Cari Amici, per una volta si
cambia: questo articolo, infatti, non avrà Marte come argomento
primario e di spicco.
No.
Resteremo – diciamo così… – nei pressi di Casa Nostra e ci
soffermeremo sul Programma Spaziale Apollo (anche se,
magari, a fine articolo, due “paroline marziane” le spenderemo anche
volentieri…).
Tempo fa scrissi un soggetto
(leggermente ironico) che si intitolava “Come mettere in
dubbio le missioni Apollo ed essere felici“; si
trattava di un articolo di analisi e di critica (costruttiva) su un
certo malcostume culturale (proprio di questi anni e di questo
Paese) nel quale prendevo decisamente posizione contro i detrattori
del Programma Apollo.
Il Programma Spaziale che portò l’Uomo sulla Luna, tra il 1969 ed il
1972.
Forse il messaggio che volevo
“far passare” non ha sortito gli effetti sperati e quindi…ci
riprovo!…
Ciò che mi lascia ancora oggi
un po’ (anzi: molto, a dire il vero) stupito, è il protrarsi delle
ormai incontabili teorie/certezze che hanno quale sostanza dominante
l’infondata menzogna (a mio parere, ovviamente) secondo cui l’Uomo
sulla Luna non c’è mai arrivato e che il Programma Apollo
fu – in pratica – una colossale messinscena concepita a livello
politico e tecnicamente realizzata negli Studi Cinematografici di
Hollywood & Dintorni!
Qualcuno, parlando di questa bizzarra speculazione, parla –
riferendosi ad essa ed ai suoi sostenitori – come di “Ipotesi
Complottista” o “Cospirazionista”.
E perchè no? Potrebbe essere effettivamente così…Forse.
O forse no.
Comunque sia, ecco, io vorrei invece rivedere l’intera questione da
un’altra prospettiva.
Teoricamente parlando, infatti, un complotto di questo tipo dovrebbe
soddisfare ALMENO un semplice trittico fatto di Logica, Economia e
Proporzionalità: se il Programma Apollo fu solo una
messinscena, infatti, esso doveva LOGICAMENTE servire a (diciamo
coprire?) qualcosa, NON doveva COSTARE troppo ed il suo risultato
doveva essere PROPORZIONALE (in termini economici, politici, sociali
etc.) a quanto investito (nei medesimi termini).
Giusto?!?
Tuttavia, solo per restare
nell’ambito economico della questione, possiamo dire con voce serena
che la documentazione ufficiale prodotta a consuntivo delle Missioni
Lunari dimostra che la Race to the Moon avuto dei costi
esorbitanti.
Folli, addirittura. Costi “fuori logica e fuori budget” – eccessivi,
insomma – se si deve pensare ad una mera “bufala”.
Facendo pochi e semplici conti, infatti, ci troveremmo davanti ad
una situazione sostanzialmente paradossale: la situazione di
colui/coloro che devono imbastire, realizzare e gestire una
ultracomplicata e dispendiosissima commedia il cui unico scopo era
quello di occultare qualcosa il cui costo intrinseco era
(relativamente) basso.
L’idea del complotto la si potrebbe anche capire e sposare qualora
gli Americani avessero inscenato le Missioni Lunari per nascondere
qualcos’altro – diremmo di ben più costoso e/o clamoroso…
Ma che cosa?!?
Riguardo a questa ipotesi, quindi, più che di “Ipotesi
Complottistica” io parlerei di posizione demenziale oltre che di
diffamazione bella e buona. Gli elementi di supporto esplicativo a
questa e per questa situazione/posizione potrebbero essere questi
due:
• Uno soggettivo, che è dato
dall’ignoranza di coloro che parlano delle Missioni Apollo come di
“Falso Storico”: costoro, infatti, avendo come base culturale
primaria “Internet” e tutte le sue innumerevoli (ormai) aberrazioni,
non conoscendo, in parte o del tutto, la Storia e mancando di
elementari nozioni scientifiche, possono incappare (anzi: incappano)
in discorsi troppo complessi per loro. Discorsi che, laddove
affrontati male, si trasformano in chiacchiere insensate e/o
addirittura ridicole;
• Uno oggettivo, che è la deliberata manipolazione, alterazione e
distorsione dei fatti operata da soggetti interessati (di regola per
questioni ideologiche e/o di business) la quale diviene la terra
(fertilissima) su cui fiorisce quella che si può chiamare “Scienza
da Bar” e che sfocia – anche in questo caso – in una eruzione di
chiacchiere dannose, futili e, alla fine, diseducative.
