Indice degli argomenti trattati

Introduzione

Scienza e pseudoscienza

Alcuni esempi di teorie pseudoscientifiche

La critica alle pseudoscienze

Le truffe

La scienza non può spiegare tutto

Il problema del metodo

Il problema dei risultati

Metodi inadatti?

Le pseudo-scienze come religioni atee

La scienza come pseudo-scienza

 


Introduzione


Pseudoscienza è ogni teoria che sostenga di essere scientifica ma rifiuti di avvalersi del metodo scientifico (o metodo sperimentale), che è alla base della scienza moderna, per dimostrare le proprie affermazioni.

 

Caratteristiche fondamentali.

Una "pseudoscienza" può essere caratterizzata da alcuni dei seguenti aspetti:

  1. affermazioni prive di verifica sperimentale oppure in contraddizione con altri risultati sperimentali;

  2. affermazioni impossibili da verificare o da confutare;

  3. tendenza a modificare abitualmente la natura delle proprie asserzioni per sfuggire alle critiche;

  4. presentazione di risultati sperimentali privi di qualsiasi forma di peer review (la cosiddetta "scienza delle conferenze stampa");

  5. violazione del rasoio di Occam, ovvero il principio secondo il quale per dimostrare una data teoria non si debbano fare più

    assunzioni

    di quelle strettamente necessarie;

  6. denuncia di un presunto ostracismo della "scienza ufficiale", dovuto a chiusura mentale e interessi economici.

Il prefisso pseudo (dal greco pseudos, ossia falso) sta ad indicare che le pseudoscienze hanno un'apparenza scientifica ma non rispettano i criteri della ricerca scientifica; ciò naturalmente non esclude che varie teorie pseudoscientifiche possano avere un valore significativo dal punto di vista storico o filosofico. Tuttavia la parola "pseudoscienza" viene considerata spregiativa e quindi rifiutata dai sostenitori della maggior parte delle pseudoscienze.

Il requisito indispensabile per la classificazione all'interno delle pseudoscienze è la pretesa ingiustificata di scientificità: di conseguenza, tutte quelle discipline che fanno affermazioni in contrasto con le conoscenze scientifiche e rifiutano di seguire il metodo scientifico, ma non pretendono di essere considerate scientifiche, non sono pseudoscienze (ad esempio l'occultismo).

D'altra parte lo stesso termine di "pseudoscienza" viene spesso utilizzato dai seguaci di una teoria giudicata pseudoscientifica per negare tale attribuzione ribaltando invece la stessa accusa sulla teoria scientifica dalla quale si differenziano: così, ad esempio, spesso i sostenitori del creazionismo letterale biblico bollano la teoria dell'evoluzione come pseudoscienza e chi sostiene le teorie della dianetica fa altrettanto nei confronti della psichiatria. Senza arrivare al punto di negare validità alla teoria dell'evoluzione, e anzi accettandola come dato scientifico, sono tuttavia molti gli scienziati e i filosofi che contestano la scientificità del meccanismo evolutivo neodarwiniano dovuto a mutazioni casuali e selezione naturale. Tra questi ci fu anche il noto filosofo della scienza Karl Popper che proprio a partire dal suo schema epistemologico basato sulla falsificabilità la definì essere essenzialmente una tautologia.

 


Scienza e pseudoscienza


La scienza non afferma l'assoluta verità delle proprie affermazioni; infatti una teoria scientifica deve essere ritenuta valida fino a quando essa riesce a spiegare i fenomeni noti e riesce a fornire previsioni che siano verificabili sperimentalmente. Una nuova teoria potrà superare le precedenti solo qualora riesca a prevedere o spiegare fenomeni non previsti o non spiegati fino ad allora.

Ad esempio, la teoria newtoniana della gravitazione universale, che sembrava poter spiegare ogni fenomeno fisico legato all'interazione tra corpi celesti, è stata superata dalla teoria della relatività di Einstein, che ha previsto e spiegato nuovi fenomeni di origine gravitazionale (ad esempio, la precessione del perielio di Mercurio e la deflessione dei raggi luminosi ad opera dei campi gravitazionali, per ricordarne alcuni).

