PREMESSA - La lettura di questo articolo richiede auspicabilmente che si abbia gi� preso in esame i precedenti. Finalmente cercheremo di entrare nei dettagli riguardo il come e il perch� la nostra Terra e Marte si sarebbero formati insieme come coppia gemellare o, per meglio dire, come sistema binario pianeta-pianeta. Naturalmente qualche Lettore si chieder� che differenza passa o quale importanza avrebbe l'insistere su una simile ipotesi che comunque - per quanto affascinante - non � (e non sar� mai) dimostrabile. E per tale ragione non pu� considerarsi "scientifica". Un primo passo da compiere � quello di rendersi effettivamente conto del gran numero di stelle raggruppate in sistemi doppi e tripli; il che ci fornisce un elemento utile a comprendere che nello spazio i legami non sono affatto delle eccezioni, ma costituiscono invece una "quasi regola". Lo stesso ragionamento si potrebbe estendere anche ai pianeti e ai loro satelliti, per cui l'idea di sistemi gemellari, sistemi sincroni, doppi o multipli non � in se da scartare. Ci sarebbe per� un piccola precisazione da fare in merito ai precedenti articoli relativi alla formazione del sistema solare.
Le teorie cosiddette "standard", quelle insomma generalmente accettate dalla Comunit� Scientifica, non vanno considerate in malo modo solo perch� gli scienziati che le hanno proposte "non accettano" o non sono disposti a considerarne altre, forse pi� esotiche. Bench� il mondo delle pubblicazioni a Revisione Paritaria che si occupano di astrofisica e scienze planetarie pu� sembrare duro e magari un po' sterile, in realt� ha un proprio "meccanismo" di "filtraggio" e scrematura delle informazioni che (bene o male) blocca la proliferazione di quella sorta di anarchia ideologica oggi cos� diffusa, dove chiunque pu� affermare tutto ed il contrario di tutto. Dal nostro punto di vista, vorremmo ben specificare che le teorie standard sulla formazione del Sistema Solare nel complesso sono molto buone. Abbiamo solamente aggiunto un elemento in pi�: le onde gravitazionali come motori di avvio di un collasso della materia interstellare e fattori di "auto-costruzione" della struttura di un disco rotante planetario. A tal fine, ricordiamo che gli effetti delle onde gravitazionali si quantificano principalmente nel dominio subatomico e, al massimo, nel mondo microscopico, tant'� vero che non sono state ancora misurate in modo diretto. E questo basterebbe gi� per invalidare tutto l'impianto della nostra Teoria. D'altro canto, il lavoro qui presentato � aperto a tutti: chi lo desidera � libero di arricchirla ulteriormente e/o criticarla. TERRA E MARTE NEL NOSTRO MODELLO DI SISTEMA SOLARE - Cominciamo con l'osservare sotto un profilo diverso l'ordinamento dei pianeti del nostro Sistema Solare cos� da avere un quadro approssimativo su come si sarebbe sviluppato il disco rotante planetario. Di solito si parte sempre dal pianeta pi� vicino al sole, cio� Mercurio, per arrivare poi a Nettuno (da quando Plutone non � pi� considerato un pianeta). E' evidente che da questa prospettiva non verrebbe da supporre praticamente nulla oltre al contare otto corpi celesti in orbita solare formatisi in condizioni normali. Partiamo allora da Nettuno tenendo sott'occhio la figura e la tabella qui sotto...
