Prima di tutto tributiamo all'ESA il meritato rispetto ed il nostro ringraziamento per queste stupende immagini messe a disposizione del Pubblico. Ma spendiamo due parole sulla sonda Rosetta. La missione ebbe inizio il 2 marzo 2004, data in cui la sonda venne lanciata. Purtroppo bisogna ammettere che non tutto andò per il meglio, questo perchè il primo tentativo di lancio, avvenuto il 1 dicembre 2002, fallì. Lo scopo della Missione Rosetta è quello di raggiungere nel 2014 la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e farvi atterrare il lander Philae per studiarla "in loco". L'obiettivo è di ottenere preziose informazioni sulla composizione della cometa nonchè i vari fenomeni che si verificano sulla sua superficie. Si pera così di raggiungere un nuovo target di conoscenza sulla storia e l'origine del nostro Sistema Solare. La sonda è costituita da un robusto corpo in alluminio di dimensioni 2.8 x 2.1 x 2.0 metri. Gli strumenti scientifici sono stati montati nella parte superore del veicolo orbitale, mentre i sottosistemi sono stati montati nella parte inferiore. Potete ben osservare l'antenna mobile ad alto guadagno installata nella sonda e visibile sul lato frontale. Nel lato opposto del veicolo è stato agganciato il lander.
Le spettacolari immagini che potete osservare provengono dalla sonda Rosetta, la quale ha effettuato nel periodo di febbraio-marzo 2007 un passaggio ravvicinato con il pianeta Marte, allo scopo di perfezionare la traiettoria orbitale che la condurrà a destinazione. Per ottenere queste immagini sono stati impiegati i sistemi ottici tradizionali, i sistemi di Spettroscopia e ad Infrarossi (OSIRIS). Fig. 1. Questo fotogramma mostra il disco del pianeta attraverso la combinazione dei filtri rosso-verde-vicino UV. Nello specifico caso il canale UV è stato enfatizzato ed è per tale ragione che Marte sembra così blu. E' ben visibile tra l'altro la notevole copertura nuvolosa che avvolge il disco apparente del pianeta. Fig. 2. Sempre grazie al sistema OSIRIS è stata ottenuta questa immagine, combinando stavolta i filtri nel vicino infrarosso-verde-vicino UV, ma senza enfatizzazione. Notate il commento aggiuntivo dell'ESA: "In questo periodo dell'anno marziano una larga frazione dell'atmosfera sta evaporando dal Polo Sud ed emigrerà verso il Polo Nord durante l'inverno dell'emisfero settentrionale. Sopra una consistente porzione del disco marziano è visibile un esteso complesso di nubi". Vogliamo brevemente soffermarci sulla querelle dei colori di Marte? Vi chiederete se i due fotogrammi di Figura 1 e 2 potremmo classificarli come "falsi colori" oppure no. La nostra opinione è che entrambe le immagini si possono definire tranquillamente come "true colors". Il motivo? Semplice: lo spettro elettromagnetico (per intenderci quello del visibile) comprende pure le frequenze "limite" appena percettibili dall'occhio umano. Vi si annoverano poi le frequenze non visibili, come ad esempio gli infrarossi e gli ultra-violetti che sono, di fatto, emissioni elettromagnetiche reali, tanto quanto le altre "visibili". Quindi, riguardo questa serie di immagini, ciò che il nostro occhio vede corrisponde al prodotto del bilanciamento operato sugli strumenti di rilevamento. Adesso vi proponiamo una curiosa domanda: che cosa state osservando nel fotogramma di figura 2? Provate a riflettere un momento a proposito della presunta (e molto) rarefatta atmosfera di Marte e chiedetevi come mai si nota così bene lo spessore azzurrognolo nei bordi del disco del pianeta... Capite, se di aria ce ne fosse davvero poca, allora potremmo supporre di vedere un disco apparente più - come dire - "pulito" e terso, anche attraverso differenti bilanciamenti dei filtri colore. Eppure, grazie a tali operazioni, spicca una sostanziale presenza di spessore atmosferico... Attenzione: non confondete questo apparente colore azzurrino con il "cielo azzurro" talvolta visibile anche dalla superficie di Marte. Ribadiamo che stiamo osservando il disco del pianeta attraverso un differente