Una
interessante - e controversa - serie di riflessioni ed ipotesi collegate
a quanto viene mostrato in questo intrigante frame Marziano proveniente
dalla Regione di Meridiani.
Buona Lettura!
“Come sapete si è già parlato molto a proposito di queste Stranezze
Marziane e già sono state proposte alcune ipotesi sulla loro possibile
natura ed origine.
Ricapitolando: potrebbe trattarsi di formazioni sedimentarie prodotte
dall'azione dell'acqua, allorché essa si è combinata con altri elementi
ora andati perduti.
Oppure potremmo essere davanti a veri e propri fossili. Fossili che ci
riporterebbero a Forme di Vita indigene, ormai estinte da ere, anche se
c'è qualcuno che ipotizza che i “Mirtilli Marziani” possano essere delle
Forme di Vita tuttora attive (“vive”, insomma), fondate su principi
organici e metabolici profondamente diversi rispetto a quelli propri
dell'ambiente terrestre.
Difficile prendere una posizione definitiva visto il ventaglio di
opzioni disponibili (tutte, sebbene ciascuna abbia i propri “pro” ed i
propri “contro”, relativamente accettabili).
Ma lasciamo stare questo aspetto della problematica – peraltro
affascinante – e soffermiamoci su un aspetto che ora possiamo meglio
prendere in considerazione, grazie a questo bellissimo frame: quanto
sono dure le sferule? Insomma, se le potessimo prendere in mano si
frantumerebbero alla minima pressione? O dovremmo “impegnarci” per
schiacciarle? Oppure, nonostante i nostri sforzi “distruttivi”, essere
rimarrebbero intatte?
E se invece si appiattissero (così come sembra essere accaduto qualche
volta)?
Non si tratta di interrogativi oziosi poichè le implicazioni connesse
alle risposte che potremmo dare sono oltremodo serie: di cosa sono fatte
le “sferule”? Sono strutture elastiche o rigide?
Vediamo: l'elasticità è direttamente legata – anche – alla temperatura
dell'ambiente esterno. Se su Marte facesse davvero molto freddo (come si
suppone da sempre), con valori medi ben al di sotto dello zero, dovremmo
dedurre che la maggior parte delle strutture elastiche o semirigide
eventualmente esistenti sulla superficie del Pianeta Rosso si sarebbero
dovute irrigidire in toto per poi diventare oltremodo compatte e dure.
Se questo fosse vero, però, dette strutture, in maniera proporzionale al
loro irrigidimento, avrebbero dovuto anche diventare fragili.
Fragili al punto da frantumarsi all’esercizio di pressioni anche
(relativamente) modeste, ma questo non pare che accada: strano, non è
vero?
Avete notato che alcune delle sferule riprese in questa immagine sono
praticamente sprofondate nel terreno? Qualsiasi genere di pressione esse
abbiano ricevuto (modesta, ma non insignificante – pensate alla
pressione esercitata dal passaggio delle ruote del Rover o
dall’imposizione dello Spettrometro Mossbauer) non è stata comunque
sufficiente a frantumarle.
Esse sono state spinte dentro il terreno.
Cosa vuol dire? Riflettete: sono le sferule ad essere solide e compatte, sebbene rigide?
O è il terreno Marziano il quale, sebbene compatto (ma certo NON
ghiacciato), risulta essere particolarmente soffice (e quindi capace di
assecondare la pressione eventualmente ricevuta)?
O forse si tratta di un concorso di cause?
Riguardiamo il frame, teniamo a mente queste considerazioni e quindi
diciamo che: forse le temperature superficiali medie di Marte non sono
poi così basse come si ritiene e, quindi, le sferule potrebbero essere
composte di materiali semirigidi (attenzione: semirigidi potrebbe anche
voler dire “organici”…).
E se il suolo fosse realmente (come sembra da svariate immagini)
“relativamente soffice”, quale sostanza sarebbe capace di ottenere un
tale “miracolo” (visto il “gelo” che dovrebbe caratterizzare l’ambiente
Marziano superficiale)?
E se la superficie del Pianeta Rosso fosse realmente “impregnata” di
ghiaccio acqua?
Esistono anche delle sacche “quasi superficiali” del prezioso liquido
(come su Encelado)?
E se così fosse, come mai queste acque quasi-superficiali non
spariscono?
Esistono forse degli elementi ulteriori, contenuti nel suolo Marziano, i
quali sono capaci di “ingabbiare” l’acqua esistente impedendole, però,
sia di fuoriuscire e zampillare, sia di ghiacciare completamente e sia
di evaporare in toto?
Possiamo supporre che su Marte esista un Ciclo dell'Acqua Aperto?
Voi che dite?!?”.