Tutto chiaro? Tutto semplice?
Purtroppo no. Non meno demenziali di molte tesi “complottiste” sono,
infatti e purtroppo, altrettante tesi proposte dagli “anti-complottisti”.
Perchè? Perchè in esse si è potuta riscontrare la medesima –
tristissima – ignoranza di base, nonché la stessa – ottusa ed
aggressiva – faziosità ideologica propria dei primi.
Morale: quanto più si va agli estremi nel prendere posizione, tanto
più si rischia di perdere l’equilibrio ed il buon senso, finendo con
il dare uno spettacolo degno del miglior ciarpame trasmesso dalle
maggiori TV nazionali.
Ma non solo. Se la demenzialità spudorata e la diffamazione sono le
armi dei Complottisti, è pur vero che gli Anti-Complottisti, per
come agiscono, per quello che dicono e per COME lo dicono verrebbero
a caratterizzarsi – guarda caso – per il fatto di essere anche loro:
• Ignoranti (ed arroganti),
poiché non conoscendo (o misinterpretando, capziosamente), in parte
o del tutto, la Storia e difettando, nella grande maggioranza dei
casi, di elementari nozioni scientifiche (oltre che di educazione e
buon senso) finiscono con l’incappare in discorsi fuorvianti;
• Vittime (consapevoli o inconsapevoli?!?) della deliberata
manipolazione, alterazione e distorsione dei fatti operata da
soggetti interessati (sempre per questioni ideologiche e/o di
business) la quale diviene la terra (ancora una volta fertilissima)
su cui fiorisce quella che si può chiamare “Contro-Scienza &
Contro-Politica da Bar”; Contro-Scienza & Contro-Politica che
sfociano – anche in questo caso – in una valanga di chiacchiere e di
stupidate.
E allora, tutto ciò premesso,
come tenere a freno l’esuberanza (massì, chiamiamola così…) che è
propria sia dei complottisti che degli anti-complottisti?
Personalmente credo che le guerre ideologiche siano comunque delle
guerre perse in partenza; per i terzi osservatori, poi, la Presa di
Posizione è inutile, poichè non c’è bisogno di combattere nessuno
dei contendenti: essi finiranno inevitabilmente con l’annientarsi
(filosoficamente e, forse, anche fisicamente) fra loro…
Piuttosto, credo che la presenza di questi chiacchieroni sia utile a
fare pubblicità proprio agli Enti, ai Siti ed alle Persone che
costituiscono oggetto del loro odio-amore: più costoro ne parlano,
infatti, e più accrescono l’interesse e la curiosità dei Terzi verso
queste Materie e verso i loro Cultori.
Per quanto riguarda chi Vi
scrive, devo dire che a me, in sostanza, i complottisti e gli
anti-complottisti non provocano fastidio né irritazione. Sono lieto
che esistano e che si dilettino nel diffondere “saggezza”, “amore
per la verità”, “conoscenza” e via dicendo…
Devo essere sincero: fra i due Schieramenti, in vero preferisco gli
anti-complottisti – perchè (talvolta) li trovo più istruiti ed
obbiettivi rispetto ai cospirazionisti (i quali molto spesso si
arrampicano sugli specchi per sostenere le loro tesi). Però, quanto
più essi cercano di essere divergenti gli uni dagli altri, tanto più
finiscono con l’assomigliarsi (specie se si osserva l’attenzione
maniacale con cui costoro, nel definire la loro Ideologia, scartano
i bugs grandi come moscerini e, ovviamente, si dimenticano di
rimuovere quelli grossi come elefanti…).
Ma che cosa c’entra l’Apollo
13 con questa problematica “culturale” (e, come da
titolo, anche “sotto-culturale” e “contro-culturale”)?