Una prima constatazione potremmo farla in relazione alla distanza dei pianeti esterni dal sole. Nettuno orbita ad una distanza grossomodo pari al doppio di quella di Urano che, a sua volta, orbita ad una distanza corrispondente circa al doppio di quella di Saturno che, a sua volta, orbita ad una distanza pi� o meno pari al doppio di quella di Giove dopodich�, andando alla met� della distanza di Giove dal sole, ci ritroviamo in piena fascia degli asteroidi dove forse un tempo orbitava un pianeta ormai estinto. Naturalmente, tutto questo discorso teorico si potrebbe liquidare con la semplice parola "casualit�". Tuttavia, teorie a parte, non siamo certo i primi ad ipotizzare che nella fascia degli asteroidi in epoche passate vi fosse un pianeta. Dobbiamo proseguire ulteriormente scendendo a 1/4 della distanza di Giove dal sole, il che ci da come risultato un valore approssimativamente vicino a quello dell'orbita di Marte. Significa allora che il Pianeta Rosso occupi la giusta posizione se volessimo adottare il modello della nostra Teoria? Ebbene, facendo due calcoli verrebbe fuori il seguente quadro generico:
Dunque possiamo affermare che l'assunto secondo il quale le orbite dei pianeti siano il doppio l'una dell'altra va inteso come valore approssimativo e non come valore assoluto, cos� come la distanza media dei pianeti dal sole non pu� rappresentare il valore ultimo su cui poggiare l'intera nostra Teoria: anche questo � relativo. Le orbite dei pianeti presentano pure gradi diversi di eccentricit� e nel corso del tempo possono anche subire delle oscillazioni rilevanti; di conseguenza Marte e la sua orbita non rientrano nella linea che abbiamo ipotizzato. Prendiamo ora come riferimento la Terra e il valore medio di 150 milioni di km dal sole. Il doppio di questa distanza ci porta a 300 milioni di km nella fascia degli asteroidi con uno scarto di circa 90 milioni di km dal valore di 1/2 della distanza media di Giove dal Sole. A 1/2 della distanza Terra sole, pari a 75 milioni di km, non c'� niente.
A questo punto potremmo cominciare a definire la sagoma del disco proto-planetario con una struttura spiraliforme che, partendo dal sole, ingloba l'orbita della Terra, il pianeta dove oggi ci sono gli asteroidi (la cui orbita forse era posizionata entro il segmento di 90 milioni di km sopra menzionato), l'orbita di Giove, l'orbita di Saturno e quelle di Urano e Nettuno. Interessante � notare che l'orbita terrestre non corrisponde comunque a 1/4 dell'orbita di Giove (150 x 4 = 600 mil. di km) ma a 1/5 (cio� 150 x 5 = 750 mil di km con un minimo scarto). Non abbiamo preso in considerazione l'eventualit� di pianeti trans-nettuniani e nemmeno abbiamo messo in correlazione il presente modello rispetto ai satelliti di Giove, Saturno, Urano e Nettuno; cionondimeno, sulla base di quanto esposto finora, Terra e Marte probabilmente erano il sistema di pianeti (coppia binaria) pi� vicino al sole.
Nel caso qualche Lettore abbia da dissentire in merito all'idea che Terra e Marte fossero la coppia planetaria pi� vicina al sole, per certo ha la nostra comprensione. Dopotutto, visto che oltre alla Luna che ci orbita attorno esistono anche Mercurio e Venere nelle rispettive orbite solari, non possiamo pretendere di essere applauditi e riveriti a motivo di tali "assurdit�". La figura qui sopra aiuta comunque a farsi un'idea del processo formativo del sistema solare come "strutturazione ordinata con all'interno elementi di disordine e caos" e non il contrario. In altre parole, l'attrazione gravitazionale avrebbe permesso alla materia interstellare di disporsi assecondando l'andamento armonico dell'inviluppo spiraliforme dovuto all'emissione di onde gravitazionali da parte del sole. La figura sotto, del dr. Alessio Feltri, mostra come il vento solare non si espanda in modo radiale (cosa che accadrebbe se il campo gravitazionale fosse semplicemente a curvatura su coniche concentriche) bens� a spirale.
