Che nesso potrebbe esistere fra i
cosiddetti TLP (ovvero i “Transient Lunar Phenomena”, in accordo alla
terminologia Internazionale di riferimento) e l’origine stessa del
nostro unico Satellite Naturale?
Difficile dirlo – ora come ora – ma un nesso, forse (anzi:
probabilmente), esiste davvero ed in queste pagine tenteremo di
delineare un’ipotetica linea di collegamento.
Che si tratti di speculazione, di
fantascienza o di ipotesi – ad oggi – non più nè meno accettabili di
tante altre…lo deciderete Voi. Buona lettura!…
In primo luogo proviamo a
riprendere qualche concetto caro al Dr Alessio Feltri.
Allora: se abbiamo ben
afferrato quanto il Dr Feltri ipotizza, il nostro Universo, dalla
sua componente più piccola (e microscopica) a quella più grande
(ergo macroscopica), dovrebbe presentare una specie di “impronta” –
o “matrice” – comune e costante, riconoscibile in certe figure (e
strutture) che il Dr Feltri stesso definisce e racchiude nel termine
di “Rete Sinaptica”.
Ma questa “Rete” che cosa
potrebbe indicare?
Forse l’impronta di un Creatore (che sia un Creatore nel senso
Biblico o a-Biblico del termine dipende esclusivamente dal
Vostro…Credo!)?
L’impronta di “Qualcuno” (o di Qualcosa) che ha progettato e
definito le proprietà organizzative della materia?
O magari è tutta casualità, pura, sfrontata ed assurda?
Diciamo che, in questa sede ed
in questo momento, “non lo sappiamo” (anche se molti di noi già
hanno, in cuor loro, qualche idea): non si tratta di una
dichiarazione di impotenza, attenzione!
E’ che, ammettendo di non sapere, evitiamo (anche) di portare il
Lettore a conclusioni, in qualche modo, pre-confezionate (se non
addirittura preconcette): il cammino è arduo ed ognuno di noi deve
(tentare, almeno) di arrivare da solo alla maturazione di una
propria convinzione.
Ciò premesso, se quanto
crediamo di interpretare e dedurre dai Lavori del Dr Feltri fosse
corretto, allora potremmo anche considerare la formazione
dell’intero Universo (con tutto quello che esso contiene, dal micro,
al macro – Vita inclusa, ovviamente…) come il prodotto di un Ordine
e di un Progetto precisi, ben lungi da quei concetti di mera
probabilità (citiamo:”…considerata l’estensione del Tempo e la
dimensione dello Spazio, l’Universo e la Vita diventano
inevitabili…”) ed astrattezza che sono tanto cari ad una larga
percentuale di Scienziati e Ricercatori “pragmaticamente
tradizionalisti”.
Da queste premesse, alle
teorie Creazionistiche di Matrice Positiva che oggi vanno per la
maggiore (e per le quali il nostro Sistema Solare sarebbe nato
all’incirca 4,6 miliardi di anni fa, da una nube proto-planetaria
che ruotava attorno ad un allora giovanissimo Sole) a quelle pure
Creazionistiche, ma di Matrice Etica – o Religiosa, se preferite –
che ci piace riassumere (e scusateci l’eccesso di compressione)
nella frase “…e dal Buio, fu la Luce…”, condensando la nascita
dell’intero Universo (più o meno come lo vediamo oggi) in un preciso
(!) lasso di tempo il quale viene fatto pari a 144 delle nostre
“umane” ore (insomma: sei giorni di travaglio, e poi il meritato
riposo del Creatore) il passo è breve.
Interessante, non credete?!?
Ma, in tutto questo discorso, dove andiamo a collocare la nostra
Luna?
Qual’è la logica creativa (se
c’è una logica) che ha portato alla formazione del nostro unico
Satellite Naturale?
Insomma: nei macro-disegni che tentano di spiegare, muovendosi tra
Scienza e Fede e fra Razionalità ed Immaginazione, le “origini”
dell’Universo ed i passaggi che hanno portato dal Nulla al Tutto e
dall’Oscurità alla Luce, che posto c’è per la nostra piccola Luna?
La domanda potrà sembrare
strana, se non addirittura irriverente (vista la magnitudine dei
temi già sfiorati), ma vi assicuriamo che non lo è affatto!