bilanciamento cromatico. Altrimenti si rischierebbe di fraintendere pure le aree apparenti dal colore verdastro con chissà quale folta vegetazione (sebbene noi siamo convinti che di vegetazione sulla superficie marziana potrebbe essercene). Fig. 3. In questo fotogramma, ci dice l'ESA, abbiamo una combinazione dei filtri RGB normale (ovvero come l'occhio umano vedrebbe naturalmente), una cosiddetta immagine in "true colors". E allora ecco un'altra domanda interessante: cosa si intende per "true colors"? O meglio: in base a quale criterio di riferimento noi qualifichiamo un immagine con tale appellativo? Forse lo "spessore" atmosferico è scomparso? Niente affatto! Esso è ancora presente e visibile, però non come nel fotogramma precedente (quello di figura 2). Il problema è analogo al quando si osservano le nebulose attraverso il telescopio: l'occhio umano ha bisogno di un "aiutino" per cogliere determinati particolari che, altrimenti, passerebbero sottogamba. Il compito delle moderne tecniche di editing digitale dovrebbe essere quello di mettere in piena luce, per esempio, i colori dei gas presenti nello spazio e delle polveri illuminati dalle stelle che avvolgono. Basti pensare che, prima dell'avvento dell'era informatica a larga diffusione, si ottenevano splendidi risultati attraverso tecniche fotografiche "tradizionali". Comprendiamo che l'atmosfera marziana è certamente meno consistente di quella terrestre, non v'è dubbio... Ma, forse, non così rarefatta come si decanta da molti decenni. Fig. 4. Ed ecco un'immagine, a nostro avviso, eclatante! Essa è stata realizzata nelle gamme dell'UV attraverso una fotocamera a angolo largo del sistema OSIRIS, e regolata sul filtro colore "OH". Questo speciale filtro colore verrà impiegato a pieno carico quando Rosetta giungerà, nel 2014, a destinazione sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko per individuare indirettamente la presenza di acqua. Ma torniamo a Marte. Le maggiori formazioni nuvolose sono visibili nella regione del Polo Nord e nel terminatore del mattino. Si vedono comunque corpi nuvolosi in colore più celeste chiaro dappertutto nel disco del pianeta. Ci domandiamo a quanto ammonta, oggi, la presenza effettiva di vapore acqueo nell'atmosfera. E siamo altrettanto curiosi di sapere se il tasso di ossigeno (O2 e O3) sia aumentato o stia aumentando. Voi, cari Lettori, che ne pensate? Se di aria ce ne fosse davvero così poca, l'immagine agli UV non dovrebbe apparire molto più scura, ammesso che non sia stata enfatizzata in qualche nodo? Figure 5 e 6. Infine prendiamo in esame questi due bellissimi frames. Vi sono delle chiare strutture atmosferiche in sospensione catturate dalla fotocamera ad angolo più ristretto del sistema OSIRIS. Per ottenere le due immagini sono stati impiegati speciali combinazioni del filtro rosso e verde (ovvero?), enfatizzando le differenze di contrasto. Questo procedimento di elaborazione ha permesso di individuare le suddette strutture, che potrebbero essere nuvole o polveri in sospensione. La sonda Rosetta ha ripreso Marte da una distanza di 240.000 km con una risoluzione di 5 km per pixel. Nel suo passaggio ravvicinato si è spinta fino a circa 250 km. Naturalmente non intendiamo dubitare sulla genuinità delle immagini proposte, anzi è esattamente il contrario. La sonda Rosetta ci ha messo, ancora una volta, dinnanzi alla realtà di un mondo spesso e volentieri sottoposto a velate operazioni di arbitrarie interpretazioni. Le immagini inviate dalla sonda, a nostro parere, parlano da se ed i commenti ESA sono anch'essi molto interessanti ed esaustivi. Per fare un ottimo paragone potremmo metterle a confronto con quelle dell'Hubble ST e constatare, senza troppe sorprese, come lo spessore atmosferico permane. L'argomento non si esaurisce certo qui perchè le novità e le sorprese arriveranno ancora... Ricordiamo ai Lettori che tutte le immagini qui proposte sono reperibili presso il sito dell'ESA e sono tutte Credits ESA
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