EFFICIENZA E CAUSALITA' - Una domanda che supponiamo si saranno posti in molti � "per quale ragione noi crediamo che la Terra e Marte nacquero originariamente come coppia binaria e senza nessun altro pianeta pi� vicino al sole". Ebbene, la risposta a questa domanda implica una visione in scala cosmologica e l'assunzione di uno strano postulato che potrebbe lasciare interdetti: "l'Universo come enorme dispositivo informatico". Bench� sulla Terra, come pure nell'intero Universo conosciuto, le leggi Fisiche determinino in buona misura la causalit� (causa >> effetto), bisogna tuttavia ammettere che esistono in entrambi lo straordinario equilibrio tra la tendenza all'ordine e all'entropia come anche l'ineccepibile tendenza alla ciclicit� di molti fenomeni. Tanto sulla Terra quanto nella nostra galassia (per rimanere dentro i cortili di casa) possiamo trovare processi auto-rigenerativi che consentono alla vita oppure alle stelle di perpetuarsi sfruttando praticamente la stessa materia. Inoltre, l'architettura dell'Universo conosciuto � articolata in un modo che ricorda le strutture nidificate di software e sistemi operativi computerizzati, dove nel primo caso abbiamo il passaggio e la conservazione di specifiche informazioni per le quali il software (o il sistema operativo) � stato concepito, mentre nel secondo caso abbiamo il passaggio e la conservazione delle specifiche di base sulla strutturazione di pianeti, stelle, galassie e sistemi di galassie. Una curiosit� che a qualche attento Lettore non sar� certamente sfuggita � la tabella in blu qui sotto a sinistra: l'abbiamo realizzata in funzione della Teoria sugli Universi Paralleli che siamo convinti esistano, ma come entit� separate e non come "versioni alternative" del nostro Universo.
Che dire del parametro "Vita"? Se volessimo chiamare in causa le teorie sul Principio Antropico nelle sue diverse formulazioni potremmo affermare che l'Universo � fatto a misura d'uomo. Tuttavia, poich� non � nostra intenzione voler ragionare in modo antropocentrico e/o geocentrista, il parametro "Vita" - nel nostro modello - avr� la medesima propagazione dell'informazione sulle specifiche di base che definiscono la strutturazione di stelle, pianeti e galassie. Per rendere pi� comprensibile il concetto cercheremo di fare un paragone con un fondamento della Teoria dell'Evoluzione che recita pi� o meno cos�: "la vita compare e si evolve ovunque le circostanze lo permettano". Nella nostra Teoria, invece, la vita (essendo un prodotto derivato da altra vita) trover� luogo in tutte quelle parti dell'Universo che soddisferanno determinate condizioni. Quindi, nel nostro Sistema Solare le condizioni migliori erano possedute dalla Terra e da Marte insieme. Volendo tradurre il concetto estendendolo su scala cosmica, la vita potrebbe trovarsi...
Cos�, anche facendo una previsione "pessimistica", il futuro potrebbe prospettarci un numero di pianeti nell'ordine di parecchi miliardi, tutti composti da un sistema binario pianeta madre-satellite dotati entrambi dei medesimi costituenti di base (acqua liquida, atmosfera contenenti O2, N2, e CO2) elementi minerali in abbondanza e forme di vita complesse e diversificate). E questo perch� la biosfera di un pianeta come il nostro non � qualcosa che si debba proteggere solamente dall'interno, ma anche dall'esterno. Il principio di "Efficienza e Causalit�" si diversifica sia dal Principio Antropico che dalla Teoria dell'Evoluzione per il motivo che l'Universo non corrisponde ad un entit� in bal�a delle circostanze (in cui l'ordine � solo un prodotto di "causa >> effetto"), ma ad un sistema dove le circostanze saranno subordinate ad esigenze specifiche e logiche, in virt� dell'informazione "programmata" nelle Leggi Fisiche. Avremo allora la possibilit� di individuare sistemi planetari adatti per ospitare la vita e sistemi planetari non idonei ad essa. Infine, dal momento che consideriamo la formazione di pianeti una parte integrante del processo di nascita e sviluppo delle stelle, � plausibile che quasi tutte le stelle abbiano almeno un pianeta in orbita. ECCEZIONI E REGOLE - Prima della revisione 2011 della "Teoria del Sistema Binario Terra-Marte" pensavamo di poter inquadrare il nostro Sistema Solare all'interno di una qualche "Regola o Eccezione" particolare. Dopotutto, lo stesso orientamento ideologico che emerge dal pragmatismo della Scienza Moderna e nel "credo" di molte Religioni pu� determinare la visione del Cosmo. Cos�, se per taluni lo Spazio rappresenta un luogo di ineffabilit�, per altri sar� piuttosto un luogo per nulla legato a realt� divine e/o ultraterrene. Tanto per fare un esempio, � probabile che in qualche corrente di pensiero creazionista il nostro Sistema Solare sar� immaginato come un eccezione "unica ed irripetibile" fatta apposta per l'uomo. Ma la realt� - quella vera - puntualmente manda in soffitta tutte le dottrine (tanto "scientifiche" quanto "religiose") costruite intorno all'inveterato e contorto antropocentrismo umano.