La comunità scientifica è stata ripetutamente ed in varie epoche accusata di "assolutismo", che avrebbe spinto gli scienziati a considerare inattendibile quanto estraneo alla scienza, magari anche per mantenere i privilegi di casta; e in effetti, la citata rivoluzione copernicana demolì le convinzioni di generazioni di scienziati. A questa tesi si risponde affermando che all'epoca la scienza non si avvaleva ancora di un vero metodo scientifico, basando le sue affermazioni astronomiche sulle affermazioni della Bibbia, e adattava le proprie teorie con le affermazioni contenute nella Bibbia stessa.

Solo successivamente la rivoluzione copernicana prima e l'introduzione del metodo scientifico poi, conducono alla separazione tra scienza e religione cristiana. Contemporaneamente però inizia una lunga diatriba, che continua ancora oggi, tra chi sosteneva (con un ottimismo che la scienza odierna non condivide più) che la scienza potesse spiegare "tutto" e chi sosteneva, e spesso sostiene anche oggi, che invece sia solo la religione a poter spiegare ogni cosa.

La pseudoscienza vorrebbe spiegare con metodi alternativi taluni fenomeni che sono finora risultati inesistenti se indagati tramite il metodo scientifico (ad esempio, gli influssi degli astri sulla personalità degli individui, oppure la capacità di comunicare con il pensiero o di prevedere il futuro).

La scienza a sua volta risponde a simili obiezioni richiedendo la prova scientifica per le pretese fenomenologie pseudoscientifiche. Prova che però le pseudoscienze non possono dare in quanto rifiutano di usare il metodo scientifico. La questione pertanto si riduce a una scelta fra chi ammette la sola oggettiva razionalità scientifica e chi afferma che gli eventi si possono spiegare attraverso altre vie non necessariamente razionali e oggettivate dalla rilevazione empirica o sperimentale.

L'argomento attiene a componenti spirituali e talvolta etiche (come ad esempio nel caso di analisi di dogmi religiosi) della mentalità individuale, e la sua portata, come si vede, non è affatto esigua: è in discussione infatti la definizione degli ambiti e delle funzioni della scienza, la quale per sua regola non dovrebbe arrestarsi dinanzi a nulla, ma in realtà è comune concezione che non debba prevaricare gli intimi moti dello spirito.

Detto in parole più semplici, scienza e religione sono inconciliabili (o se si preferisce, confinate entrambe in ambiti diversi e dai confini ben netti) per quanto riguarda il tentativo di spiegare il perché dei fenomeni naturali.

 


Alcuni esempi di pseudoscienze


Tra le pseudoscienze si annoverano l'astrologia e l'ufologia, con innumerevoli seguaci in tutto il mondo, benché nulla di quanto affermino sia dimostrabile scientificamente; il creazionismo, la lottologia. Molti ricercatori considerano una pseudoscienza anche l'omeopatia, che è incompatibile con le attuali conoscenze biochimiche e non fornisce dimostrazioni sperimentali dei suoi effetti curativi.

Le discipline pseudoscientifiche sostengono di basarsi su fatti ed eventi apparentemente reali e dimostrati, anche se talvolta si fondano solo su sensazioni, impressioni e desideri dei cosiddetti "ricercatori" che se ne occupano.

 

Sensazioni: quando una persona "si sente osservata", spesso avverte "una strana sensazione" (alcuni dicono addirittura "uno strano pizzicore sul collo"); questo fenomeno sarebbe dovuto, sempre secondo gli pseudoscienziati, a una capacità telepatica del nostro cervello, che tutte le persone avrebbero, la maggior parte delle quali però senza rendersene conto.

Impressioni: altre pseudoscienze, come l'interpretazione dei sogni, affermano che durante il sonno le capacità del cervello si amplificano, per cui è possibile avere sogni premonitori attraverso i quali prevedere il futuro. Tuttavia, da Freud si è iniziato ad interpretare i sogni da un diverso punto di vista, tentando di spiegare il modo in cui il cervello rielabora ricordi e sensazioni per formare, post-facto, dei "sogni premonitori". La validità scientifica di tali risultati è tuttavia altamente controversa. Basti pensare che le modalità d'interpretazione dei sogni da parte di Sigmund Freud e di Carl Gustav Jung (fondatori rispettivamente della psicoanalisi e della psicologia analitica) sono profondamente diverse, in taluni casi decisamente incompatibili (ad esempio a proposito dei sogni premonitori) e non vi è un criterio oggettivo e valutabile sperimentalmente per discernere tra le due, così come tra le altre teorie che sono state formulate in proposito. Il filosofo della scienza Frank Cioffi riferisce, nel suo "Freud and the Question of Pseudoscience" (1998), come un numero crescente di scienziati consideri la psicoanalisi una pseudoscienza. Oggi anche molti psicanalisti sostengono che l'interpretazione dei sogni, e la psicoanalisi in generale, sia più "arte" che scienza, in ciò distanziandosi dallo stesso Freud, secondo cui la psicoanalisi sarebbe una scienza, basata in ultima istanza sull'osservazione imparziale dei dati clinici.