Parlare dell’origine della Luna non è meno complesso né meno
affascinante del parlare delle origini dell’Universo, ed ora Vi
diremo perchè:
1. Perché esistono un
groviglio di ipotesi sull’origine della Luna (e quando le ipotesi
proliferano, di regola, il mistero è fitto e la chiarezza latita…);
1. perché le teorie proposte, ora più ed ora meno, sono tutte
incomplete, carenti, “mancanti” di quel qualcosa che le potrebbe
rendere almeno sommariamente accettabili;
2. perché le domande in sospeso sulle maggiori proprietà fisiche,
chimiche e – perché no? – gravitazionali della Luna sono ancora
tantissime e prive di risposte complete e credibili;
3. perché, svolgendo il nostro lavoro, abbiamo trovato alcune teorie
alternative (ed anche, apparentemente, un po’ folli…) le quali, però
– e paradossalmente – soddisfano la Logica (e l’Immaginazine) molto
di più delle maggiori teorie tradizionali (pensate, ad esempio, alla
tesi dell’originario sistema binario Terra-Marte il quale, per
motivi ignoti, venne sostituito dall’attuale sistema Terra-Luna;
oppure provate a leggere quanto ci racconta il Prof. Richard
Hoagland a proposito del suo Sistema Ternario Terra-Luna-Marte…);
4. perché la Luna sembra dare, costantemente (anche se
nell’indifferenza generale) dei “Segnali di Vita” i quali, in un
modo o nell’altro, andrebbero studiati, compresi (sin dove
possibile) e quindi classificati (pensate proprio ai TLP o agli
Extra Lunar Objects o ai Fast-Walkers et così via).
Che ne dite? I “perché”
abbondano e noi abbiamo così tanto materiale che potremmo lavorare
per una Vita; il difficile, forse, è proprio “trovare un punto di
partenza”…Vediamo un po’…Potremmo cominciare con il ripassare
qualcuna delle più note Teorie sulle possibili origini della Luna.
TEORIA DELLA FISSIONE: mentre
la Terra era ancora un agglomerato di elementi allo stato –
prevalentemente, se non esclusivamente – fluido, da essa (per motivi
ignoti…) si staccò un Frammento il quale, nelle ere, si raffreddò,
trovò un punto di equilibrio gravitazionale rispetto al suo
“genitore” (e, di conseguenza, un’orbita stabile) e quindi, un poco
alla volta, arrivò a raggiungere quell’aspetto che oggi ben
conosciamo.
Si tratta di una Teoria credibile? Se accolta, essa porrebbe seri
ostacoli all’accettazione delle maggiori teorie esplicative sulla
formazione dei pianeti rocciosi in genere poiché essa implica che la
“frammentazione planetaria” potrebbe (almeno in teoria) verificarsi
in qualsiasi modo, imprevedibilmente e su qualsiasi pianeta il quale
si trovi ancora allo stato fluido o semi-fluido. Tale
“frammentazione”, inoltre, potrebbe verificarsi (perché no?) anche
più di una volta.
E poi: qual’era la velocità angolare iniziale della Terra per
potersi produrre un simile “effetto-fionda”? Che cosa avrebbe
permesso al “Frammento-Luna” di non ricadere sulla Terra,
ricongiungendosi ad essa, o piuttosto di sfuggirle per sempre?
Questa, a nostro parere, è una Teoria contraddittoria che si pone in
sostanziale antitesi rispetto all’idea della nascita ed
accrescimento dei corpi planetari rocciosi a seguito della nube
proto-planetaria di partenza e, in pratica, essa ci direbbe che un
pianeta (qualsiasi pianeta) si forma da concrezioni di planetesimi i
quali, poi, una volta raggiunto un dato (ma dubbio ed
indeterminabile) valore di massa, si frantumerebbero (per motivi
indefinibili).
TEORIA DELLA CATTURA: questa Teoria (comunemente accettata per
spiegare l’incredibile abbondanza ed eterogeneità di lune che
orbitano attorno ai Giganti Gassosi), laddove rapportata alla nostra
problematica non fa altro che spostare l’origine della Luna (come di
tutte le altre lune dei Corpi Celesti Maggiori) in un altro punto
(fisico) del Sistema Solare (o dell’Universo…) e tralascia
completamente le domande relative alle effettive modalità della sua
(loro) nascita in quanto corpo (i) planetario (i) indipendente (i).
Secondo questa interpretazione, comunque, la Luna venne catturata
dalla Terra allo stesso modo in cui i quattro Giganti Gassosi
(Giove, Saturno, Urano e Nettuno) hanno catturato un ingente
quantitativo delle loro Lune Minori: ossìa per attrazione
gravitazionale.
