Se è vero che
lo studio del nostro Sistema Solare sta creando non poche accese discussioni sulle
sue origini, tanto più potrebbero sembrare contraddittorie le conoscenze
relative ai pianeti presi singolarmente. Ma è più probabile che Il vero
problema risiede nella nostra mente piena di idee preconcette, cioè i pregiudizi e le
aspettative che vorremmo vedere confermate.
Purtroppo dobbiamo ammettere che ciascuno di noi a volte
tende istintivamente a voler vedere ciò che desidera. Quindi, se ad esempio un
"sasso spaziale" come la nostra nostra luna potrebbe sembrare un
oggetto apparentemente semplice da definire secondo l'opinione di alcuni
scienziati, potrebbe nono esserlo per altri. Stesso discorso vale per la
Terra e gli altri pianeti.
Marte, malgrado non offra tutti gli
elementi probatori definitivi che possano spingerci a definirlo come
pianeta "vivo", riserva le sue costanti sorprese. Quindi non sia mai detta
l'ultima parola. In questo articolo prenderemo in esame la
contraddittoria presenza di olivina e di acqua. E prenderemo anche in
considerazione l'ipotesi secondo cui l'olivina sia alla base della
formazione del metano rilevato nell'atmosfera marziana.
Il metano di Marte potrebbe essere una emanazione
rocciosa:
l'olivina sarebbe l'elemento
sufficiente per spiegare il soffio di vita, come sostengono alcuni geologi
Il metano presente
nell'atmosfera di Marte potrebbe essere prodotto facilmente entro i parametri
della chimica minerale, piuttosto che da ipotetiche forme di vita. Quello è
quanto dichiarato da una coppia di geologi. Secondo i loro calcoli parrebbe che
alcuni esperti siano stati troppo frettolosi ad ammettere una fonte batterica per il
gas.
Quando il metano è stato trovato nell'atmosfera
del pianeta rosso, l'anno scorso,
gli scienziati immediatamente si sono resi conto che ci doveva essere un apporto continuo o recente in qualche luogo, perché la molecola
di metano su Marte verrebbe distrutta dalla radiazione solare entro un periodo
di 340 anni, una volta liberata nell'atmosfera.
Potrebbe questo gas essere un soffio di vita
generato da batteri metanogeni, fu la prima domanda (o risposta) avanzata
dagli scienziati. Un team di ricercatori ha calcolato che per ottenere la quantità di
metano presente nell'atmosfera di Marte occorrerebbero appena 20 tonnellate di batteri.
Tuttavia molti geologi erano scettici, precisando che
i minerali, quali ad esempio l'olivina, possono generare il metano attraverso un
processo chimico conosciuto
come serpentinizzazione. "Ciascuno di essi afferma che potrebbe essere la
serpentinizzazione,
ma nessuno realmente aveva affrontato il problema di quanta olivina
prenderebbe tale processo" dice Chris
Oze, un geologo dall'università di Dartmouth, Hannover, New Hampshire.
"così abbiamo provato a fornire un numero."
Lui ed il suo collega Mukul Sharma di Dartmouth
hanno calcolato che il processo consumerebbe ogni anno circa 80.000 tonnellate
di olivina. Rilasciare verso l'esterno metano allo stesso tasso, considerando
che Marte esisterebbe da circa 4.5 miliardi di anni, richiederebbe globalmente
uno strato
di 50 centimetri di spessore di minerale sparso pochi chilometri sotto la crosta
del pianeta. Quello sarebbe appena un milionesimo della massa del pianeta.
"Realmente non prende molto olivina affatto," dice Oze.
Oze dice che il calcolo, pubblicato on line in Geophysical
Research Letters, potrebbe avviare il dibattito. "Mi piacerebbe vedere gli
insetti," dice sorridendo, "ma non potete vivere su una sola speranza. Dovete
considerare le opzioni geologiche."