Desideri: la psicologia ha provato, a proposito delle pseudoscienze, che esse si basano fondamentalmente sul desiderio innato, più o meno cosciente, che l'uomo ha di spiegare tutti i fenomeni del mondo che lo circonda. Le dottrine delle pseudoscienze, essendo talvolta molto vaghe e approssimative (proprio perché spesso basate su impressioni e sensazioni, in contrasto col metodo scientifico), sono alle volte più semplici di un'equazione matematica, di una legge fisica o di una dimostrazione geometrica, e verrebbero quindi più facilmente recepite da persone di basso livello culturale, o quantomeno da persone con minore conoscenza della scienza ufficiale. In genere sono i bambini i più portati a credere in telepatia, telecinesi e magia; ma anche molti adulti sono fermamente convinti dell'esistenza di fatture e malocchio.

 

Anche nell'architettura si hanno alcune teorie discutibili, ed infatti discusse, come quella che vorrebbe indagare presunti benefici effetti dell'opportuna esposizione dell'abitazione rispetto alla rete di Hartmann, secondo il quale tutta la Terra sarebbe percorsa da un "reticolo di energia" (chiamato appunto rete di Hartmann); alcuni nodi di questa rete sarebbero "positivi", mentre altri sarebbero "negativi" e costruire una casa su un nodo "negativo" risulterebbe in effetti disastrosi sugli abitanti.

Secondo Karl Popper anche la psicoanalisi, il materialismo dialettico e lo storicismo, che si sono presentati come teorie scientifiche, sono pseudo-scienze, in quanto non soddisfano il requisito fondamentale di controllabilità sperimentale che sta alla base del metodo scientifico. Si tratta di teorie altamente esplicative, nel senso che sembrano avere una spiegazione valida per ogni fenomeno da esse preso in considerazione. Questo è però anche il loro punto debole, in quanto il loro potere esplicativo si sottrae a qualsiasi controllo empirico riproducibile sperimentalmente, cioè, per usare la terminologia di Popper, non sono "falsificabili". Secondo l'epistemologo austriaco, infatti, ogni teoria scientifica deve essa stessa offrire i criteri in base ai quali essa possa essere controllata, messa in discussione ed eventualmente confutata su base sperimentale (criterio di falsificazione). Psicoanalisi, materialismo scientifico e storicismo non soddisfano questo requisito.

 


La critica alle pseudoscienze


Al fine di mettere alla prova la presunta esistenza del paranormale, ma anche le teorie pseudoscientifiche, è stato istituito il "premio Randi": da diversi anni è in palio la cifra di un milione di dollari che verrà consegnata a chiunque sia in grado di dimostrare sperimentalmente l'esistenza di poteri paranormali o la validità delle affermazioni di molte pseudoscienze (come, ad esempio, prevedere il futuro con l'oroscopo o distinguere una soluzione omeopatica con diluizione superiore a 12 CH dall'acqua distillata). Nessuno ha ancora vinto il premio.

In Italia opera il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che, sulle orme dell'omologo CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims Of the Paranormal) cerca di diffondere la pratica della sperimentazione e dell'osservazione oggettiva di fronte a presunti fenomeni paranormali.

 


Le truffe


In alcuni casi viene sollevato nel confronto delle pseudoscienze, soprattutto alla luce dei flussi di denaro che provocano, il sospetto di malafede, spesso suffragato da coerenti esiti giudiziari.

Ad esempio, si hanno alcune discipline autodichiarate che si occuperebbero degli influssi negativi che ammanterebbero i destini delle persone: si parla in concreto di alcune correnti (non tutte) dell'occultismo, dello spiritismo, della magia bianca e della magia nera, che avrebbero come funzione precipua quella di rimuovere fastidiosi inconvenienti della quotidianità come il malocchio ovvero di superare inopportuni ostacoli pratici alla comunicazione con i propri defunti. Su tali materie operano infatti un numero ingente di sedicenti maghi e medium, pochi dei quali invero rifiutano congrua remunerazione, il che legittima il dubbio sulla reale finalità d'azienda.