C’entra.
Ed ora, per provarlo, spenderò qualche parola sulla missione più
sfortunata degli Apollo Days e che ho scelto quale Simbolo per la
difesa della Autenticità del Programma Spaziale Americano. Vediamo
la faccenda in modo semplice ed immediato…
La missione Apollo 13 ebbe inizio l’11 aprile 1970. Soffermiamoci su
questa bellissima fotografia originale NASA facente parte degli
archivi di Lunar Explorer Italia…
Vi siete mai chiesti quanto
sarebbe costato realizzare un simile scenario, con tanto di razzo
che decolla – per non parlare del rischio incendi di un modellino
così complicato da gestire? Tutto questo per nascondere…cosa?
Al lancio del vettore Saturno V c’erano un’infinità di presenti: le
famiglie degli Astronauti, gente comune, giornalisti, personale
militare e personale specializzato in caso di disastro. Credete
forse che alla NASA conveniva spendere tanto denaro per pagare tutti
i presenti affinché recitassero la parte degli attori improvvisati
in un film stile Capricorn One? E allora i giornalisti con
le loro cineprese accese che cosa stavano filmando?
Ed a proposito di film e di “fictions”, avete mai visto il film
“Apollo 13″ (quello con Tom Hanks, Gary Sinise, Kevin Bacon
e la bellissima Kathleen Quinlan)? No? Beh, se questa è la
Vostra risposta, allora guardatelo: spendere qualche euro per un
film come questo è denaro speso bene! Non è un romanzo di
fantascienza, bensì il genuino reportage “day-by-day” della missione
Apollo 13. E c’è davvero molto da imparare guardandolo… Secondo il
mio punto di vista questo film è la più bella risposta che si poteva
offrire agli amanti dei complotti.
Ecco i tre membri dell’equipaggio Apollo 13: Fred Haise, Jack
Swigert e Jim Lowell (il Veterano, dato che Lowell
prese parte anche alle missioni Gemini 7 e
Gemini 12).
Quanto avrebbero ricevuto costoro
per inscenare una missione mai effettuata? Nel film, per chi lo ha
visto, sono stati raccontati con sufficiente dovizia di particolari
tutti i momenti belli, emozionanti e persino più commoventi vissuti
anche dalle famiglie degli Astronauti. Per esempio la madre di Jim
Lowell era ricoverata in un istituto dopo aver avuto un ictus. Roba
inventata? E poi sono ben narrati gli eventi critici del volo
Terra-Luna, sopratutto dal momento in cui si verificò il famoso problema
ai serbatoi dell’ossigeno…
Perchè ed a quali scopi la NASA si sarebbe inventata un “fallimento di
grande successo”? Per nascondere cosa? O per distogliere l’attenzione da
che cosa?
Come avrebbe detto il grande Totò: “Ma mi faccia il piacere!”
Riprendiamo: si era già sottolineato che al momento del lancio (rectius:
di TUTTI i lanci!) erano presenti molte persone (e televisioni,
collegati in Mondovisione!), esattamente come all’atto del recupero
della/e capsula/e post ammaraggio. Ma guardate Voi stessi: questo frame
è originale…
E allora: chi avrebbe convinto
tutte queste persone a partecipare ad una sceneggiatura tanto reale
quanto squallida? Si provi a fare un ragionamento basato sul sempre
attuale Rasoio di Okkam: ebbene, in virtù della logica
sottesa a tale “rasoio”, sarebbe molto più semplice – ergo più
corretto/esatto – dedurre che potrebbe essere stato tutto vero.
Chi inventò l’otite di Alan Shepard (originariamente Membro
scelto per la Missione Apollo 13 e poi dirottato – per sua fortuna!
– sull’Apollo 14)? Non solo: Jack Swigert era, addirittura,
la riserva della riserva. Il medico della Missione pensò che uno dei
membri dell’equipaggio di Lowell (Mattingly, per
l’esattezza) avesse contratto il morbillo. Swigert fu
allertato due giorni prima del lancio!).
