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Le mani nella marmellata
NASA get cought
red handed
PREMESSA
Mi scuso con il lettore per il tono semiserio che userò in questa breve trattazione, ma la conoscenza di informazioni che dovrebbero essere riservate
(non si sa bene a chi) porta talora noi del C.I.C.I.S. ad esibire una spocchia degna di un liceale alla prova di maturità.
DEI DELITTI E DELLE PENE
In ogni indagine giudiziaria la prova regina è l’arma del delitto. Dato che il C.I.C.I.S. si propone di verificare se sia stato commessa eufemisticamente
un’irregolarità nell’informazione scientifica sui risultati dell’esplorazione spaziale, l’indagine viene svolta su immagini fornite al pubblico da parte degli
enti preposti alla suddetta esplorazione. Nel caso specifico esamineremo delle immagini relative ad un particolare frammento di una formazione definita
dalla NASA “Nest-Rock” ed incontrata dalla sonda Curiosity durante il suo percorso verso Mount Sharp, il picco centrale interno a Gale Crater.
Da esperienze precedenti sappiamo che i ragazzini NASA non resistono alla tentazione di dare alle “pietre” che incontrano dei nomi auto esplicativi, per
cui trovandoci di fronte ad una “Roccia-Nido” ci è sembrato inevitabile verificare se le immagini divulgate erano coerenti tra di loro. Eccone un quadro
sintetico:
LE MANI NELLA MARMELLATA
NASA get cought red handed
Per una visione corretta delle immagini è necessario disporre di occhialini 3D a lenti rossa e blu. Per chi avesse figli o nipoti in età scolare non ci
saranno problemi, loro li avranno trovati come omaggio in qualche giornalino e basterà rubarglieli. Chi non avesse questa fortuna potrà fare come me e
procurarseli tramite Internet e se proprio fosse molto pigro ho comunque fatto in modo che la visione fosse possibile anche senza.
Il frammento ripreso nelle immagini A-B-C-D misura pochi centimetri, per cui la qualità delle foto non è eccelsa, ma è comunque sufficiente a valutare
se le immagini siano reali o intenzionalmente modificate.
In alto potete vedere il frammento in versione tridimensionale (A) e bidimensionale (B) così come si è presentato a Curiosity poco meno di due mesi
dopo la fase di landing. In basso a sinistra lo stesso frammento è fotografato dal rover due giorni dopo e potete notare come l’immagine tridimensionale
(C) sia coerente in tutto e per tutto con la precedente.
Ma meno di un mese dopo il frammento mostra una metamorfosi sorprendente, come potete notare nell’immagine tridimensionale (D), trasformandosi i
n una piatta e anonima “patata” rocciosa. I pochi fortunati che hanno avuto modo di leggere i primi tre capitoli di “Vedere la Vita” sanno benissimo da
cosa sia stato originato questo frammento, ma evidentemente per il grande pubblico questo non è possibile ed è lecito che la gente in buona fede creda
alla foto D, dato che le foto A-B-C sono ingrandimenti ottenuti con attrezzature sofisticate non sempre a disposizione dell’utente comune.
In questa sede comunque non ci interessa tanto spiegare la natura del frammento (il termine Nest-Rock è sufficiente di per sé) quanto riscontrare che la
sua natura organica e filamentosa, per quanto fossilizzata, è chiarissima nelle immagini A-B-C, mentre nella foto D sono stati alterati i dettagli per via
digitale mantenendo esclusivamente le linee di contorno. Questa modalità è stata applicata dalla NASA negli ultimi 8 anni ed ha lo scopo di far credere
ad un occhio distratto che non ci sia nell’immagine niente di particolare.
A molti sembrerà incredibile, ma non è affar nostro. La foto D è un falso, in quanto gabellata per raw-image mentre è un’immagine digitale neppure
realizzata troppo bene.
Al C.I.C.I.S. disponiamo di migliaia di foto di questo tipo e come potete verificare voi stessi è facilissimo individuarle mettendole a confronto con altre
immagini dello stesso soggetto. Questo metodo di falsificazione, per quanto rudimentale, è comunque più sofisticato di quello più usato alla NASA, che
è lo stendere pennellate di sabbia in punti critici come in questa immagine:
Basta un po’ di sabbia ed ecco che l’apertura triangolare di un guscio pseudo-piramidale si trasforma
in un anonimo agglomerato di ciottoli (sempre naturalmente che non conosciate la natura del guscio
e del suo interno).
In conclusione quindi lasciamo che sia il lettore a decidere la pena per i falsari. Personalmente
proporrei di regalare loro una foto delle rispettive mogli camuffate da Angelina Jolie.
Frequent Asked Questions...
1) Perché la NASA dovrebbe diffondere immagini falsificate, quando sarebbe più efficiente ed economico non pubblicare nulla?
Gli enti spaziali sono governativi e quindi finanziati con i soldi dei contribuenti. Senza risultati tangibili (come appunto sono le foto) i politici non
potrebbero imporne il mantenimento ai cittadini.
2) Se la NASA falsifica le immagini, perché gli enti spaziali di altre nazioni non hanno trovato nulla da ridire?