Se da un lato tali attività sono sospette di frode in danno della buona fede dei (paganti) clienti, va però rilevato che a un così vasto numero di operatori necessariamente debba corrispondere un ben più vasto uditorio di potenziali clienti che ne vanno a costituire un vero e proprio mercato a causa della diffusione della loro credenza in simili materie. Coloro, cioè, che "tolgono il malocchio" esisterebbero poiché vi sono coloro (e non son pochi) che credono che in primo luogo il malocchio esista e, in subordine, che possa esser tolto così come sarebbe stato applicato; una delle linee difensive più comuni di tali operatori è infatti che essi andrebbero a soddisfare un fabbisogno da essi non creato (sebbene spesso si astengano da azioni che tale fabbisogno potrebbero sopprimere).

 


La scienza non può spiegare tutto


Il termine "pseudoscienze" è stato coniato per sgombrare il campo da discipline che, presentandosi al pubblico come scientifiche, pretendono di fornire risultati che hanno un grado di verificabilità e quindi di autorevolezza pari a quello delle scienze, ma che tuttavia rifiutano di applicare i metodi rigorosi richiesti dal metodo scientifico.

Lo scontro verte quindi sul fatto che le pseudoscienze pretendono di esibire l'etichetta di scienza senza essere disposte a pagare il prezzo, in termini di metodo rigoroso, che questa etichetta richiede. Ma se anche le scienze ufficiali fossero tanto ottuse e conservatrici quanto vengono dipinte dagli adepti delle pseudoscienze, non si capirebbe allora il senso di tanta insistenza nel volersi definire scienze.

La scienza non può spiegare tutto. Esistono campi molto importanti della vita umana su cui la scienza non può dire nulla, semplicemente perché il suo metodo non è adatto a fare le domande e trovare le risposte. La scienza non può ad esempio stabilire se una musica è bella o no. Questo perché i concetti di "bello" o "brutto" non appartengono alla scienza, ma all'estetica, che non è una scienza formale in quanto non adotta il metodo scientifico, ma che tuttavia pone e cerca di risolvere questioni di indubbio interesse.

Nello stesso modo, la scienza non ha nulla da dire né pro né contro l'esistenza di Dio. Il concetto di Dio appartiene a campi diversi della conoscenza, come la religione e la metafisica, da cui la scienza formale - o in linea generale tutte le discipline che adottano il metodo scientifico - si è metodologicamente dissociata in tempi relativamente moderni.

 


Il problema del metodo


Sarebbe un errore credere che le "pseudoscienze" siano "discriminate" dalla "scienza ufficiale" per via dei loro campi di studi, nei quali avrebbero dato risultati talmente sconvolgenti da mettere in pericolo la carriera degli scienziati ufficiali. Ciò sarebbe possibile, ma come detto le pseudoscienze sono definite "pseudo" per via del loro metodo di ricerca, ossia non per ciò su cui ricercano, ma per il modo in cui ricercano. In sintesi, senza metodo sperimentale non c'è conoscenza di tipo scientifico, dunque le discipline che non si basano sul metodo sperimentale non possono ambire a fornire risultati definibili "scientifici".

La scienza, è vero, compie continuamente errori, tuttavia ammette la correzione degli errori, e se dimostra che una certa teoria è errata, il sapere scientifico si corregge, sia pure con tutte le resistenze dovute all'oscurantismo di alcune persone e di alcuni ambienti. Resta il fatto che se una teoria viene smentita (attraverso gli esperimenti e le verifiche), tutta quella parte di una scienza che si basava su di essa deve cambiare. Al contrario, tutte le pseudo-scienze hanno la caratteristica di rimanere valide e di non cambiare anche se si dimostra sperimentalmente che le basi stesse su cui si fondano sono errate. Ne consegue che la conoscenza che esse forniscono non può essere di tipo scientifico, dato che per la scienza può essere definito "vero" solo ciò che è dimostrato: la loro sarà una conoscenza simile a quella della religione, in cui è "vero" ciò a cui si crede, e non ciò che si è in grado di dimostrare che è vero.

