che un evento simile abbia colpito anche Marte, provocando l’evaporazione degli oceani e la loro dispersione nello spazio, nonché la perdita della maggior parte dell’atmosfera del pianeta. Poiché il Diluvio fu un evento che, molto probabilmente, provocò sulla Terra una lieve deviazione della propria orbita e un salto precessionale, dovuto allo spostamento dell’asse di rotazione, è presumibile che la causa dovette consistere in un  oggetto di dimensioni planetarie, dotato di grande massa e gravità, capace di sollevare maree di chilometri e smuovere le piattaforme continentali, facendo uscire le sorgenti oceaniche sotterranee della Terra. Tale influsso potrebbe spiegare in modo efficace proprio tale emersione di acque sotterranee, nonché la formazione delle dorsali oceaniche; generate quindi non da  lenti movimenti delle placche continentali in centinaia di milioni di anni, ma da forti pressioni di marea gravitazionale. 

E Marte invece? L’influsso fu nettamente più forte essendo più piccolo della Terra, quanto bastò per produrre violenti fenomeni sotto la sua litosfera, come ad esempio l’emersione di magma ad alta velocità, la perdita di massa sotto forma di frammenti di mantello, nucleo e crosta planetaria lanciati nello spazio, la perdita delle acque e dell’atmosfera e l’emersione della polvere rossa che oggi ricopre il pianeta.  La stragrande maggioranza dei meteoriti che conosciamo è composta da minerali tipici dei mantelli e nuclei planetari. Inoltre avremmo una spiegazione degli asteroidi che orbitano nelle vicinanze di Terra e Marte e dei numerosi meteoriti caduti sulla Terra che si ritiene siano di Marte. La documentazione su questo sarà presto on line su www.pianetamarte.net.

Che dire dell’oggetto causa degli sconvolgimenti? Alcuni ricercatori tra cui Z.Sitchin, autore del libro  "Genesis Rivisited" pubblicato nel 1990,  sostengono che vi sia un decimo pianeta (il mitologico Nibiru) che giunto nel sistema solare interno sconvolse l’equilibrio dei pianeti interni. Personalmente sono più propenso alla teoria di John Ackerman. Essa dice che Venere è un pianeta giovanissimo, avente poche migliaia di anni, nato da un impatto ad alta energia su Giove. La materia espulsa si condensò producendo il proto-Venere, la cui orbita iniziale era molto eccentrica, instabile, ma giungeva fino all’attuale distanza di Venere dal Sole. Proto-Venere, al tempo anti-diluviano era probabilmente un oggetto che si comportava come una cometa e splendeva come un piccolo sole. Può darsi che il mito di Fetonte descrivesse proprio uno degli influssi di proto-Venere con la Terra. Resta il fatto che Venere, avendo un’orbita strana e retrograda, non rispetta l’ordine del naturale processo di formazione di un sistema solare, secondo i canoni della dinamica nelle nebulose stellari dei sistemi solari. Sembrerebbe arrivato dall’esterno!

Un’altra rilevanza è proprio la strana coincidenza tra l’inclinazione dell’asse terrestre e quello di Marte, nonché la rotazione di entrambi i pianeti. Dire che si tratti di una semplice coincidenza è una frase fatta come un’altra. Onestamente lo ritengo molto improbabile. Secondo Ackerman proto-Venere deviò il percorso di Marte, che si avvicinò pericolosamente alla Terra, entrando a formare una coppia geosincrona (evento rarissimo e mai osservato nella realtà, però non impossibile). Tuttavia tale accoppiamento fu devastante per entrambi i pianeti a causa delle loro caratteristiche gravitazionali e magnetiche. Dal mio punto di vista furono proprio gli effetti di marea e di magnetismo dei rispettivi poli a produrre gli effetti del Diluvio Universale e la perdita degli oceani e dell’atmosfera di Marte.

A questo punto avremmo già un parziale quadro generale e potremmo spiegare l’orbita anomala di Venere, la provenienza di tutti i meteoriti e degli asteroidi vicini alla Terra, le inclinazioni degli assi planetari e i salti precessionali. Resta ancora da capire perché Marte abbia una densità un po’ bassa e non ha praticamente il campo magnetico, come confermato dal Mars Global Surveyor. Secondo Ackerman le convulsioni gravitazionali e magnetiche produssero la fuoriuscita del nucleo di Marte. Ma allora qualcuno potrebbe obiettare e chiedere come mai questo nucleo non cadde sulla Terra? Secondo la mia versione ipotetica in realtà ci fu effettivamente un considerevole bombardamento meteorico, ma il nucleo non cadde perchè fu respinto dal polo magnetico terretre opposto a quello del nucleo stesso, appena fuoriuscito da Marte.

