Tratto da La
Repubblica.it
Dopo un viaggio di 400 milioni di km e una complessa manovra
comincia la fase di studio anche con gli strumenti italiani
Spazio, Venus ha incontrato Venere la sonda
orbita intorno al pianeta
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Una elaborazione grafica della sonda Venus
express
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ROMA - Venus Express è in orbita intorno a Venere. La sonda
dell'Agenzia Spaziale Europea, ha raggiunto il secondo pianeta del
sistema solare dopo un viaggio di 400 milioni di chilometri.
Le complesse operazioni di inserimento di Venus Express
nell'orbita del pianeta sono cominciate alle 9,17 con l'accensione
dei motori. La manovra che i tecnici hanno ribattezzato Voi (Venus
Orbit Insertion) "ha compreso - hanno spiegato gli esperti
dell'Esa - una serie di comandi da Terra, accensioni del
propulsore e manovre progettate per rallentare la sonda".
La velocità di Venus Express ha dovuto infatti passare dai "circa
29.000 km l'ora rispetto a Venere a una velocità di ingresso
inferiore di circa il 15 per cento. Il rallentamento - dice l'Esa
- è stato necessario per consentire la cattura della sonda
nell'orbita del pianeta".
Dopo l'accensione dei motori, la sonda ha eseguito una lunga serie
di manovre fino a trovare una posizione nel punto mediano tra
l'attrazione gravitazionale del pianeta e il punto di fuga del
satellite, cioè quel punto di mezzo che consenta al satellite di
ruotare intorno al pianeta senza farsi catturare dalla sua forza
di gravità, che farebbe schiantare Venus Express sulla superficie
di Venere.
Alle 9,45 è iniziata la cosiddetta "fase di occultamento", durante
la quale Venus Express è rimasta nascosta alla per circa 10
minuti. Fasi seguite con il fiato sospeso dal centro di controllo
della missione di Darmstadt, in Germania. "E' andata tutto bene,
tutto come previsto. E siamo davvero molto soddisfatti come
Agenzia Spaziale Italiana", ha detto alla fine la responsabile
dell'osservazione dell'universo dell'Agenzia spaziale italiana,
Simona Di Pippo.
Venus Express aveva lasciato la Terra appena cinque mesi fa,
esattamente il 9 novembre scorso, alle 4,33 del mattino (ora
italiana), lanciata dal vettore Soyuz-Fg che l'ha spinta in orbita
dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhistan. Affascinante il lavoro
che aspetta la sonda europea alla scoperta del pianeta nascosto,
dei suoi misteri, della sua temperatura altissima, della sua
pressione elevatissima, avvolto in un enorme effetto serra e con
una 'super-rotazione' ancora da decifrare.
"Per la scienza e per il sistema ricerca italiano significa che ci
viene riconosciuto un ruolo di leader nei settori dei radar
sottosuperficiali - sottolinea soddisfatta Simona Di Pippo -
Inoltre su Venus Express abbiamo i due strumenti 'gemelli' di
strumenti analoghi che sono ora usati su Cassini e su Rosetta, per
ciò che riguarda un 'fratello' di Virtis, ed un 'gemello' del Pfs
è al lavoro su Marte".
(11 aprile 2006) Fine
articolo
Chi lo
desiderasse potrà seguire la missione
Venus Express
attraverso il sito dell'ESA
che abbiamo provveduto a linkare.
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Questa
rappresentazione artistica mostra la traiettoria della sonda ESA "Venus
Express" fino alla sua destinazione finale, cioè l'orbita di Venere.
Nella prima settimana di marzo 2006 il veicolo spaziale ha
incrociato il percorso orbitale del pianeta attorno al Sole.
L'obiettivo era di "anticipare" il moto celeste di Venere per
raggiungerlo nella data dell'11 aprile 2006. Una volta giunto su
Venere la sonda dovrà inserirsi prima in un'orbita allungata per
circa 9 giorni. Il 7 maggio 2006, dopo una serie di manovre, entrerà
nella sua orbita definitiva per iniziare l'esplorazione.