E chi si inventò l’accesa discussione tra Lowell ed i
Responsabili della Missione? Diverbi (anche alquanto “pregnanti”…)
inventati per quale motivo? Non occorre fare un eccessivo sforzo per
capre quanto una missione come Apollo 13 fosse complessa: una
Missione risoltasi in un’infinità di situazioni curiose ed inattese,
di imprevisti, di calcoli meticolosi, di tanto estenuante lavoro
svolto da tante Persone operando con ansia, tensione, una buona dose
di orgoglio, un pizzico di buona sorte e tanto entusiasmo…
Lo stesso Lowell, alla fine, disse che TUTTI, dagli Astronauti ai
ragazzi che pulivano i pavimenti della Sala di Controllo, facevano
parte di quel Progetto.
E non tralasciamo l’indotto
industriale che costruì materialmente il Saturno V, l’industria che
realizzò il Lunar Module (la Grumman Inc., ad
esempio, un Colosso dell’Ingegneria Metal-Meccanica, letteralmente).
Erano tutte industrie fantasma?
Oppure la NASA pagò tutto e tutti per simulare delle finte missioni?
Beh… scusate ma… sarebbe costato meno (MOLTO MENO!) andare sulla
Luna!
E procediamo con l’Odissea del “Lucky Thirteen“… Ad un
certo punto della Trans-Lunar Coast, Jack Swigert ricevette
l’ordine di rimescolare i serbatoi dell’ ossigeno e poco dopo si
verificò l’esplosione a bordo del CSM Odyssey.
Ma quando e come alla NASA avrebbero avuto il tempo e la fantasia
per pensare ad un simile racconto, così ben romanzato e carico di
pathos? Chissà che l’immagine qui sotto sia solo uno scatto che
riprende un bel modellino in versione “sporca” (i collezionisti di
fantascienza sanno…).
Soffermiamoci ancora su questo: Apollo 13 era già
la terza missione diretta verso la Luna. Stando alle stesse parole
dell’Addetto Stampa della NASA pare che i media (nella fattispecie i
telegiornali) cominciassero a snobbare il Programma Spaziale perchè
troppo “normale” e meno interessante di una gita a Pittsburgh!
Sarebbe stato decisamente improduttivo per chiunque seguire un
evento fantasma, privo di qualsiasi drammaticità se non nella mente
di chi avrebbe inventato tutto, non vi pare? Per ridestare
l’interesse dei giornalisti occorse proprio l’incidente a bordo
dell’Odyssey. Ora la situazione era più intrigante ed i giornalisti
avrebbero trovato carne da mettere al fuoco…
Un argomento “pro-falsità” della Missione? No: fu infatti l’allora
Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, il
quale volle una stima sulle probabilità di salvataggio dei tre
astronauti. Dunque anche Nixon prese parte ad una colossale
farsa?
Ma c’è ancora tanto altro da vedere e valutare…Ci sono stati,
infatti, tantissimi momenti drammatici nella missione Apollo 13, tra
i quali ci piace rammentare quello dell’eccesso quantitativo di CO2
nell’aria respirata dagli Astronauti ed il consumo di corrente
elettrica sul LEM (la loro “scialuppa di salvataggio” per il ritorno
a casa).
Per ritornare sulla Terra sani e salvi, infatti, gli Astronauti
dovevano ridurre drasticamente il consumo di corrente elettrica
altrimenti sarebbero rimasti senza energia in poco tempo. Ma come
fare “a risparmiare sulla Bolletta”? Gli Astronauti, infatti,
dovevano mantenere il LEM attivo durante tutto il viaggio di ritorno
e non solo: dovevano pure mettere sotto carica il CSM per lo
svolgimento delle operazioni preliminari al rientro finale in
atmosfera… Insomma, bisognava abbassare il consumo di corrente da 60
a 12 Ampères: non di più e non di meno.
Certamente si trattava di una situazione estremamente delicata: agli
Astronauti occorrevano adeguate procedure operative (leggi:
Istruzioni sul CHE COSA fare e sul COME farlo) nel più breve tempo
possibile. E così fu, grazie al prezioso lavoro svolto a terra nei
simulatori.