Allontanandosi dalla Terra il nucleo fu rapidamente decompresso espandendosi e si raffreddò, così anche il campo magnetico si attenuò gradualmente. Forse fu questa la nascita del pianeta Mercurio, pianeta composto in prevalenza da materiali tipici dei nuclei planetari. Il resto di Marte, a causa della perdita di massa e gravità, risultò possedere una energia inerziale orbitale maggiore per mantenere la coppia geosincrona e si allontanò dalla Terra divenendo il pianeta che conosciamo oggi, morente e quasi sterile, forse con alcuni segni di quel tremendo passato e qualche reminescenza di quell’antica civiltà che durò poco.

Questa ipotesi non pretende di essere la vera spiegazione, ma forse offre una risposta a molte domande tra cui il perfetto sincronismo del Diluvio e della catastrofe di Marte, adatta a porre fine in modo permanete e parallelo a quell’antica civiltà fatta di uomini e esseri superiori indebitamente aggiogati.

Vorrei ribadire che la dimostrabilità di questo quadro teorico è molto complessa. Tuttavia abbiamo alcuni elementi in più che potrebbero renderlo almeno concepibile, nei limiti del possibile. L’eventualità di impatti ad alta energia nei pianeti gassosi, come Giove, è bassissima. Ma non significa che la probabilità che ciò accada sia nulla; qualche anno fa abbiamo assistito alla frantumazione e agli impatti della cometa Shoemaker-Levi 9, a riprova del fatto che nel passato di Giove un impatto violento potrebbe essersi effettivamente verificato. Teniamo anche conto che le interazioni gravitazionali tra corpi celesti qui descritte sono difficili da verificare obiettivamente. Tuttavia esistono sistemi stellari particolari dove si assiste a fenomeni gravitazionali molto violenti, come ad esempio nelle coppie stella-pulsar e stella-buco nero.

Sebbene le ipotetiche interazioni tra Terra e Marte sono un argomento per alcuni assai discutibile e poco dimostrabile, abbiamo un esempio visibile nel sistema solare: le interazioni tra Giove e il satellite Io. Il pianeta Giove possiede un campo gravitazionale esteso e, molto interessante, emana più energia di quanta ne riceve. Il satellite Io gli orbita piuttosto vicino (circa 420.000 km), cosìcchè viene sottoposto ad una forza di marea molto intensa, tale da provocare sul satellite un notevole vulcanismo.

Il Diluvio pose fine a tutto distruggendo ogni cosa e mettendo fine ad una pericolosa esperienza che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Resta ora una domanda: ma perché non ci sono testimonianze chiare, o almeno frammentarie, sull’arrivo di Marte verso la Terra? Proverò a rispondere ponendo una questione nuova e senza dubbio che farà venire la pelle d’oca a qualcuno. Solitamente noi, nel descrivere eventi e storie, tendiamo a non menzionare in genere le cose che riteniamo normali, vero? Allora proviamo ad immaginare che prima del Diluvio il nostro satellite naturale non era la Luna, ma proprio Marte, una normalità per la gente di allora e facilmente raggiungibile…..  Immaginiamo che proto-Venere aveva un satellite che ha scambiato la sua energia orbitale lasciandolo alla Terra, e che fece avvicinare Marte, scatenare il Diluvio e disperdere Marte nello spazio….Conoscete il mito della Terra riflessa nella Luna, vero? Esiste anche questo antico mito in effetti. Se ci fosse qualcosa di vero….come poteva riflettersi la Terra in un sasso sterile? Se però Marte fosse stato a quel tempo un pianeta ricco di acqua, forse per effetto di “lente convessa” dovuta alla marea gravitazionale sugli oceani marziani, poteva apparire un tenue riflesso della Terra sulle sue acque. Ripeto che si tratta di ipotesi, certamente molto controtendenza, ma con una buona coerenza logica. Spero che, sebbene tale ipotesi nell’insieme sia assai dura da mandare giù, possa suscitare un po’ di riflessione e nuove ricerche allo scopo di arrivare infine alla verità storica.

 

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