Il caso più evidente di questo fenomeno è quello dell'astrologia, che nell'antichità veniva considerata una scienza, e non senza ragioni, dato che inglobava quegli studi che anche oggi appartengono ad una scienza, cioè l'astronomia. Tuttavia nell'antichità classica l'astrologia si basava sulla visione dell'Universo che era la stessa della scienza astronomica, cioè mettendo al centro dell'Universo la Terra, ritenendo che attorno ad essa ruotassero il sole, un numero limitato di pianeti (considerati come corpi piccolissimi e relativamente vicini) e infine tutte le stelle, fissate su una sfera che ruotava anch'essa intorno alla Terra.

Le scoperte scientifiche hanno dimostrato non solo che è la Terra a ruotare attorno al Sole, ma che i pianeti sono in numero maggiore di quello considerato dall'astrologia; inoltre la precessione degli equinozi ha spostato notevolmente, in più due millenni, le costellazioni dalle posizioni in cui l'astrologia continua ancora a collocarle. Per finire, la teoria della gravitazione universale formulata da Isaac Newton ha mostrato che l'influsso che possono avere le stelle (che sono enormi ma anche inconcepibilmente lontane) su un corpo è inferiore a quello che può avere un oggetto infinitamente più piccolo ma collocato davanti ad esso.

L'accumularsi di queste conoscenza ha diviso l'astronomia, che si è attenuta ai dati scientifici via via accumulati, dall'astrologia, che invece è rimasta fedele al modello superato.

Particolarmente interessante, anche se poco noto, è il fatto che Newton scoprì la citata teoria della gravitazione universale mentre era intento a cercare di dimostrare la validità di alcune intricate teorie numerologiche e mistiche di cui era cultore (oltre a ciò Newton era anche un cultore dell'alchimia). Indipendentemente dalle motivazioni per cui egli fece le sue scoperte, però, esse furono accettate in quanto erano basate sul metodo scientifico, al contrario delle sue speculazioni numerologiche e religiose, che sono state dimenticate perfino dai cultori di tali dottrine. Qualcosa di analogo s'era avuto anche con un predecessore di Newton, Keplero, che arrivò ad "aggiustare" alcuni punti delle sue scoperte astrologiche (poi corretti dai suoi successori) affinché si adattassero meglio ad alcuni presupposti numerologici che egli intendeva dimostrare (ad esempio in base alle sue teorie numerologiche egli si sforzò di ottenere orbite planetarie quanto più possibile circolari, in quando nella sua epoca il cerchio era considerato la figura geometrica perfetta, mentre oggi noi sappiamo che le orbite dei pianeti del sistema solare sono in realtà ellittiche).

Questi due esempi, scelti fra molti, indicano che nella scienza vera e propria la teoria di partenza e la motivazione alla ricerca in sé sono certo importanti (un'ipotesi di partenza sbagliata può fare sprecare tutto il tempo e tutto il denaro seguendo false piste), ma non essenziali: quello che conta è infatti un risultato che sia scientificamente verificabile, anche se contrasta con l'ipotesi di partenza (che verrà cambiata dal nuovo risultato, se si dimostra dopo verifiche che era corretto). Al contrario, nelle pseudo-scienze la teoria di partenza è sempre più importante del risultato, al punto che si piegano (e spesso falsificano) le osservazioni in modo di adattarle alla teoria di partenza, ad esempio fingendo che le costellazioni attuali siano ancora nel punto in cui erano 2500 anni fa per non mettere in discussione la validità dall'astrologia. Ogni volta che una dottrina non ammette di modificare le proprie tesi di partenza in caso di risultati contrastanti con esse, si tratterà di una pseudo-scienza.

 


Il problema dei risultati


Benché il campo delle pseudo-scienze abbia visto all'opera alcune figure di ciarlatani decisamente pittoreschi, nel dopoguerra almeno il campo della parapsicologia ha potuto avvalersi un nucleo di ricercatori onesti, preparati, e determinati ad applicare il metodo scientifico al campo di ricerca da essi scelto. Il problema che è di solito ignoto al grande pubblico è che nel campo delle pseudo-scienze quando si applica, come nel caso di tali ricercatori, un rigoroso metodo scientifico non si ottengono mai, in nessun caso, risultati significativi. Il caso dei citati premi che nessuno riesce ad incassare lo dimostra in modo abbastanza eclatante.

In un certo senso, l'assenza di risultati nelle ricerche dei parapsicologi più avvertiti è una garanzia sull'onestà delle loro motivazioni.