E continuiamo a riflettere: dato che la Missione doveva culminare
con la discesa del LEM sulla Luna, la situazione standard
(prefigurata a Terra, in sede di Mission Planning) prevedeva due
Astronauti sul nostro Satellite ed uno in orbita sul CSM. Risultato:
se le cose fossero andate “comme il fallait”, tutti avrebbero avuto
aria a sufficienza e senza problemi di letali eccedenze di CO2 (sul
LEM, infatti, vi erano ben 5 Air-Filters dimensionati per le
esigenze di 2 persone su un giorno e mezzo di permanenza).
Purtroppo però, gli eventi presero una piega diversa dal previsto e
quindi Lowell, Swigert ed Haise rimasero TUTTI a bordo dell’Acquarius
e con una sola priorità: ritornare a Terra.
Date queste premesse, è naturale che il problema dell’eccesso di CO2
nell’aria del LEM non tardò a manifestarsi…
Ma la vera domanda è (fu): come risolverlo? La “rogna” più grossa
consisteva nel fatto che le cartucce/filtro del LEM erano a pianta
circolare mentre quelle del CSM erano a pianta quadrata! Volendo
utilizzare i filtri per il CO2 del CSM Odyssey bisognava quindi
inventarsi un sistema per infilare un piolo quadrato in un buco
circolare, utilizzando il (poco) materiale disponibile.
Anche in questo caso occorrevano nel più breve tempo possibile le
procedure operative per realizzare il tutto sul LEM. E, anche questa
volta, tutto venne concepito, elaborato e realizzato alla
perfezione.
Credete ancora che i drammatici eventi
dell’Apollo 13 furono parte di un colossale spettacolo teatrale
inscenato per nascondere… niente? Beh, scusatemi ma ci vuole proprio
un bella faccia di bronzo per sostenere una simile baggianata!
Tutto inventato? La Sala Comando era finta oppure erano le persone
presenti ad essere gli attori di una commedia spaziale? Finti i
vettori Saturno V? Ma, abbiate pazienza, coloro che assistevano ai
lanci, che cosa vedevano alzarsi? Forse un modellino…in scala
naturale? E perchè gli Astronauti, una volta sulla superficie
lunare, saltellavano per spostarsi (diciamo che si muovevano
“innaturalmente”) mentre nelle produzioni di science-fiction (tra
cui segnaliamo Spazio 1999 e 2001 Odissea
nello Spazio) si vedeva chiaramente che i movimenti degli
attori erano “movimenti terrestri” (un semplice camminare, appunto)
ma ripresi al rallentatore?
Il Programma Apollo fu reale si sa. Lo so io, come lo sanno tutti:
costò miliardi di miliardi di Dollari e qualche vita umana. Fu amato
da milioni di persone e meno amato da milioni di altre, ma
“accadde”. L’allunaggio del 20 luglio 1969 tenne (in accordo alle
stime dell’epoca) circa un miliardo e mezzo di telespettatori
incollati alla sedia. Eppure, a distanza di quasi 40 anni, si
continuano a blaterare cose meschine e vergognose su quella che si
può definire la più grande Impresa che l’Uomo riuscì mai a
realizzare…
Ci sono, naturalmente, alcuni dettagli oscuri (diciamo pure curiosi,
misteriosi, talora ambigui e molto spesso controversi) di quello che
accadde durante il Programma Apollo: sappiamo anche questo.
Il problema fondamentale, però, era ed è rimasto nella complessità
legata al tentativo (quasi sempre isolato e disperato), posto in
essere da parte dell’Appassionato e/o del Ricercatore Indipendente,
di “acquisire certezze”.
Prendiamo come esempio un caso interessante: Armstrong nel
momento in cui scendeva la scaletta del LEM. Egli stava per posare
il suo piede sul suolo della Luna:”A small step for a Man, a
giant leap for Mankind“.
Tutti lo videro scendere.
E allora: c’era una macchina da ripresa all’esterno del LEM? E chi
la sistemò là fuori?
Possibili risposte:
• Neil Armstrong non fu affatto il Primo Uomo a posare il piede
sulla Luna perchè qualcun altro uscì “prima” di lui per piazzare la
cinepresa;
• Neil Armstrong era l’attore “principe” di un film girato da
qualche parte;
• A bordo del LEM (ed anche all’esterno del medesimo) c’erano
diverse macchine da ripresa.