(Nota: come
molti sapranno, Venere in determinati periodi è molto "vicino" alla
Terra, cioè circa 41 milioni di km. Se la sonda fosse stata lanciata
tenendo conto di tali circostanze forse sarebbe giunta a
destinazione in molto meno tempo e in modo "diretto". Probabilmente
la scelta dell'ESA avrà senz'altro avuto dei vantaggi. In ogni caso
basta osservare la rappresentazione artistica per immaginare Venere
nel punto più vicino alla Terra...) |
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La
rappresentazione artistica mostra l'inserimento di Venus Express
nell'orbita di Venere in data 11 aprile 2006. In questa fase
della missione si è dovuto accendere il motore per circa 50 minuti
allo scopo di ridurre la velocità rispetto a Venere ed essere
catturato dal pianeta.
(Nota: se la
sonda fosse stata lanciata in una traiettoria "diretta", percorrendo
lo spazio di circa 41 milioni di km, anzichè 400 milioni di km, che
tipo di manovre sarebbero state necessarie per immettere Venus
express in orbita a Venere? Altra domanda: quanto carburante sarebbe
stato necessario su una traiettoria del genere?)
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La missione di
Venus Express è la prima mai realizzata che potrà permetter di
applicare la tecnica degli occultamenti stellati su Venere. Questa
tecnica consiste nell'osservare la luce di una stella attraverso il
bordo apparente (il limbo letteralmente) dell'atmosfera venusiana.
Analizzando le modifiche che la luce stellare subirà si potranno
effettuare analisi mirate sulle caratteristiche atmosferiche.
(Nota: questa
tecnica non è una novità in quanto viene efficacemente impiegata in
astrofisica nello studio di stelle variabili binarie, analisi
atmosferiche planetarie da Terra, studi sugli effetti della
relatività verso i fotoni ecc... Purtroppo l'atmosfera di Venere,
proprio a causa della sua elevatissima densità e opacità, avrebbe
richiesto uno studio dall'interno della stessa.)
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Credits
ESA per tutte e tre rappresentazioni artistiche
La missione di Venus
Express sarà senza dubbio meritevole di essere seguita con estremo
interesse per varie ragioni. Prima di tutto ci sarebbero una serie di
domande alle quali rispondere, tra le quali: Come opera la complessa
dinamica del pianeta? Come funzionano i sistemi di nubi di Venere? Che
tipo di processi sono alla base della chimica atmosferica planetaria?
L'effetto serra che ruolo ha nella determinazione del clima planetario?
Cosa regola il movimento dell'atmosfera? Su Venere sono presenti cicli
dell'acqua, del CO2 o dell'acido solforico, oppure tutti? Quale processo
vulcanico globale ridisegnò la superficie planetaria 500 milioni di anni
fa? Perchè ci sono alcune aree del pianeta che riflettono le onde dei
radar molto più di altre? Ci sono vulcani attivi e attività sismiche?
Perlomeno, la comunità scientifica è ansiosa di acquisire nuove
informazioni per capire di più riguardo la storia geologica, climatologica
e - chissà - biologica... (?) di Venere. Gli scienziati che si stanno
affacciando all'esobiologia infatti non escludono che persino in ambienti
così apparentemente ostili possa svilupparsi qualche forma di vita. E
questo chiama in causa nuovamente la Teoria dell'Evoluzione con tutti i
suoi complicati intrecci di catene molecolari e casualità.
Ma l'interesse per
Venere nasce anche dalla consapevolezza che, secondo altri scienziati,
potremmo capire di più circa l'evoluzione della Terra nel prossimo futuro;
la parola "effetto serra" dovrebbe far accendere un campanello d'allarme e
offrirci motivi per riflettere su quali pericoli staremmo correndo a
motivo degli apparenti sconvolgimenti climatici del nostro pianeta.