Anche l'interesse, spesso citato dai cultori delle pseudo-scienze, da parte degli eserciti sovietico e statunitense nel periodo della Guerra Fredda, che consentì lo stanziamento di fondi per ricerche estese in questo campo, ebbe vita piuttosto breve proprio per la totale assenza di risultati in condizioni scientificamente controllate, al punto che questa esperienza meritò all'ESP (acronimo di Extra Sensorial Perception, percezione extrasensoriale) il nomignolo di "Error Some Place" ("c'è un errore da qualche parte").

Il problema fondamentale delle pseudo-scienze, in conclusione, non è quello di "produrre risultati non spiegabili in base alla scienza tradizionale": il problema è non riuscire a produrre risultati di sorta in condizioni scientificamente controllate. Ad esempio, l'omeopatia non è mai riuscita a dimostrare la proprietà curative dei propri prodotti, in misura superiore a quella del semplice effetto placebo, ogni volta che si è operato in condizioni di doppio cieco (ossia quando né i medici né i pazienti sapevano se stavano ottenendo il medicinale omeopatico, il medicinale tradizionale, oppure semplice acqua distillata).

 


Metodi inadatti?


La storia della scienza ha conosciuto numerosi casi di fenomeni che era impossibile studiare per l'assenza di strumenti adatti a farlo. Ad esempio, in epoca antica era impensabile studiare i raggi X o le onde radio, che oggi fanno parte della vita di tutti i giorni. Dunque, affermano i cultori delle pseudoscienze, è del tutto possibile che i fenomeni delle "scienze alternative" siano reali, ma sia la scienza tradizionale ad essere incapace di studiarli coi suoi metodi, che si rivelano insufficienti.

Questa osservazione è sensata: la scienza non è in grado di escludere che alcuni o anche tutti i fenomeni ipotizzati dalle pseudo-scienze siano "veri", dato che la scienza può fare affermazioni esclusivamente su ciò che sia possibile sperimentare. Il problema è semmai di tipo epistemologico: per poter studiare questi pretesi fenomeni occorre come prima cosa dimostrare che esistono. E questa dimostrazione tocca ai sostenitori della loro esistenza.

Gli strumenti per studiare onde radio e raggi X non si sono assemblati da soli, ma sono stati deliberatamente costruiti (spesso con infinita pazienza e un gran numero di tentativi) per amplificare fenomeni che erano stati riscontrati dagli scienziati nel corso delle loro ricerche. Pertanto, tocca ora ai cultori delle pseudo-scienze riuscire a costruire gli apparecchi che rendano percepibile ciò che non lo è, o almeno proporre teorie che riescano a spiegare perché risulti impossibile registrare sperimentalmente tali fenomeni. Ovviamente a questo scopo non è lecito spiegare (col meccanismo noto in logica come "petitio principii") quelle che, fino a quando saranno provate, sono a tutti effetti semplici ipotesi, facendo uso di altre ipotesi altrettanto bisognose di essere provate (per esempio lo psi-negativo) a loro volta basate su ipotesi non provate, e così via. Un ancoraggio a qualche elemento stabile ed evidente per tutti deve essere trovato, in modo da potere proseguire la discussione a partire da dati indiscutibili per tutti, credenti o non credenti nel fenomeno. In caso contrario, ci troviamo di nuovo di fronte a una forma di fede, che è "vera" solo per chi ci crede, mentre non lo è per chi è "non-credente". Non a caso "non credente" è la definizione che troppo spesso i cultori delle pseudo-scienze usano nei confronti di chi ha un approccio scientifico alle loro teorie. Come ha detto in proposito Carl Sagan, "affermazioni straordinarie richiedono dimostrazioni straordinarie".

 


Le pseudo-scienze come religioni atee


Da un punto di vista sociologico, il proliferare delle pseudo-scienze nel XX secolo può essere spiegato col tentativo di fornire, a dottrine che un tempo sarebbero rientrate senza alcuna incertezza nel campo della religione, l'autorevolezza della scienza, percepita a livello popolare come fonte di "certezze" più della religione (una percezione questa che non è invece condivisa dal mondo scientifico stesso, che non ha certezze definitive, ma solo teorie dimostrate... fino a prova contraria).