Ancora una volta, sono proprio le scoperte compiute negli ultimi due anni con l'ausilio del dispositivo Kepler ad aver gettato legna sul fuoco del dibattito scientifico, perci� si dovr� rimettere in discussione molte delle ipotesi formulate per spiegare la formazione di sistemi planetari. Alcuni dei pianeti extrasolari individuati orbitano in modo retrogrado rispetto alla rotazione del rispettivo sole; altri hanno orbite completamente stravolte rispetto all'eclittica del loro sole; ve ne sono pure un gran numero che orbitano vicinissimi al loro sole... Di tutti questi solo alcuni sembrano essere rocciosi (ma siamo certi ne ne verranno scoperti tanti altri anche di questo tipo). Quindi non c'� ragione di crucciarsi il cervello alla disperata ricerca di regole e regolette al solo scopo di conciliare quello che - empiricamente parlando - esiste davvero con quello a cui crediamo, o vogliamo credere (il che ci costringe, per correttezza, a mettere la nostra stessa Teoria sul medesimo piano). Persino i concetti di "fascia abitabile" all'interno di un sistema planetario e di "zona abitabile" all'interno di una galassia sono elementi da considerarsi in modo flessibile e non come fattori statici ed immutabili. Ed � proprio qui che si evince uno dei punti di forza della nostra Teoria sulla storia di Terra e Marte: la concreta possibilit� di mutamenti all'interno di un sistema solare. Poich� non � affatto semplice riuscire a conoscere alla perfezione il passato di un agglomerato di pianeti dalla sola analisi del presente, si deduce quanto sia altres� probabile che uno o pi� eventi di portata significativa (non previsti o non ammessi dai modelli standard) potrebbero invece aver causato cambiamenti di orbite, alterazioni di superfici, modificazioni di atmosfere eccetera. Per fare un altro esempio, basterebbe che un pianeta - idealmente posto entro la "fascia abitabile" - subisca una variazione della distanza dal proprio sole in eccesso o in difetto per trovarsi fuori da essa. Oppure basterebbe che il sole subisca un mutamento di luminosit� e/o temperatura per invalidare in toto lo spazio della fascia abitabile. E' vero, sono solamente ipotesi. Ma, volendo applicare il concetto al nostro Sistema Solare, pensare di sapere tutto sulla sua storia senza tener debitamente in conto l'eventualit� di fenomeni di vasta portata, costituisce un potenziale errore che condurr� infine a commetterne altri in sede di interpretazione dei dati acquisiti con i mezzi tecnologici di cui disponiamo.
TEORIA COSMOLOGICA - E' interessante notare che le implicazioni insite nella nostra Teoria sul legame antico fra Terra e Marte non si limitano semplicemente al Sistema Solare, ma vanno ben oltre. In pratica si potrebbe quasi enunciare una Teoria Cosmologica di Efficienza e Causalit� inerente la Propagazione Intelligente di Informazioni sull'Architettura dello Spazio-Tempo, la strutturazione ed organizzazione della Materia e l'impianto delle forme di Vita. Eccone allora alcuni punti chiave:
Quindi, il Sistema Binario Terra-Marte sarebbe stata la diretta conseguenza di una condizione d'efficienza superiore rispetto all'ipotetica conseguenza di una condizione d'efficienza non definita ma, presumibilmente, inferiore. Per rendere l'idea, l'attuale sistema Terra-Luna rappresenterebbe una condizione d'efficienza relativa a causa di una serie di circostanze che avrebbero modificato la precedente condizione (presumibilmente) "migliore" mutandola in quella che conosciamo. Cos�, se volessimo applicare i postulati della nostra Teoria all'interno di qualche specifico contesto andrebbero bene praticamente sia i modelli a carattere evolutivo che quelli a carattere non strettamente evolutivo. Vediamo brevemente il perch�. MODALITA' A CARATTERE EVOLUZIONISTA:
MODALITA' A CARATTERE NON EVOLUZIONISTA:
BREVE ANALISI DEI FATTI - Occorre adesso fare una specie di "mini verifica" di alcuni punti di questa nostra Teoria, sopratutto per dovere di correttezza verso coloro che ci seguono e ci leggono. Anzitutto dobbiamo ammettere che ancor oggi risulta estremamente complicato individuare ed osservare esopianeti "terrestri". Il motivo principale risiede nel fatto che sono troppo piccoli e vicini alla loro stella. Quasi tutti gli esopianeti tracciati sono sostanzialmente giganti gassosi, mentre quei pochi rocciosi scoperti rientrano nella categoria delle cosiddette "Super Terra", notevolmente pi� grandi di un pianeta come il nostro. Visto che la porzione di galassia tenuta sotto osservazione si estende per un raggio di alcune migliaia di anni-luce, bisogna prendere atto che il numero di esopianeti individuati � comunque notevole: attualmente se ne contano a centinaia e aumentano costantemente. Ma il problema risiede nei postulati della Teoria da noi proposta non tanto nella versione "locale" dell'Antico Sistema Binario Terra-Marte, quanto nella sua formulazione estesa, ovvero quella Cosmologica. Di tutti i sistemi solari fino ad oggi scoperti sembra che solamente quello di Gliese 581 soddisfi alcuni dei requisiti da noi avanzati mentre gli atri sembrano invece soddisfare i postulati riguardanti i sistemi planetari non idonei alla vita su base carbonio. Vorremmo oltretutto chiarificare un aspetto che senz'altro a qualcuno non sar� sfuggito. Dal momento che l'efficienza di un qualsiasi meccanismo costituisce un fattore determinante per il suo stesso funzionamento nel tempo, era inevitabile da parte nostra prendere come modello il Sistema Solare al quale apparteniamo; questo perch� rappresenta veramente un "dispositivo" molto efficiente, cosa che non si pu� negare. Quindi sarebbe ragionevole trovarne altri uguali (o perlomeno largamente simili) distribuiti nella "fascia abitabile" della Via Lattea. Purtroppo la realt�, almeno in apparenza, sembrerebbe deludere le nostre aspettative. Vuol dire allora che le premesse e le tesi qui avanzate sono errate in nuce o in parte? Forse s�. Ma pu� anche darsi di no... CONTRAPPOSIZIONI E SOLUZIONI - Probabilmente certi creazionisti faranno i salti di gioia nel constatare tale apparente realt� in quanto, dal loro punto di vista, dimostrerebbe che Dio ha creato solo ed esclusivamente questo luogo per l'uomo. E basta. Tutto il resto � - chiss� - "materia buttata cos� tanto per fare...". Anche qualche evoluzionista potrebbe rallegrarsi (ma un po' meno) perch� tutto sommato vuol dire che non esiste nessun Creatore. Dal momento che la selezione naturale applicata su scala cosmica avr� delle evidenti difficolt� a gestire la materia, l'energia e lo spazio di un intero Universo, di sistemi planetari come il nostro (e potenzialmente ospitanti vita) ce ne saranno pochi. Molti evoluzionisti per�, a differenza di altrettanti creazionisti, tendono ad essere pi� immaginifici perch� riescono ad "inventare" soluzioni che alla fine li accomuneranno entrambi: sia l'uno che l'altro manifestano equamente fede in qualcuno e/o qualcosa. Per il creazionista sar� un "Dio" un po' capriccioso e limitato, mentre per l'evoluzionista sar� "Madre Natura" la quale invece riuscir� ad ogni costo a far spuntare i tanto cercati sistemi planetari adatti ad ospitare la vita. Non vorremmo tralasciare infine coloro che, non accontentandosi di alternative "classiche", si aggrappano alla teoria degli universi paralleli, adducendo come soluzione al dilemma della vita l'esistenza di un numero infinito di universi. Noi saremmo nient'altro che la versione o una delle versioni andate a buon fine. Il nocciolo della questione probabilmente � che tanto il creazionismo quanto l'evoluzionismo sono affetti dallo stesso morbo antropocentrico e geocentrista che affligge da sempre l'uomo. Basterebbe gi� solo soffermarsi sulle galassie a spirale per comprendere il punto: se in effetti questi immensi agglomerati