La Luna, in accordo a tale costruzione, doveva quindi essere un
“corpo planetario indipendente e già formato” il quale, per motivi
ignoti (!), mentre si trovava in (lento) – ma ravvicinato – transito
accanto alla Terra venne catturato dall’abbraccio gravitazionale di
quest’ultima e posto (se ci passate questa espressione) su un’orbita
stabile (di parcheggio perenne?) attorno ad essa.
Bella e credibile come idea, ma anche questa costruzione, a nostro
parere, è accettabile solo a livello teorico e speculativo: i fatti
ci dicono, infatti, che le velocità dei pianeti che orbitano ad una
distanza simile a quella in cui la Terra orbita attorno al Sole sono
piuttosto elevate (esse crescono, ovviamente, con l’avvicinarsi del
Corpo Orbitante alla Stella Madre) e questo fatto renderebbe le
possibilità di effettuare delle “catture” decisamente molto basse,
specialmente allorché le dimensioni relative dei due Corpi –
Catturante e Catturando – non sono poi così diverse (come invece è
accaduto – probabilmente – nello Spazio Esterno trans-Marziano).
Ad ogni modo, anche accettando quanto postulato dalla Teoria della
Cattura, ci dobbiamo comunque chiedere da quale punto del Sistema
Solare la Luna sarebbe potuta arrivare e ad un tale quesito non
crediamo che possa essere trovata risposta alcuna.
Il Prof. Emilio Spedicato, docente dell’Università di Bergamo, ha
anche suggerito l’idea che la Luna fosse stata il satellite di un
altro pianeta (che potremmo chiamare “X”) e, a sua volta, fu questo
Pianeta a transitare molto vicino alla Terra.
Anche in questo caso, comunque, dovremmo chiederci “per quale motivo
un Corpo Celeste (del Sistema Solare?) avrebbe dovuto compiere
l’azzardo di uscire dalla sua orbita e quindi arrivare a sfiorare la
Terra.
Che cosa accadde mai?
La risposta, ammesso che ne esista una, potrebbe trovare qualche
radice solo ipotizzando una sostanziale diversità fra il Sistema
Solare dell’ante “Sistema Terra-Luna” e del post “Sistema
Terra-Luna”.
Vediamo un po’: supponiamo dunque che la Luna fosse davvero il
satellite di un Pianeta “X” che, in un’epoca remota e per motivi
ignoti, si avvicinò pericolosamente alla Terra.
Quali elementi dobbiamo valutare per testare la maggiore o minore
attendibilità di questa costruzione? Beh, certamente prima di tutto
la velocità di avvicinamento del Pianeta “X” – la quale poteva anche
essere prossima a quella della Terra –; poi la velocità della Luna
la quale, essendo un satellite di “X”, si sarebbe dovuta muovere ad
una velocità alquanto più bassa rispetto ad “X” stesso.
Altri dati interessanti (ma non ricostruibili in questa logica
ex-post) potrebbero essere il verso dell’orbita della Luna rispetto
alla Terra (orario o antiorario?), l’inclinazione della Luna
rispetto ad “X” e la distanza media fra Luna ed “X”.
Supponendo di possedere tutti questi dati, allora potremmo anche
tentare una “folle” ricostruzione della catena di eventi che ci
“regalarono” la Luna.
Nell’ipotesi che prediligiamo (e che poggia sull’assunto per cui il
Sistema Binario iniziale al quale accedeva la Terra era proprio
costituito – soltanto – dalla Terra stessa e Marte – che chiameremo
“Gemelli”) potrebbe essere accduto che i “terzi incomodi” – il
Pianeta “X” e la Luna appunto – si trovarono a passare fra i
Gemelli, producendo un’onda mareale la quale, in prima battuta,
modificò l’asse di rotazione sia della Terra che di Marte.
Ma mentre Marte ricevette – a seguito di quest’onda la quale,
presumibilmente, venne causata in larga misura da “X” – una spinta
sufficiente a spingerlo al di là degli equilibri gravitazionali
raggiunti con la Terra e quindi a farlo allontanare dal Pianeta
Azzurro (“eliminandolo dalla partita”, se ci passate questa
espressione), la Luna si venne a trovare proprio in quel punto
laddove la forza attrattiva di “X” era minima rispetto a quella
della Terra.
Insomma: la Luna si trovò a “sfiorare” la Terra proprio mentre essa
si trovava nelle condizioni di minore sensibilità rispetto alla
forza attrattiva di “X”.
D’altra parte, se la Terra era troppo piccola e lontana per
catturare “X”, essa era certamente abbastanza grande e vicina per
“afferrare l’afferrabile”: la Luna, appunto.