Potremmo allora porre un quesito differente: se Venere e Terra fossero
davvero nati entrambi 4,5 miliardi di anni fa (come sostenuto nei modelli
tradizionali sulla formazione del sistema solare) che prove
(incontestabili) abbiamo nel ritenere Venere un possibile (o probabile)
modello futuro per la Terra? E se invece fosse esattamente il contrario:
Venere rappresentante il passato primitivo della Terra? Quanto meno
sarebbe interessante comprendere i differenti percorsi evolutivi che hanno
portato la Terra al pianeta che conosciamo e, ovviamente, Venere a quello
che vediamo... analogamente a Marte.
Per esempio: la
minor distanza di Venere dal sole produsse effetti tali da non aver
permesso la formazione di oceani d'acqua come sulla Terra? Che effetti
ebbero i raggi ultravioletti e le altre radiazioni solari (più intensi tra
l'altro) sulla superficie planetaria e su - chissà - eventuali reazioni
chimiche proto-biologiche?
Proviamo ora a
cambiare totalmente prospettiva: siamo davvero certi che Venere ha davvero
4,5 miliardi di anni? Sebbene oggi gli studi di geologia terrestre ed
extra-planetaria fanno molto affidamento sulle tecniche di datazione
basate sugli isotopi del carbonio e/o dell'uranio (e sui loro
decadimenti), pare che non tutti i ricercatori siano molto concordi su
alcuni dei presupposti di queste (comunque valide) tecniche di datazione.
In parte noi (Pianeta Marte.net) condividiamo tali dubbi.
Dopo 4,5 miliardi di
anni ci saremmo aspettati di trovare un pianeta con un'atmosfera più
trasparente e non così opaca e spessa. Che dire invece se Venere
rappresentasse un pianeta relativamente giovane? Questo è un presupposto
suggestivo ma, lo sappiamo benissimo, inaccettabile da molti scienziati,
forse perchè totalmente in antitesi con le attuali "credenze" sulla storia
del sistema solare. Noi avevamo già trattato qualcosa a proposito della
presunta origine comune di Terra e Marte, in particolare delle loro
atmosfere primitive: suggerivamo che esse dovettero essere entrambi molto
dense e sature di CO2 e acqua (solfati vari, azoto, metano ecc...). Fu la
loro maggiore distanza dal sole a permettere la formazione degli oceani
d'acqua; questo perchè una volta raffreddatisi abbastanza, Terra e Marte
persero calore e l'acqua (sotto forma di vapore) precipitò al suolo
producendo in seguito carbonati e altri minerali dalle reazioni chimiche
con il CO2.
In teoria Venere
potrebbe essere proprio come erano la Terra e Marte dopo la loro
formazione. Non sappiamo però affermare con certezza se il vulcanismo di
Venere sia un evento passato o in fase di trasformazione. Di un fatto
siamo abbastanza convinti: se Venere orbitasse alla stessa distanza della
Terra esistono maggiori probabilità che l'atmosfera diventi trasparente
entro un certo lasso di tempo non esageratamente prolungato (sebbene tale
processo sarebbe accelerato qualora vi fossero in aggiunta fattori
biologici). Inoltre, se le bianche nubi che avvolgono il pianeta fossero
ricchissime d'acqua, potrebbe accadere che, precipitando sotto forma di
piogge violente, potrebbero formarsi invasi marini simili a quelli
presenti sulla Terra. Purtroppo, essendo Venere così vicino al sole, c'è
il serio rischio che tale affascinante evento di modificazione
dell'atmosfera potrebbe non verificarsi mai a motivo del più intenso
irraggiamento solare. Oppure potrebbe verificarsi, ma in maniera
differente che sulla Terra...
Sebbene le passate
esplorazioni di Venere ci hanno fornito dati parecchio interessanti, molto
resta ancora da chiarire. Il nostro augurio e speranza è che la missione
Venus Express possa far luce sulla natura del pianeta, permettendoci di
acquisire preziosi dati utili alla formulazione di una serie di ipotesi
verosimili e coerenti. Se poi i nostri presupposti risultassero errati...
bene, l'importante è sopratutto la "verità scientifica".