Ora, che cosa Vi suggerisce il “Rasoio di Okkam”?!?
Ma l’elenco di “stranezze” è lungo: la bandiera americana che vibra
nel “vento” lunare, alcune ombre “impossibili” dei LEM, della
bandiera stessa, delle rocce lunari e degli Astronauti…e così via.
Vedete, cari Lettori, per QUASI tutte queste “stranezze” esistono
delle spiegazioni tanto semplici, quanto ovvie. Però, se non ci
prendiamo almeno il tempo per capire alcune elementari Leggi Fisiche
ed Ottiche, saremo facili prede di coloro che, forse in buona o
forse in mala fede, giocano con la nostra mediocre conoscenza dei
meccanismi che governano l’Universo in cui viviamo.
E non è tutto: vi sarebbero, infatti, parecchie conversazioni
intercorse fra gli Astronauti ed il Mission Control che
testimonierebbero la presenza (costante?) di “oggetti volanti non
identificati” nello spazio fra la Terra e la Luna (presenza non
semplicemente limitata ad una sola delle Missioni Spaziali dirette
al nostro unico Satellite Naturale).
Inoltre, nell’abbondante documentazione fotografica (ufficiale per
intenderci) disponibile esistono svariate immagini che mostrerebbero
tracce luminose nel cielo della Luna, riflessi anomali, curiose
conformazioni del suolo etc.
Ed è proprio l’insieme formato da tutto ciò che avrebbe dato tanti
argomenti ai ciarlatani, siano essi complottisti o anti-complottisti.
Il ruolo di Internet, poi, in questi ultimi 10 anni è stato
determinante nel fungere da cassa di risonanza ed amplificatore per
i sostenitori di entrambe le fazioni: basta sfogliare il Web per
trovare siti, forum e blog laddove le accuse, le contro-accuse, le
smentite e le conferme, le gags, le battute sarcastiche, gli insulti
e quant’altro si sprecano.
Ed il bello (si fa per dire…), in questo panorama assurdo e
demenziale, è che tutti, o quasi, ritengono di aver ragione…Ma chi è
che ha realmente ragione? Per rispondere a questa domanda ho scelto
questa immagine che segue.
Essa è riferita alla missione Apollo 11. Mentre
Neil Armstrong fotografa “Buzz” Aldrin si
nota nel visore di Aldrin un punto luminoso, in alto, verso
il margine superiore del visore.
Di che si tratta? Forse di una stella? Forse era
un oggetto in caduta del tipo meteorite o simili? Oppure si trattava
di un OVNI?
Già, domande. Ma come fare a stabilirlo? Potremmo analizzare il
fotogramma in centomila modi diversi, ma non credo proprio che
riusciremmo a stabilire la natura dell’oggetto luminoso riflesso nel
visore di Aldrin.
Naturalmente questa (comunque splendida) immagine si presterà
facilmente ad interpretazioni che si configureranno da “appena
diverse” e sino a “totalmente divergenti”, in base alle varie
correnti ideologiche alle quali gli Interpreti del frame ritengono
di appartenere: per chi opta verso tesi esotiche si tratterà,
evidentemente, di qualcosa di emblematico e/o di alieno.
Per i pragmatici, si tratterà solo un difetto dell’immagine o di
qualcosa di simile… Ma in ogni caso – e per la “gioia” di
complottisti ed anti-complottisti – le Missioni Apollo sono e
saranno ancora (riteniamo per molto tempo) un eccellente campo di
battaglia dove potersi (virtualmente) massacrare, orchestrando al
meglio le proprie capacità dialettiche e persuasive.
Ma potranno mai i complottisti dimostrare che le loro tesi sono la
“verità”?
E potranno mai gli anti-complottisti fare altrettanto?
Una cosa è certa: dimostrare che il Programma Apollo fu reale non
richiede certo l’aderire al fronte anti-cospirazionista.
Le Missioni Apollo fanno parte della Storia Moderna dell’Uomo.