Sotto pressione - Quando l'olivina è riscaldata sotto pressione,
reagisce con l'acqua e l'anidride carbonica per generare il metano, lasciando il
minerale di
serpentina dietro. I geologi hanno calcolato che le condizioni
necessarie esistono alcuni chilometri sotto la superficie di Marte. E sappiamo
che il pianeta rosso ospita un certo tipo di olivina verde: il minerale è
stato rilevato in meteoriti marziani ed è stato riscontrato dalle sonde NASA Opportunity e Mars Global Surveyor.
In un articolo pubblicato questo mese in Geology,
è stata analizzata ed evidenziata ben quattro volte un certo tipo di olivina,
sulla base di dati provenienti dalla sonda Mars Odissey. La roccia sembra come se sia stata forzata
verso la superficie durante l'attività vulcanica
antica, così ancor più olivina può trovarsi sotto la superficie.
"Penso che ci sia molta olivina su Marte," dice Phil
Christensen, il
geologo dell'Arizona State University, Tempe, che ha analizzato i
risultati sulla ricerca di olivina dell'Odissey. "Uno strato globale di 50 centimetri è
pienamente plausibile", lui aggiunge.
Una prova cruciale sulla teoria della
serpentinizzazione si avrà allorchè i Rovers su Marte troveranno la serpentina,
dice
Oze. D'altra parte, la misura degli isotopi del carbonio nel metano, prevista
per una prossima missione su Marte alla conclusione del decennio, potrebbe dimostrare
che i batteri ne sono la fonte.
Nel frattempo, alcuni scienziati continuano a
dibattere sulla presenza del metano su Marte, mentre altri attendono nuove e
più accurate misure.
Notizia pubblicata su
[email protected]
il 2 giugno 2005 da Mark Peplow
|
|
Questa immagine
in falsi colori mostra i depositi del minerale di
olivina, colorati in porpora. Sarebbe questo minerale a generare
il metano.
© NASA/JPL/ASU |
|
Ma
che cosa è l'olivina?
L'olivina
è un minerale definito come nesosilicato. Si trova spesso
come costituente delle rocce basaltiche ed il suo nome deriva dal
colore che molte volte presenta. Il minerale si compone
essenzialmente di una miscela di silicati puri Fayalite (Fe++2SiO4)
e Forsterite (Mg2SiO4)
cristallizzati a formare figure rombiche. Talvolta quando viene
trovato appare a granuli parzialmente alterati, vedremo anche il
perchè.
CLASSE MINERALOGICA: silicato GRUPPO:
trimetrico SISTEMA: rombico (gruppo spaziale:
Pbnm) ABITO: i
cristalli hanno un bell'abito tabulare, ma spesso l' olivina si
rinviene
granulare e massiva DUREZZA: 6,5-7 PESO
SPECIFICO: 3,2-3,3 INDICE DI RIFRAZIONE: na=1.63-1.65 nb=1.65-1.67 ng=1.67-1.69 (birifrangenza 0.0400) COLORE:
verde, giallo, giallo-verdastro, verde-giallastro, nero-verdastro,
bruno-rossastro, bruno, bianco ed incolore LUCENTEZZA: vitrea TRASPARENZA: da trasparente a traslucida SFALDATURA:
distinta in due direzioni a 90° tra di loro STRISCIO: polvere bianca FRATTURA: concoide PLEOCROISMO:
debole dicroismo con variazione di tonalità da giallo-verdastro a
giallo-aranciato ad incolore
L' olivina viene utilizzata come costituente di
materiali refrattari ed abrasivi, in apparecchi elettronici ad alta
frequenza, pellicole sottili, ceramiche, leghe ed in collanti per alte
temperature; i cristalli più trasparenti e con colorazioni più gradevoli
ed intense (var. peridoto) sono dedicati al mondo delle gemme; olivina
viene venduta anche come minerale da collezione. Per questa ragione
l'olivina è un minerale refrattario all'acqua. Esso subisce
un'alterazione se ne viene a contatto permanente. Per tale ragione,
dove c'è l'olivina non dovrebbe esserci stata acqua.
Per approfondire:
www.minerali.it |
Due
esemplari di minerale chiamato Olivina
|