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il cratere Gale
il documentario sulle nevicate verificates inel sito di Viking2
Considerazioni tecniche su pressione, densità e punto triplo su Marte
Approfondimento in merito alla presenza di acqua liquida su Marte
Marte: acqua o CO2?
The Gale Crater Bulletin #2
The Gale Crater Bulletin #1
ARGOMENTI CORRELATI:
La notizia è fresca di agenzie stampa. Il Capo ricercatore della missione MSL Curiosity John P. Grotzinger ha annunciato l'imminente rivelazione di una
scoperta che potrebbe avere delle ripercussioni su scala planetaria. Eppure, nonostante una serie di dichiarazioni alquanto sibiline, il contenuto reale
della presunta scoperta al momento della stesura di questo bollettino rimane ancora avvolta in fitte tenebre.
Sappiamo comunque che John P. Grotzinger è uno scienziato specializzato nello studio delle interazioni chimico-fisiche tra forme di vita e ambiente
http://en.wikipedia.org/wiki/John_P._Grotzinger
Da questi elementi ci si dovrebbe aspettare che la scoperta riguardi un eventuale presenza di composti organici sul suolo marziano. In tal caso potrebbe
risultare utile rivedere un'interessante ricerca condotta dalla dr. Carol R. Stoker (Space Science Division, NASA Ames Research Center, Moffen Field
California) e dal dr. Mark A. Bullock (Laboratory for Atmospheric and Space Physics and the Department of Astrophysical, Planetary and Atmospheric
Science, University of Colorado Boulder) nella quale, in pratica, si è misurato il tempo di distruzione delle molecole organiche da parte dei raggi UV nel
corso di un esperimento eseguito in laboratorio.
Perchè la suddetta ricerca sarebbe tanto interessante? Perchè i risultati parlano molto chiaro, indicando come la velocità di distruzione delle molecole
organiche è largamente superiore alla velocità di raccolta (o accumulo) ad opera di meteoriti e comete. La ricerca infatti afferma che la mancanza di
composti organici sulla superficie di Marte misurata dai landers Viking 1 e 2 potrebbe essere facilmente imputata ai raggi UV senza bisogno di ipotizzare
la presenza di agenti fortemente ossidanti.
Proviamo dunque a ipotizzare uno scenario di questo tipo: “La scoperta potrebbe riguardare realmente la presenza di composti organici”. Ma
da dove proverrebbero? Ci troviamo per l'ennesima volta di fronte ad un paradosso scientifico o forse dobbiamo rivedere anche la quantità di raggi UV
che raggiungono effettivamente il suolo marziano?
Stando alle misurazioni di Curiosity durante i sol da 21 a 26 sembrerebbe proprio che la quantità di radiazioni UV al suolo sia stata addirittura inferiore a
quanto ci si aspettava fino ad ora in base alle teorie accreditate dalla Comunità Scientifica. Di seguito riportiamo il link che porta al recente resoconto
ufficiale NASA: http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2012-361#5
Benchè non ci sia modo di definire in maniera intelliggibile la quantità effettiva di schermatura apportata dall'atmosfera marziana (in virtù anche di alcune
affermazioni dal sapore leggermente arcano riscontrate nel comunicato), va rilevato che in altri articoli di rimbalzo si accenna al fatto che l’entità delle
radiazioni UV al suolo sarebbe addirittura compatibile con la sopravvivenza di esseri umani. Ciò in vista di una futura missione con astronauti verso il
pianeta rosso.
http://www.galileonet.it/articles/50a64351a5717a458a000003
http://www.space.com/18504-mars-rover-curiosity-astronaut-radiation.html
Dalle misurazioini di Curiositry potrebbe emergere pertanto un quandro decisamente più favorevole alla sopravvivenza di composti organici di quanto ci
si attendeva precedentemente. Cosa c'era di sbagliato quindi nei modelli teorici concernentl l'ambiente marziano accreditati dalla Comunità Scientifica di
tutto il mondo fino ad oggi?
Vogliamo ricordare che il fallito rilevamento dei composti organici da parte dei landers Viking aveva scatenato tutta una serie di ripercussioni a catena
nell'interpretazione degli altri esperimenti eseguiti durante le missioni stesse, volti alla ricerca di eventuali forme di vita. Ecco perchè questa presunta
scoperta dovrebbe scuotere il mondo; infatti, se confermata la presenza di compoisti organici su Marte, costringerà la Comunità Scientifica a rivedere e
rivalutare gli esperimenti biologici dei lander Viking che, a questo punto, sarebbero da considerarsi come un risultato positivo, una prova dell'esistenza di
vita su Marte, dal punto di vista biologico in senso lato. A tal scopo abbiamo incluso questo studio approfondito del dr. Gilbert Levin sulla moderna
mitologia scientifica di Marte.