Piuttosto poniamoci qualche altra (più interessante) domanda:
• Chi è in grado di dimostrare l’infondatezza
delle presunte conversazioni tra gli Astronauti e il Controllo a
Terra, riguardanti le costanti presenze – attorno ai CSM ed ai LEM –
di “OVNI”?
• E chi, d’altro canto (Astronauti e NASA a parte), potrà mai
dimostrarne indiscutibilmente la fondatezza?
• Dopo aver speculato fino al parossismo sulle tracce luminose
visibili nei Cieli della Luna in numerosissimi frames originali
Apollo, a che conclusioni arriveremo?
Dal momento che, trascorsi 35 anni dall’ultima missione lunare
(Apollo 17), siamo ancora qui ad assistere al pietoso spettacolo
offerto da coloro che si guadagnano la pagnotta su assurdità
cosmiche e dall’altrettanto pietoso spettacolo offerto da sapienti
denigratori e faziosi schernitori, mi chiedevo se il Programma
Spaziale Apollo non fosse addirittura diventato meno interessante
dei suoi – comunque affascinanti – contorni, veri o presunti…
Mi chiedo se valga di più l’Astronauta che cammina sulla Luna oppure
il puntino luminoso che si vede in qualche frame…
Se, dunque, nello spazio Terra-Luna c’era “qualcosa” o “qualcuno”
che accompagnava gli Astronauti, le opzioni disponibili sono solo
tre:
• La NASA si è inventata tutto;
• Qualche bontempone ha capziosamente interpretato il nulla
travestendolo da qualcosa (per motivi politici o di business);
• Oppure “qualcosa” o “qualcuno”, là fuori, c’era davvero…
Scegliete l’opzione che preferite: al
sottoscritto (come a tutti gli Amici e Colleghi di Lunar
Explorer Italia) non verrà comunque in tasca nulla!
Idem dicasi anche per le cosiddette “anomalie fotografiche”,
considerando che esistono spiegazioni tanto semplici quanto
razionali per interpretarle tutte (nota: sul significato di
“razionale” varrebbe la pena – magari un’altra volta – di spendere
qualche parola).
Ma il punto della querelle è un altro: siamo noi (tutti noi!) capaci
ed in grado di fare delle scelte senza necessariamente dichiarare
guerra a coloro che la pensano diversamente?
La risposta è nei fatti ed i fatti dimostrano che, ancora oggi (come
nei secoli e nei millenni trascorsi), gli uomini si dilettano a
massacrare – fisicamente, moralmente ed intellettualmente – tutti
gli “altri” uomini che “dissentono” (rispetto ad un certo punto di
vista, ovviamente).
Non si fanno distinzioni di colore, sesso, fede politica e
chewing-gum preferito: l’importante non è dibattere e convincere;
l’importante è alzare i toni delle conversazioni (meglio urlare),
offendere e cercare proseliti. Nulla di più.
Ed in questo (squallido) scenario – tanto per tornare al punto
primario e chiudere – chi sarà il vincitore nel duello tra i
Cospirazionisti ed i loro avversari?
Beh, personalmente non credo alle grandi cospirazioni attuate dagli
Americani in collaborazione con altri governi per celare alle masse
delle (tutte da dimostrare!) grandi ed eclatanti scoperte le quali
devono restare rigorosamente occultate.
Però vorrei pure rammentare a TUTTI che esistono sia negli USA, come
d’altronde in Italia ed in tutto il Mondo, parole quali “Segreto
Militare”, “Segreto di Stato”, “Segreto Istruttorio”, “Segreto
Industriale & Professionale” e persino noi, gente comune, abbiamo i
nostri piccoli segreti.
Esistono i Servizi Segreti, esistono Organizzazioni Segrete… E tutto
questo è perfettamente legale, riconosciuto ed accettato.