E così, mentre “X” proseguiva
– in qualche modo – nella sua corsa, la Luna veniva “presa” e
restava agganciata al Pianeta Azzurro.
Si tratta di fantascienza sfrenata? Forse si ma, tecnicamente,
diciamo che potrebbe essersi verificata una “cattura a velocità
lenta”.
Due Astronomi Americani, Donald W. Patten e Samuel R. Windsor, hanno
in effetti teorizzato una “cattura lenta” della Luna nei loro saggi
“The recent organization of the Solar System” e “The Mars-Earth wars”
e, in accordo alla loro visione, questa “cattura” si verificò ad
oltre 900 U.A. dal Sole e quando, a loro dire, i Pianeti coinvolti
erano tutti posizionati su orbite alquanto distanti dalle attuali e,
perciò, ancora “lente”.
Le problematiche (logiche e fisiche) poste dall’accoglimento di una
simile Teoria sono evidenti, ma l’insufficienza dei dati di supporto
non deve portarci ad escluderne la validità in via aprioristica.
TEORIA DELL’ACCRESCIMENTO:
questa Teoria è molto interessante. Essa presuppone la formazione
della Luna dalla stessa porzione di nebulosa proto-planetaria dalla
quale ebbe origine la Terra e questo significa pure che la Terra e
la Luna si formarono, di fatto, simultaneamente e che le loro
interazioni (che permangono sino ad oggi) vennero di fatto stabilite
sin da quel momento iniziale.
Credibile, certo: ma anche questa Teoria presenta dei lati oscuri.
Fondamentalmente, infatti, la Terra è molto diversa dalla Luna. Per
certi versi essa è simile a Venere e, per altri, si avvicina di più
a Marte. Se, dunque, la Luna fosse stata “una parte della Terra” sin
dall’origine, come mai il suo schiacciamento polare è quasi
inesistente? Gli effetti di marea lasciano dei segni ben visibili…
Ed inoltre, stando a questa Teoria, è pure agevole supporre che la
Luna, analogamente alla Terra, dovette subire il medesimo
bombardamento meteorico al quale venne sottoposta quest’ultima.
Ora, se questo è vero, come mai sulla Luna non sembrano esserci
tracce (se non minime) degli elementi che di regola vengono
trasportati da bolidi e comete?
Com’è mai possibile che non sìano state ancora individuate almeno
delle tracce di composti organici nel suolo, o nell’immediato
sottosuolo, o ai Poli e – naturalmente – nei crateri in ombra
perenne o semi-perenne?
Si noti che – ed almeno in teoria – sulla Luna dovrebbero esserci
degli enormi giacimenti di acqua ghiacciata (di crateri in ombra
perenne non ce ne sono soltanto ai Poli), mentre invece sembra che
non sia così.
Insomma, anche senza escludere a priori che la Luna si sia
accresciuta nei pressi della Terra, e pur tuttavia possibile
immaginare – dati alla mano – che essa si sia accresciuta in
un’altra regione del Sistema Solare.
TEORIA DELLA COLLISIONE E DELLA FUSIONE: Questo, ad oggi, pare
essere il modello più valido ed accettato. In accordo a questa
costruzione si dice che, agli albori della storia del Sistema Solare
– ed appena formatisi i pianeti – accadde qualcosa di sconvolgente.
Secondo gli Scienziati che sposano questa Teoria, in origine
dovevano esistere molti più Corpi Planetari Maggiori che si
muovevano attorno al Sole assecondando delle orbite più o meno
regolari. Uno di questi Corpi (delle dimensioni approssimative di
Marte – ma questa è pura speculazione) entrò in collisione con la
Terra.
E che cosa accadde dopo? Accadde che i due Corpi si “fusero” assieme
ma, al momento dell’impatto, vennero espulse nello spazio delle
enormi quantità di frammenti i quali entrarono in orbita attorno
alla “Nuova” Terra e, col tempo, si unirono tra loro dando origine
alla nostra Luna. In accordo a quanto postulato da questa idea, la
somiglianza nella composizione chimica tra Terra e Luna sarebbe
dovuta proprio al fatto che la Luna non è altro che il risultato
dell’aggregazione di un quantitativo di “n” frammenti della Terra
(più l’Impactor) i quali vennero scagliati nello spazio.
Teoria accettabile? Vediamo: per accertarlo dovremmo confrontare
“qualche pezzo di Luna con qualche pezzo di Terra”. Si può fare? Ma
si: abbiamo 381 Kg di rocce lunari che sono stati riportati “a casa”
grazie alle Missioni Apollo e quindi qualche raffronto è già stato
fatto.