Com'è stato possibile credere per più di 30 anni ad una massiccia presenza di raggi UV fortemente sterilizzanti e, come se non bastasse, riadattando
tutto in funzione di ciò? Non ci resta che attendere il palesamento di questa grande notiziona NASA...
Per rinfrescare la memoria, ricordiamo che il dr. John P. Grotzinger è esattamente lo stesso personaggio che mesi fa annunciò la famosa
quanto decantata contaminazione dei campioni ad opera di polvere di teflon proveniente dalla punta scavatrice, evidentemente frutto di
qualche disattenzione in sede di progettazione e costruzione. Argomento peraltro da noi sbufalato in modo completo!
A RISCHIO L’INCOLUMITA’ DI CURIOSITY
CAROTE IN PADELLA
C'è da sperare quindi che il rilevamento non venga annullato proprio a causa di questo problema o da qualche altro agente inquinante proveniente dal
rover stesso. In ultima analisi ricordiamo che il dato vero e oggettivo non è ancora stato presentato. Si tratta quindi dell'annuncio di un annuncio che
potrebbe risolversi nell'ennesima controversia made in NASA. Speriamo di non dover attendere i prossimi 30 anni per avere una risposta...
LA GIUSTA PRUDENZA DEGLI SCIENZIATI E LA QUESTIONE DEL METANO A GALE CRATER
Una delle possibili insidie collaterali legata a questa clamorosa, quanto imminente, rivelazione da parte del tarm di Curiosity è il rischio di prendere
un abbaglio, cioè interpretare in maniera errata dei dati. Ma è anche plausibile l’opposto. In altre parole, stiamo parlando di contraddizioni e strani
paradossi dettati da quella perenne natura umana amante della nientologia scientifica più classica....
http://microdevices.jpl.nasa.gov/capabilities/semiconductor-lasers/tunable-laser-spectrometers.php
Uno degli strumenti di bordo del rover MSL Curiosity è il dispositivo T.S.L. Che cos’è? In sostanza è uno Spettrometro Laser a variazione di fascio
luminoso studiato e concepito per analizzare in modo preciso l’atmosfera marziana. Affinchè il TSL possa svolgere al meglio le sue analisi dovrebbe
essere costantemente ventilato rimanendo a contatto con l’aria esterna, così da poter essere in grado di eseguire rilevamenti in “real time”. In caso
contrario accadrebbe che il laser continuerebbe sostanzialmente ad analizzare stupidamente lo stesso campione d’aria!
Osservando l’assemblaggio del TSL siamo indotti a dare per scontato che - al momento dell’analisi - davanti al laser venga convogliata dell’aria
proveniente dall’esterno. Di conseguenza è altamente improbabile che dei residui di aria terrestre possano aver contaminato i rilevamenti per la
captazione di molecole di metano. Parrebbe più logico dedurre che nella fase finale dell’atterraggio, proprio nel momento in cui Curiosity toccava il
suolo, si sia verificato in qualche modo un consistente sollecitamento del terreno sottostante (evidentemente di natura termodinamica), provocando
un rilascio di metano immediatamente tracciato dal dispositivo laser.
Per quel che concerne la presenza di metano a Gale Crater, invece di lasciarci condizionare da opinioni discutibili trovate qua e la per il web, diamo
la parola ai dati ufficiali NASA i quali potranno illuminarci senza troppi escamotage dialettici.
Sopra: nella carta planimetrica ottenuta mediante il dispositivo MOLA della Mars Global Survejor abbiamo inserito la posizione di Gale Crater per
consentire una più facile identificazione della regione sulle mappe qui sotto indicanti l’evoluzione annuale della distribuzione di metano.
In base ai dati NASA, possiamo affermare con altrettanta certezza che la regione di Gale Crater è periodicamente caratterizzata da un notevole
presenza di metano. Non ci resta che un’ultima e logica deduzione: se la presenza di questo idrocarburo avesse realmente un’evoluzione ciclica
come viene da sospettare, allora l’ipotesi di attività biogenica su Marte acquista maggior consistenza rispetto all’ipotesi abiogenica. In pratica, è più
credibile che forme di vita indigene seguano il ciclo stagionale del pianeta piuttosto che pensare a mere attività geologiche.
GALE CRATER
PRIMAVERA
ESTATE
AUTUNNO
INVERNO