Perché lo fanno anche loro. Il cover-up da sempre ha carattere sovranazionale, in quanto imposto dall’ONU e gestito dai servizi segreti dei vari paesi,
così come avviene per l’energia atomica.
3) Se lo scopo dei falsi è quello di nascondere l’esistenza di forme di vita E.T., per quale motivo si pensa che il pubblico non sia maturo
per questa rivelazione?
Giusto o sbagliato che fosse, negli anni ’50 si valutò che informazioni al riguardo potessero provocare panico, crolli in borsa, indolenza dei lavoratori,
crisi mistiche ed ogni possibile altro catastrofico impatto sociale.
4) Come è possibile che nessuno degli scienziati mondiali si sia accorto di questa macroscopica presa per i fondelli?
La segretezza ha vari livelli, per cui non tutti gli scienziati dispongono delle stesse informazioni. Perfino alcuni scienziati interni alla NASA non
conoscono tutto riguardo alle missioni cui collaborano. La conseguenza paradossale è che alcuni membri della comunità scientifica studiano
segretamente e con dovizia di mezzi le forme di vita aliene, mentre altri condividono in beata ignoranza un paradigma obsoleto, in base al quale la vita
è un fenomeno solo terrestre. Il fatto poi che gli studiosi appartenenti a quest’ultima categoria abbiano basato le proprie ricerche su foto e dati fasulli
crea da parte loro un’obiettiva impossibilità di cambiare paradigma e quindi ammettere di aver basato la propria carriera sul nulla. A questo si aggiunge il
fatto che qualora esprimessero dubbi verrebbero messi alla berlina e cancellati dalla lista delle persone cui gli enti spaziali passano informazioni, vere o
false che siano.
5) Perché i ricercatori indipendenti non hanno rilevato le incongruenze tra le foto e si sono concentrati sulle cosiddette “anomalie”?
Perché ben pochi hanno la pazienza necessaria per comparare le immagini, valutarle, validarle e spiegarle senza scivolare in stereotipi terrestri (come
ad esempio facce, piramidi, templi eccetera...). Anche loro sono vittime dello stesso paradigma, per cui la vita nello spazio è un’anomalia.
6) Se è vero che le immagini vengono falsificate, che cosa si dovrebbe pensare dei dati strumentali, per esempio riferiti a temperatura,
pressione atmosferica ecc.?
Si dovrebbe supporre con ragionevole certezza che debbano almeno in parte essere falsi anche loro, per cui non è possibile acquisire acriticamente i
dati suddetti.
7) Esistono dei libri di autori autorevoli che in qualche modo possano spiegare come si siano originate queste distorsioni
nell’informazione scientifica?
Per capire come le menzogne si siano propagate è indispensabile capire come si siano originate
e quindi la spiegazione va cercata nell’immediato dopoguerra, quando insomma si dovette regolare
l’informazione concernente l’energia atomica con gli stessi metodi che sarebbero stati
successivamente applicati alla ricerca spaziale.
Il testo che consiglio è “Conseguenze politiche e militari dell’Energia Atomica” scritto da Patrick
Maynard Stuart Blackett nel 1948. In quanto all’attendibilità dell’autore, Blackett era un brillante
fisico coinvolto in studi sui raggi cosmici, Premio Nobel nel 1948 per l’invenzione della camera a
bolle. Dai suoi studi sul paleomagnetismo venne provata la teoria di Wegener sulla tettonica a zolle.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale Blackett fu messo a capo del nucleo scientifico del servizio
segreto della marina britannica, coordinando di fatto la difesa radar delle coste inglesi, la distruzione
degli U-Boot germanici e la vittoria aerea della Battaglia d’Inghilterra. Penso che basti.
8) Non sarà che alla NASA si sono inventati tutto e non siamo mai andati né sulla Luna né su Marte, per cui le foto sono frutto
dell’ingegno di qualche tecnico di effetti speciali?
Fortunatamente non tutte le foto sono fasulle, per cui seppur con molta pazienza si può ricostruire la situazione reale incontrata dalle sonde. Inoltre non
avrebbe molto senso spendere migliaia di miliardi di dollari per spedire nello spazio missili destinati a servire solo da specchietti per le allodole.
9) Perché per il grande pubblico è così difficile accettare il fatto che enti governativi possano aver nascosto per così tanto tempo verità
scomode?
Perché le persone spesso ragionano in termini assoluti anziché relativi. Si pensa che vivere in democrazia significhi godere di assoluta trasparenza e
non si tiene conto del fatto che i servizi segreti sono i pilastri su cui si è affermata e su cui tuttora poggia la democrazia stessa.
10) Perché nessuno dei tecnici che hanno partecipato alle falsificazioni ha mai parlato del suo lavoro al riguardo, magari dopo un
licenziamento?
Perché conoscono bene il sistema di cui hanno fatto parte e sanno benissimo che potrebbero facilmente essere screditati o peggio.
11) Perché ho cercato sul sito NASA le foto citate e non le ho trovate, oppure le ho trovate ma erano
diverse?
Perché qualcuno della NASA ha letto questo rapporto prima di te.