E che cosa vuol dire tutto ciò? Forse che viviamo in un mondo di
cospiratori? Credo che i nostri amici Complottisti ed
Anti-Complottisti, prima di aprire bocca e dire stupidaggini,
farebbero bene a ricordarsi questa “scaletta” (non esaustiva ma
meramente esemplificativa) delle maggiori Classi di “Informazioni”
(e relativi “Segreti”…):
• Informazioni di Classe I (o
Commonly Available or Known to Everybody Info): sono
informazioni prive di “tensione” (politica, sociale, culturale,
storica, scientifica et sim.) che si possono tranquillamente
rivelare al Pubblico (anche “in diretta” – cioè mentre vengono
acquisite – e senza problemi);
• Informazioni di Classe II (o To Be Evaluated
Info): trattasi di informazioni che si possono anche rivelare
al Pubblico, ma solo in un secondo momento rispetto alla loro
acquisizione (diciamo quindi in leggera “differita”) e dopo che sia
stata effettuata una piccola analisi relativa al loro potenziale di
Impatto (politico, sociale, culturale etc.);
• Informazioni di Classe III (o Virtually
Dangerous Info): sono informazioni che non possono essere
rivelate al Pubblico entro tempi brevi, (occorre attendere, da pochi
mesi e sino ad alcuni anni). Le motivazioni di questa
semi-segretezza sono svariate e non esaminabili in questa sede;
• Logicamente derivanti dalle Informazioni di Classe III ci sono le
Informazioni di Classe IV (Classified Info)
le quali non possono essere rivelate se non dopo che sìano state
acquisite (ed eventualmente diffuse) conoscenze, pensieri e
sensibilità logicamente e tecnicamente preliminari rispetto ad esse
(le tematiche relative alla cosiddetta retro-ingegneria fanno parte,
ad esempio, delle info di Classe IV);
• Informazioni di Classe V: sono informazioni
“trasparenti” – nel senso di “invisibili” – e sono al 100% TOP
SECRET. Esse NON sono destinate al Pubblico. Mai.
Ma, si dice, l’Opinione Pubblica (e cioè
“NOI”) vuole sapere, deve sapere, ha il diritto di sapere e così
via.
Davvero? Noi vorremmo sapere?
E che cosa vorremmo sapere? O meglio: che cosa dovremmo sapere?
Ma siamo realmente pronti per sapere e conoscere determinate “cose”?
Siamo abbastanza maturi da accettare informazioni che potrebbero
minare il nostro estabilishment sociale, economico, politico e
religioso?
Ciascuno (dopo essersi guardato attorno e dentro) risponda nel
proprio “Foro Interno” – con onestà, se possibile.
Il punto nodale di tutta la Materia, alla fine (e cioè una volta
esaurite tutte le domande e le speculazioni logiche e filosofiche
che, rispettivamente, avremmo potuto porre a noi stessi e quindi
svolgere), è solo uno: nel momento in cui una determinata
“cospirazione” (o “complotto”, che dir si voglia) avesse un costo
maggiore rispetto a quello che dovrebbe essere il suo “utile”
finale, essa non avrebbe un sostegno logico per la sua esistenza.
E comunque, se possibile, cerchiamo di non confondere la
“cospirazione” che si sostanzia nel dubbio sull’esistenza o la non
esistenza di qualcosa (o di qualcuno) con il mantenimento – per
motivi, forse, a volte discutibili – di un controllo sulla
diffusione delle informazioni relative alla stessa esistenza di quel
“qualcosa” o di quel “qualcuno”.
Ad esempio: out there, nello spazio interplanetario, non c’è proprio
nulla oltre che rocce, gas e fanghiglie chimiche? Oh, no! La mia
opinione è che, fuori dalla nostra atmosfera, ci sono infinite
meraviglie e sorprese (tutte MOLTO interessanti…); senza andare
troppo lontano, pensate a
• segni di Forme Vitali pregresse su Marte (e non solo…);
• tracce di Forme Vitali tuttora presenti su Marte (e non solo…);
• tracce di attività intelligente “alternativa” alla attività
terrestre nel nostro Sistema Solare (…);
• immense ricchezze a disposizione del Genere Umano (ed esprimibili
in risorse Energetiche – minerali ed idrocarburi in primis).
Forse mi sbaglio, ma tutto questo potrebbe essere abbastanza
plausibile da giustificare qualche piccola limatura nel “normale
flusso delle informazioni”…
Complottismo? Anti-complottismo?
“…Houston, We Have A Problem…Again!”.
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