E che cosa abbiamo scoperto? Leggiamo“…le rocce Lunari furono
analizzate da scienziati di tutto il mondo. Esse rivelarono
contenere minerali ed isotopi che, fino ad allora, erano sconosciuti
sulla Terra. (…) La composizione chimica delle rocce lunari risultò
drammaticamente diversa da quella di qualsiasi roccia terrestre.
(…) le rocce lunari contengono isotopi radioattivi di breve vita,
dovuti (con ogni probabilità) a fenomeni di irradiamento permanente.
(…) Infine sulle rocce lunari manca del tutto il cosiddetto
involucro acquoso…”
(Da Wikiperia.org
http://it.wikipedia.org/wiki/Dubbi_sull’allunaggio_dell’Apollo)
Commenti? Forse la tendenza a costruire teorie e giustificazioni ”di
comodo“ è scritta nel nostro DNA e poi, in fondo, per demolire una
Teoria, basta andare a cercarne un’altra, mettere a confronto le
rispettive spiegazioni e fondamenta…ed il gioco è fatto.
Ad ogni modo, per approfondire
la Teoria della Fusione, che resta comunque interessante, si può
leggere l’abstract della Dott.ssa Robin Canup.
Non dimentichiamo, poi, che l’ipotesi della collisione è, di per se
stessa alquanto intrigante per almeno due eccellenti ragioni: la
prima è che gli Scienziati non negano che possano essersi verificati
eventi catastrofici nella storia del Sistema Solare (ed il fatto di
“NON NEGARE”, talvolta, è già un segnale molto positivo…), mentre la
seconda è che questo modello (che chiamiamo della “Collisione con
Espulsione”), potrebbe fornire le basi per l’analisi dei possibili
effetti di altre tipologie di catastrofi planetarie.
Ma questa costruzione, comunque, si presta - a nostro parere – a
qualche paradosso.
Provate a pensare: riducendo
la Teoria in questione sino ai minimi termini, si potrebbe giungere
ad affermare che “da un Pianeta di taglia 1, colpito da un Pianeta
di taglia 0,5, potrebbero derivare almeno due Pianeti: uno di taglia
1,25 ed un altro di taglia 0,25″.
Ora, se questo “calcolino” fosse credibile, potremmo anche dedurre
che una bella fetta dell’Impactor avrebbe accresciuto la nostra
Terra. E se questo fosse vero, allora, che cosa dovremmo dedurre?
Forse che le dimensioni attuali della Terra sono dovute
all’accrescimento “naturale” dalla nebulosa proto-planetaria dalla
quale essa è derivata, oppure dal contributo apportato dall’Impattatore?
E che cosa avrà mai impedito alla Terra ed all’Impactor di andare in
pezzi dopo l’urto? Come possiamo definire tale collisione: urto
elastico, urto anelastico o urto misto?
Come mai i frammenti della
Terra e dell’Impactor che vennero proiettati nello spazio si
“fermarono” dopo appena 200.000 Km (circa), entrarono in orbita, si
radunarono in un unico blocco e quindi formarono un nuovo Corpo
Planetario?
Non sarebbe stato più logico attendersi che quanto proiettato nello
spazio avrebbe finito, in un tempo “x”, con il “ritornare da dove
era venuto” (e cioè ricadere sul corpo originario), in accordo alle
meccaniche degli urti anelastici i quali sono alla base della Teoria
degli Accrescimenti?
Ed infine: che prove abbiamo dell’esistenza di questo presunto
Impactor?
In realtà, la Teoria della Collisione con Espulsione sembra proprio
“custom made” per il binomio Terra-Luna: il giusto Impactor, avente
le giuste dimensioni, che arriva al momento giusto, che colpisce la
Terra nel punto giusto e nel modo giusto e poi si fonde con essa in
maniera appropriata.
I frammenti derivanti dalla collisione producono un getto di
materiale che va nello spazio, nella direzione giusta ed alla
velocità giusta; questi frammenti, poi, decelerano (o si fermano,
addirittura) alla distanza esatta, entrano in orbita correttamente
e, agendo gli uni sugli altri in modo appropriato, non formano una
serie di anelli simili a quelli dei Giganti Gassosi ma anzi: si
raggruppano e si fondono, originando – nei modi e nei tempi
prescritti – la “Giusta Luna”.
Stupefacente, calcolato sin
nei minimi particolari e studiato in modo perfetto.
Così perfetto che, quasi
quasi, ci viene voglia di non crederci… (continua)
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