di stelle sono cos� efficienti nella loro funzionalit� e cos� simili fra loro (a parte le inevitabili differenze "locai") � altres� ovvio che anche i sistemi planetari, per essere adatti ad ospitare vita su base carbonio (come quella terrestre), dovranno necessariamente ricalcare tutti grossomodo lo stesso modello. Naturalmente sappiamo che questo ragionamento potrebbe risultare assai odioso da ingoiare ma, volendo fare un esempio di una semplicit� disarmante, � proprio l'uomo stesso a fornire un encomiabile dimostrazione al riguardo osservando l'efficienza, la funzionalit� e la produttivit� delle catene di montaggio industriali. In conclusione, dato che le nostre teorie vertono su un sistema solare originale diverso da come lo conosciamo oggi (con Marte al posto dell'attuale Luna, Venere e Mercurio ubicati altrove) sarebbe pi� profittevole (per chi lo volesse) coltivare una buona dose di curiosit� nell'investigare sul come nel tempo le cose potrebbero cambiare, in meglio o in peggio, anzich� lasciarsi sopraffare dal rigetto psicologico o dal risolino.
IL NOSTRO MODELLO COSMOLOGICO IN RAPPORTO ALLA "SCIENZA UFFICIALE" E ALLE "SCIENZE DI CONFINE" - Sebbene le scoperte del telescopio orbitale Kepler sono molto promettenti, non dobbiamo certo illuderci che i 140 pianeti ritenuti simili alla Terra lo siano poi veramente, cosa che la Comunit� Scientifica sa molto bene. Eppure le notizie che nel corso di questi ultimi 4 anni hanno rimbalzato da un'agenzia di stampa all'altra parlavano in continuazione di scoperte eclatanti di pianeti simili... uguali... alla Terra. Come mai? La colpa di tutto questo squallido tamtam � stata in gran parte degli stessi organi di stampa che hanno inutilmente ingigantito le notizie per ragioni assai discutibili e anche di alcuni scienziati che hanno calcato un pochino la mano sul lavoro svolto. Attualmente si possono trovare nel web molte pagine contenenti comunicati stampa inerenti l'imminente individuazione di pianeti praticamente uguali alla Terra, altri dove si presume che i sistemi planetari come il nostro siano comuni nella galassia e altri ancora sulla recente scoperta e smentita del pianeta Gliese 581g. Un'autentica grancassa mediatica i cui effetti rischieranno il pi� delle volte di ripercuotersi negativamente sulla ricerca scientifica vera. Di tutto questo scenario misto fra scienza e spettacolo ci conforta il constatare come le nostre teorie non siano poi cos� fantasiose bench� leggermente antitetiche rispetto alla maggior parte di quelle accettate dalla Comunit� Scientifica. Anche i nostri costrutti sono in buona parte dei tentativi di pervenire ad una spiegazione empirica di ci� che � la realt� e di ci� che � cambiato nel corso del tempo. Riassumendo, ecco cosa ci accomuna con il pensiero di molti scienziati:
Ed ecco invece cosa non ci accomuna con il pensiero di molti scienziati:
Come avevamo gi� menzionato, sembra che tutti i sistemi planetari finora scoperti nel complesso non soddisfino pienamente ne i parametri teorici di tipo evoluzionista e nemmeno i parametri del nostro modello cosmologico qui proposto. Perch� dunque non si trovano o non si riesce a trovare i tanto desiderati pianeti simili alla Terra? Prima di tutto occorre aumentare ulteriormente la capacit� risolutiva dei dispositivi terrestri in modo da cercare meglio e sempre pi� lontano. Diversamente, si potrebbe rispondere ricorreremo ad un esempio che - siamo certi - risulter� di una semplicit� estrema quanto irritante. Supponiamo di trovarci a New York nel 1790. Quanti grattacieli pensiamo di trovarvi? E case, quante? Forse un certo numero, ma non troveremmo di certo la "Grande Mela" di metropoli che conosciamo oggi. Col passar del tempo quello spazio di terra � stato man mano modificato, cambiato e riempito di edifici sempre pi� grandi in sempre maggior numero... Allo stesso modo, la nostra Galassia possiede