In un certo senso le pseudo-scienze sono una risposta pseudo-religiosa alla crisi d'autorevolezza delle religioni, che con il loro arcaismo sono sempre meno capaci di rispondere ai dubbi di un'umanità che si chiede il senso della vita con strumenti culturali e conoscenze impensabili a coloro che crearono le religioni oggi prevalenti, che possono avere anche due o tre millenni d'età.

Da un lato le pseudo-scienze hanno una visione al tempo stesso atea e religiosa della vita. Postulano una realtà in cui la vita umana è sì pervasa e spesso condizionata da immani energie (cosmiche, psichiche, eteree... o più banalmente magnetiche, radioattive e simili), ma nella quale la felicità non è garantita dall'obbedienza cieca a un Dio "troppo" umano, capriccioso (ossessionato dal sesso e dal cibo, ma indifferente al Male e all'ingiustizia sociale) e legato a precetti che per l'epoca contemporanea sono semplicemente assurdi. Al contrario le pseudo-scienze pongono l'enfasi sulla capacità dell'individuo di comprendere caso per caso, situazione per situazione, ma soprattutto razionalmente e con atteggiamento di ricerca per così dire "scientifica", gli elementi che permettono l'armonia fra l'essere umano e l'ambiente che lo circonda, "personalizzando" su misura il rapporto con il trascendente. Le pseudo-scienze hanno insomma subito l'innegabile fascinazione delle scienze nella loro visione della Natura come immenso orologio i cui meccanismi sono studiabili e comprensibili, e di conseguenza nel loro bisogno di esaminare la realtà circostante per capirla, e per capirne le leggi, in modo da piegarle a favore degli esseri umani.

D'altro canto, mentre la scienza usa il metodo induttivo (si studiano i fenomeni, e dallo studio si ricavano le "leggi" o i "principi" generali astratti relativi al funzionamento dei fenomeni) le pseudo-scienze preferiscono sempre, come le religioni, il metodo deduttivo: una "antica tradizione" (la cui "verità" si basa esclusivamente sull'autorevolezza derivata dalla sua antichità o, in casi come il "marxismo scientifico" o la psicoanalisi, da quella indiscutibile del suo fondatore), stabilisce alcuni principi generali astratti, a partire dai quali si scelgono selettivamente i fenomeni adatti a confermare la tradizione stessa, che quindi si auto-conferma, senza bisogno di un confronto coi dati sperimentali della realtà. Il metodo scientifico viene anzi disprezzato, svalutato e definito "inadatto a capire le verità davvero profonde" ogni volta che produce risultati che contraddicono le "verità" che non si ha intenzione di mettere in discussione.

Da questo punto, insomma, più che di "pseudo-scienze" sarebbe opportuno parlare di "religioni scientiste-meccaniciste", su base atea, che concepiscono la realtà come un immenso meccanismo, per spiegare il quale non hanno bisogno di fare ricorso a una divinità, ma che al tempo stesso rifiutano di usare il metodo scientifico per dimostrare quelli che affermano - a torto - essere "fatti" "scientificamente dimostrabili".

Una parte non piccola di queste dottrine fornisce in effetti risposte in quell'area grigia in cui la scienza non è in grado di dare risposte (perché esulano dal campo che può studiare), mentre le religioni, legate a concezioni arcaiche della realtà e incapaci di venire a patti con le scoperte di una scienza che si evolve troppo rapidamente per il loro ritmo, non riescono a darne più. Si tratta di domande da sempre importanti per la razza umana, come l'origine della vita, il ruolo dell'uomo nel mondo, il significato della vita e della morte, la stessa possibile sopravvivenza dell'individuo oltre la morte (non necessariamente in un "Aldilà" o in un "paradiso": basta un semplice "altro piano astrale")...

Questa contaminazione di due piani, quello religioso e quello scientifico, che nella cultura ufficiale sono invece separati, spiega anche come mai le pseudo-scienze arrivino spesso a contaminare in modo sincretistico elementi religiosi ed elementi scientifici: ad esempio il guaritore che pretende di curare imponendo le mani potrà far precedere il rito da una preghiera o usare la bibbia come talismano, mentre poi indossa guanti o mascherina chirurgica. Oppure le dottrine New Age mescolano buddhismo, astrologia, numerologia e varie altre dottrine.

Nelle pseudo-scienze si incontrano in effetti tutti i gradi di mescolanza fra linguaggio scientifico e contenuto religioso, fino al caso estremo delle vere e proprie religioni scientiste, come Scientology o, su un piano diverso, i raeliani.