tutti i requisiti per ospitare un gran numero di sistemi planetari come il nostro (ovviamente non per forza dovranno essere fotocopie del nostro). Il problema per� � che non sappiamo cosa ci riserver� il futuro al riguardo. Se volessimo attenerci ad una visione puramente evoluzionista verrebbe da supporre che questi ipotetici sistemi solari saranno nati in virt� di circostanze casuali, per cui continueremo a cercare sperando di trovarli prima o poi. Diversamente, la logica creazionista non la consideriamo molto pertinente in quanto ci sembra un po' limitativa oltre che paradossale. Resta allora l'elemento a sorpresa: il fattore tempo. Se il nostro Universo fosse soggetto ad un "meccanismo di controllo" di tipo non evoluzionista (e quindi non lasciato al caso), la risposta all'apparente assenza di sistemi planetari come il nostro (dotati di pianeta abitabile a sistema binario) potrebbe essere che essi non esistono ancora, ma probabilmente esisteranno nel prossimo futuro. Ma questo genere di proposta-risposta non potr� mai essere accolta ne dalla Comunit� Scientifica e nemmeno dalla maggior parte dei cultori delle cosiddette "scienze di confine" che invece prevedono (in ragion di svariate credenze) l'esistenza di molti pianeti gi� abitati da esseri intelligenti. Una risposta del genere avrebbe il malefico sapore dell'arroganza perch� porrebbe fine in modo miserando tutto quel dibattito che oggi alimenta ideologie varie e non solo quelle (...). "DIO" vs "MADRE NATURA" - Per concludere il presente capitolo vorremmo brevemente considerare alcune obiezioni frutto del maggior grado di conoscenza scientifica che vengono talvolta sollevate contro l'idea di un "Dio" e a favore della semplice Selezione Naturale spesso chiamata "Madre Natura". A proposito del nostro Sistema Solare, � vero che esiste un notevole grado di ordine ed efficienza funzionale, ma � anche vero che esistono alcune strane "imperfezioni secondarie" non facili da definire se privi di nozioni specifiche. Vediamo di citarne un po'...
Altre strane obiezioni vertono sulla natura stessa dei pianeti.
E poi ci sono le obiezioni pi� datate, cio� che accadr� alla Terra quando il sole diventer� una gigante rossa oppure se i pianeti resteranno sempre al loro posto dal momento che, in base a recenti stime, le orbite di quelli pi� vicini al sole si destabilizzeranno un po' alla volta.
A causa di tutti questi fattori emersi dalle scoperte effettuate nel nostro tempo si � consolidata con gran determinazione la convinzione che non esista nessun Dio che ha creato la Terra, la vita eccetera. La concezione evoluzionista ha prevalso in modo schiacciante fino a condizionare l'intera societ� umana senza risparmiare quasi nessun aspetto d'essa. La concezione evoluzionista soddisfa persino la logica del rasoio di Okkam: "la soluzione pi� semplice probabilmente � quella vera". Tanto semplice quanto comoda. Ed � proprio qui che subentrano le nostre Teorie anche se, da un certo punto di vista, sovvertono la "pace dei sensi" raggiunta dal grado di conoscenza scientifica attuale. La nostra concezione di Terra e Marte come antico sistema binario pianeta-pianeta presuppone una condizione precedente mutata in quella odierna; cio� un cambiamento violento, radicale, antitetico, folle e inaccettabile: da un satellite ce ne troviamo un altro. Per non parlare poi della nostra concezione cosmologica la quale prevede un'architettura intelligente dello spazio-tempo, della struttura e organizzazione della materia e della vita stessa, per cui se il nostro Sistema Solare rispecchiasse davvero fedelmente tale costrutto sarebbe altres� evidente che se n'� sovrapposto un altro, distruttivo e destabilizzante, magari di origine naturale oppure di origine non naturale. In ogni caso e ad ogni costo sono idee inaccettabili e da respingere ad oltranza.
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