 


La scienza come pseudo-scienza


Esistono casi particolari in cui, se abbandona i princìpi del metodo scientifico, anche la scienza può diventare pseudoscienza. Questo fenomeno è reso più facile da un atteggiamento ideologico vicino allo "scientismo" inteso come ideologia dai toni dogmatici e semi-religiosi, quale fu praticato in epoca positivista da alcune frange estremiste, convinte di potere spiegare letteralmente "tutto" per mezzo della scienza.

Da questo atteggiamento nasce l'abitudine scorretta di denominare "scienze" dottrine umanistiche che, per il loro campo di studio (la psiche umana, la società umana, la politica...), non possono ambire ad uno status scientifico, non essendo in grado di produrre dati sperimentali, verificabili e falsificabili, come ad esempio:

·        le scienze sociali;

·        le scienze politiche;

·        le scienze dell'educazione;

·        le scienze della comunicazione;

·        la bioetica,

ognuna della quali trova una migliore collocazione nell'ambito della filosofia che della scienza. Esse che sono "scienze" solo nel senso antico del termine ("sapere", "conoscenza"), ma non in quello moderno.

Lo stesso va ovviamente detto della pretesa del comunismo del periodo staliniano di avere trovato una forma di "materialismo scientifico" in grado di analizzare la società e le sue dinamiche con risultati e certezze assolutamente "scientifiche".

Pseudo-scienza sarà per forza di cose anche ogni scienza la cui verità è imposta per decreto dal potere politico, come la "biologia" di Trofim Lysenko sotto Stalin (il dissenso con tale "teoria scientifica" comportava non articoli scientifici di smentita, bensì l'internamento in un gulag), che praticamente demolì la biologia sovietica e inflisse danni enormi all'agricoltura dell'Urss.

Infine, pseudo-scienza si rivela qualsiasi scienza nella quale l'agenda politica prevale sul bisogno di conoscenza. Questo è per esempio il caso del razzismo scientifico, che oggi è facilmente riconoscibile come pseudo-scienza, ma che ottenne all'inizio del Ventesimo secolo uno status di tutto rispetto in cerchie piuttosto ampie, pur non avendo mai ottenuto il consenso pieno della comunità scientifica. Caratteri simili presenta oggi, per molti versi, anche la sociobiologia.

Un caso a sé è infine quello della psicoanalisi, che pur essendo spesso esercitata da persone con una formazione di tipo scientifico (in molte nazioni l'albo degli psicoanalisti è aperto esclusivamente ai laureati in medicina) non è mai stata in grado di fornire dati ottenuti secondo le regole elementari del metodo scientifico (come già osservato da Karl Popper), pur proponendosi apertamente ed esplicitamente come "scienza".
Il dilemma sullo "status" della psicoanalisi è oggi stato risolto da una parte del mondo psicoanalitico, presentandola più come un'"arte" che come una scienza, tuttavia un'altra parte tende ancora a rivendicare lo status di scienza. In base a quanto detto nella presente voce, tuttavia, la psicoanalisi non può ambire al rango di scienza, non producendo dati sperimentali, verificabili e falsificabili. In alcune frange estremiste, semmai, la psicoanalisi assomiglia maggiormente ad una religione dogmatica e valida solo per "atto di fede" e "principio di autorità" che a una scienza.

Un simile status ambiguo ha la grafologia, che se usata come test proiettivo puà avere lo stesso valore di altri simili test proiettivi (una scrittura può, come minimo, rivelare l'epoca in cui fu vergata, la cultura dello scrivente, e molti altri dati, il suo studio è quindi un campo di ricerca sensato), ma che nella cultura popolare viene consumata, anche tramite rubriche sui periodici di massa, come una sorta di chiromanzia in grado di svelare la personalità segreta dello scrivente, se non il suo destino. In tale ultimo senso sarà ovviamente una pseudoscienza.

 

Orbit Mars

U.S.A. Mars Society

Mars News Mars Today Picture of Day

Space.com

Messenger

Cassini-Huygens

Link To Universe

 

La Stampa Scienze

Apollo Image Atlas

Ceifan.org

Italian Mars Society

Sistema Solare

Mappa Stellare

La Repubblica Scienze

Corriere.it - Scienze

Rai Explora

Galileo

Le Scienze Web

News Spazio

Astronomicamentis

Videogulp - Astronomia

Unione Astrofili Italiani
 

Sei il visitatore numero: